Il Presidente russo Vladimir Putin.
: Ramil Sitdikov/RIA NovostiIl Presidente russo ha approvato una nuova strategia di sicurezza economica per il Paese fino al 2030. Il decreto è stato pubblicato il 15 maggio scorso.
I contenuti della strategia
Nel documento vengono elencati i principali rischi per la Russia: misure discriminatorie che colpiscono settori chiave dell’economia, restrizioni all’accesso alle risorse finanziarie straniere e tecnologiche, escalation del potenziale conflittuale nelle aree di interesse economico del Paese anche limitrofe ai suoi confini, incremento delle fluttuazioni della congiuntura dei mercati commerciali e finanziari mondiali.
Inoltre, il documento prevede un miglioramento delle misure di risposta alle sanzioni.
L’export di petrolio e gas che è stato alla base dell’economia russa negli ultimi 15 anni non è più l’unica voce determinante, come di fatto riconosce il testo del decreto. La caduta del prezzo del petrolio si riflette anche in altri paragrafi firmati da Putin: tra i rischi eventuali vengono indicati la trasformazione nella struttura della domanda mondiale di risorse energetiche e l’esaurimento delle riserve di combustibili e materie prime.
Gli autori della strategia ravvisano in particolare nel miglioramento del clima investitivo, nelle misure per deoffshorizzare l’economia nazionale e nell’aumento dell’attrattività imprenditoriale della Russia i principali obiettivi dell’evoluzione del sistema della pubblica amministrazione.
Il Presidente ha incaricato il governo di elaborare in tre mesi le misure necessarie per attuare la strategia. Inoltre il gabinetto dei ministri dovrà valutare lo stato di sicurezza economica, garantire il monitoraggio della situazione e riferire annualmente al capo dello Stato sulle misure finalizzate a rafforzarla. Secondo quanto riporta Ria Novosti, la strategia verrà corretta ogni sei anni.
Perché c’è bisogno di una strategia di sicurezza?
Le politiche economiche tendono a focalizzarsi sulle questioni della crescita e dello sviluppo, ma per la prima volta dopo tanto tempo viene posto l’accento sulla sicurezza dell’economia russa. “L’ultima volta che era stata adottata una strategia di sicurezza risale al 1996, perciò risultava necessario affrontare le nuove sfide dell’economia russa”, spiega a Rbth Pavel Sigal, vice presidente di “Opora Rossii”, associazione che riunisce i piccoli e medi imprenditori.
A suo avviso, sicurezza economica non significa necessariamente crescita economica, anche se i due temi sono strettamente collegati. “La strategia del Presidente fornisce semplicemente una linea generale di lavoro su cui indirizzarsi, ma spetta al governo approntare un piano chiaro volto ad affrontare questi rischi”, precisa Pavel Sigal. Ora tutto si baserà su misure concrete che dovranno essere elaborate dai dicasteri competenti e attuate nella pratica.
L’emergere di una strategia di sicurezza economica dimostra che l’economia russa è attraversata dalle stesse paure che affliggono l’economia globale. “Oggi nell’economia e nella geopolitica mondiali si manifestano periodicamente delle crisi, dei 'cigni neri' simili alla Brexit, mentre sullo sfondo del progresso tecnologico nella sfera economica si rafforza inevitabilmente la globalizzazione”, dichiara Stanislav Novikov, consigliere delegato di Bcs Ultima a Rbth. Una globalizzazione, che da un lato, promette nuove potenzialità commerciali e investitive, ma dall’altro reca in sé nuovi rischi e minacce di carattere economico e tecnologico.
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