Vincenzo Trani (Foto: Kommersant)
Vincenzo Trani assomiglia a un separatista siciliano degli anni Quaranta. A un Robin Hood in versione italiana, forse un po’ a Salvatore Giuliano: occhi infossati, viso largo, labbra sottili e le orecchie leggermente a punta. Lo sguardo fisso e furbo. La differenza è che il banchiere Vincenzo Trani è categoricamente contrario a qualsiasi tipo di protesta. Tant’è che ai suoi clienti stranieri, spiega: “No, in piazza a Mosca non c’erano 100mila persone, ce ne saranno state al massimo 25mila. Le tv italiane riportato dati non veritieri”. Tutti questi meeting, a Trani fanno venire il mal di testa: i clienti possono congelare gli investimenti. Un rischio che non era prevedibile fino a un anno e mezzo fa, quando Trani aprì in Russia la sua private bank, una società di gestione per clienti benestanti con una soglia minima di investimento pari a 100mila euro.
Il napoletano Trani ha lavorato presso la banca Monte dei Paschi di Siena. Nel 2000 ha ricevuto l’incarico di seguire alcuni finanziamenti alle piccole e medie imprese nelle regioni del Volga e degli Urali. Un’offerta che lui ha accettato con entusiasmo, perché nelle banche europee sono poche le persone con meno di 40 anni che hanno la possibilità di essere nominate top manager. “Mi hanno convocato a Mosca , senza specificare quanto effettivamente distava questa città di Samara, dove mi hanno mandato a lavorare”, dice Trani, ricordando il suo arrivo a Samara, dove la gente gira per strada con collane d’oro al collo.
Ma tutto ciò non lo ha spaventato. L’indole selvaggia di questa gente gli ha ricordato l’Italia del Sud. In alcuni quartieri di Napoli buona parte delle piccole compagnie lavorano in condizioni di semi-legalità, tant’è che le banche sono costrette ad adottare misure particolari per la stima dei rischi durante l’emissione di crediti. Un’esperienza che è tornata utile a Trani anche in Russia, quando l’italiano è stato chiamato a lavorare: qui è necessario avere fiuto per sviluppare il piccolo business. Nell’arco di quattro anni la banca Kbm è stata venduta all’italiana Banca Intesa.
Trani è passato a lavorare presso la Mdm Bank in qualità di capo del dipartimento crediti delle piccole e medie imprese. Nel 2006 è diventato poi azionista di Rosenergobank, di cui è presidente. Su consiglio dei direttori della banca, è entrato a far parte anche suo padre, Paolo Trani.
Trani non assomiglia affatto a nessun tipo di investitore moscovita, abituato a seguire minuziosamente ogni tendenza: loro vestono solo abiti all’ultima moda, orologi firmati Breguet e cenano al Soho Rooms. Anche Trani si fa cucire vestiti su misura ma, alla faccia della moda russa, a Napoli. E non a Londra. E per quanto riguarda gli orologi, vanno bene anche vintage, purché siano Rolex. “Non condivido per niente questa mania di comprare, tipica non solo di alcuni russi, ma anche degli italiani – dice -. Vengo da una famiglia di banchieri, e per questo ho un animo risparmiatore”.
Con il denaro guadagnato con i beni immobiliari e con la quota della banca, Trani ha potuto iniziare un nuovo business da zero. Si è ritrovato a scegliere tra la Russia e un altro Paese dalle grandi potenzialità, il Brasile, dove da 15 anni vive suo cugino. Ma durante una sua visita in Brasile, ha assistito a un assassinio in pieno giorno in mezzo a un mercato: una scena che lo ha spinto a restare in Russia, dove ha aperto la compagnia Concern General Invest, una banca privata attiva nella borsa russa. In un anno e mezzo il capitale della compagnia è cresciuto di quattro milioni di euro. Soprattutto grazie a clienti stranieri, che dopo la crisi si sono messi a investire sul mercato russo con la speranza di migliorare in breve tempo la propria posizione sul mercato.
Ma ora i clienti, quelli stranieri in primis, si trovano in uno stato di incertezza. Le manifestazioni antigovernative del 6 maggio 2012 hanno fatto crollare l’indice Mmvb e Rtc. D’altra parte i rischi di Trani sono i più vari. Attraverso la compagnia Mikro Kapital Sarl (Lussemburgo) ha iniziato a investire in Russia e Bielorussia. E le sue relazioni con la Bielorussia si sono fatte così accese che il presidente bielorusso Lukashenko lo ha nominato console onorario a Napoli.
Ora non gli resta che rafforzare le relazioni con le autorità russe. Dopo i meeting degli ultimi mesi egli ha deciso di richiedere la cittadinanza russa. Almeno per avere la possibilità di votare alle prossime elezioni per “garantire la stabilità”.
Leggi l'articolo originale cliccando qui
Tutti i diritti riservati da Rossiyskaya Gazeta
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email