Max Factor Applying Makeup to Josephine Dunn
Getty ImagesL’attrice americana Kathleen Burke con Max Factor, anni Trenta. Fonte: Getty Images
Conosciamo Max Factor come una famosa linea di cosmetici di proprietà del colosso americano Procter & Gamble.
Ma, a ben vedere, la compagnia fu fondata da un imprenditore polacco di origini ebraiche, Maximilian Faktorowicz, nato nel 1872 nella città di Zduńska Wola, allora parte dell’Impero russo.
Fin dalla gioventù Maximilian lavorò nell’industria della bellezza. Il suo primo impiego fu in teatro, come assistente del truccatore. Nel 1895 aprì il suo primo negozio di cosmetici, creme, profumi e parrucche a Rjazan, città russa a 200 chilometri da Mosca.
Nel 1904, con la famiglia, emigrò negli Stati Uniti e cinque anni più tardi fondò la Max Factor. Intravide l’opportunità di provvedere ai bisogni di parrucche e trucchi del giovane (ma in costante crescita) mondo del cinema americano, e vinse la scommessa. Tanto che si è meritato una stella nella Hollywood Walk of Fame.
Cartellone pubblicitario delle sigarette Sobranie. Fonte: Foto d'archivio
Il nome, se tradotto dal russo (e da altre lingue slave) significa “raduno”, “riunione” o “raccolta”, “collezione”.
Questa azienda familiare, ora uno dei più antichi brand di tabacco di lusso al mondo, venne messa in piedi da Albert Weinberg, che si era trasferito a Londra da Odessa nel 1879 (Odessa faceva allora parte dell’Impero russo, ndr).
Nel 1929 il cugino di Albert, Isaiah Redstone, registrò il marchio “Balkan Sobranie”, che più tardi fu accorciato in “Sobranie”, come lo conosciamo ai giorni nostri.
Il nome della varietà “Black Russian” della Sobranie è un’allusione alle radici del brand, e il logo usato sul pacchetto, l’aquila bicipite, si rifà allo stemma della Russia (nella versione imperiale del 1883).
L’ingegnere Zora Arkus-Duntov, padre della Corvette. Fonte: AP
Pochi sanno che questo mito a quattro ruote è stato sviluppato dall’ingegnere Zora Arkus-Duntov, nato in Belgio nel 1909 (con il nome di Zachary Arkus), e figlio di immigrati ebrei russi. Nella storia dell’automobile è citato sempre come il “padrino” o il “padre della Corvette”.
In Belgio, lavorò per la ditta di motocicli Mondial, prima di trovare lavoro negli Usa alla Aviation Motors. Nel 1942 fondò finalmente la sua compagnia, chiamandola Ardun Mechanical Corporation.
I suoi successi gli attirarono le attenzioni della Chevrolet e, nel 1953, gli venne offerto un posto alla General Motors. Per i trent’anni successivi giocò un ruolo di primo piano nello sviluppo della Corvette da corsa e fu fondamentale per la creazione del motore 6,2 litri da 550 cavalli. La Corvette Grand Sport vide la luce nel 1963 e infiammò tutte le corse d’America. Adesso è un’auto d’epoca molto contesa dai collezionisti.
Nathan Swartz, immigrato russo negli Stati Uniti, figlio di una famiglia di calzolai, padre della Timberland. Fonte: Foto d'archivio
Il marchio di calzature Timberland LLC venne fondato nel 1952 negli Stati Uniti dall’immigrato russo Nathan Swartz. Era nato in una modesta famiglia ebraica, ad Odessa, nel 1902, quando la città marittima faceva parte dell’Impero russo. Suo padre, suo nonno e il suo bisnonno erano calzolai. Non fu una sorpresa che Nathan seguisse le loro orme. Ma era molto ambizioso e voleva creare qualcosa di più innovativo. Finì col produrre delle scarpe resistenti all’acqua, con una tecnica senza cuciture e suole di gomma, e usando una speciale pressa. Oggi Timberland è guidata da Jeffrey Swartz, nipote di Nathan.
Mishka è il noto brand si streetwear con sede a New York. A fondarlo, nel 2003, è stato Mikhail Bortnik. Il nome del marchio deriva da quello del proprietario. Mishka è infatti, in russo, un diminutivo di Mikhail.
Bortnik è nato in Unione Sovietica nel 1978 e, alla tenera età di un anno, è finito a Brooklyn. Da sempre grande fan dei graffiti e della grafica, il suo primo progetto importante fu per la casa di fumetti Marvel Comics.
Oggi il marchio Mishka è largamente conosciuto negli Stati Uniti e nel mondo e la compagnia ha anche una sua casa discografica, una squadra ciclistica e fa book per l’industria della moda (e ogni tanto per delle pornostar).
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