Il primo punto fermo nella storia di questo quadro e della pittura mondiale fu messo nel 1915, quando Kazimir Malevich (1879-1935) presentò il suo magnum opus alla mostra futurista “0.10”, dove, per la prima volta, definì la sua arte Suprematismo. Questa versione del “Quadrato nero”, dipinta sopra altre due composizioni colorate dell’artista, oggi è esposta presso la “Novaja Tretjakovka” la sede della Galleria Tretjakov di Mosca che raccoglie i capolavori del XX secolo.
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Il secondo “Quadrato nero” fu creato nel 1923 come parte del trittico che includeva anche nuove versioni di “Cerchio nero” e “Croce nera”. Si crede che questa variante sia stata creata da apprendisti di Malevich, sotto la guida del pittore. Oggi il quadro appartiene al Museo Russo di San Pietroburgo.
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La terza variante risale al 1929. È una copia, rielaborata dallo stesso Malevich, creata per la mostra personale del pittore, dedicata ai trent’anni della sua attività artistica, allestita dalla Galleria Tretjakov, dove il quadro rimane ancora oggi.
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La quarta versione del Quadrato nero fu dipinta nel 1932, tre anni prima della scomparsa dell’artista, per una mostra organizzata nello stesso anno. Poco dopo questo evento la situazione cambiò: lo Stato negò l’ulteriore sostegno ai pittori dell’Avanguardia russa, in quanto puntò tutto sul nuovo stile ufficiale dell’arte sovietica: il realismo socialista. Questa versione oggi si trova all’Ermitage.
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Lo stesso Kazimir Malevich così commentava il suo rapporto con l’opera da lui creata: “Non potevo né dormire né mangiare. Cercavo di capire, che cosa avessi creato. Ma non ci riuscivo”. Dopo queste tormentate riflessioni, scrisse ben 5 volumi di trattati filosofici. E voi che cosa provate, guardando i Quadrati neri?
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