Una canzone russa del 2003 spopola su TikTok e si è piazzata ai vertici della Viral 50 di Spotify

Cultura
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La cantante russa Katja Lel ebbe un enorme successo vent’anni fa con il brano “Moj marmeladnyj”, ma era ormai praticamente dimenticata anche in patria. Mai avrebbe pensato a questo improvviso boom internazionale. Ma cosa dice il testo di questo bizzarro pezzo dal ritornello molto orecchiabile?

In Russia, Katja Lel (1974-) è una “meteora” ormai quasi dimenticata. Divenne improvvisamente famosa con il brano “Moj marmeladnyj”, canzone del 2003 che la catapultò ai vertici delle classifiche. Ma ormai la sua canzone si poteva sentire soltanto alle feste dei nostalgici.

Poi è successa una cosa strana. All’inizio di novembre, “Moj marmeladnyj” è diventata virale nel segmento estero di TikTok, facendo nascere un nuovo trend: con questa musica, cercando di ripetere le parole che neanche capivano, gli utenti, nei loro video, hanno cominciato a sperimentare con l’immagine della “slavic girl”, la “ragazza slava”, secondo loro consistente soprattutto in un colbacco, una pelliccia e un vistoso rossetto rosso.

In rete girano già alcune centinaia di migliaia di video con questa musica, e alcuni sono stati visionati milioni di volte. Di conseguenza, entro la fine di novembre, il pezzo si è piazzato tra i primi tre della classifica “virale” di Spotify, sorpassando “Is It Over Now?” di Taylor Swift e “My Love Mine All Mine” di Mitski.

Rimasta sinceramente sbalordita dall’inattesa riscoperta della sua vecchia canzone, la cantante ha così commentato l’accaduto: “Mi congratulo con il mio amato e geniale Max Fadeev, che ha scritto questa grande canzone, e con tutto il nostro Paese per questa vittoria! La vita è inaspettata e ci stupisce con le sue sorprese!”.

Che cosa dice la canzone? 

“Prova muah-muah, prova dzhaga-dzhaga. Prova uh-uh: ne ho bisogno. Mi sembra di nuovo che mi giri la testa. Caramella mia; ho torto. Prova muah-muah, prova dzhaga-dzhaga. Prova uh-uh: ne ho bisogno”, dice il ritornello del brano, che ti entra in testa e non ci esce più.

Попробуй муа-муа, попробуй джага-джага

Попробуй у-у, мне это надо, надо

Опять мне кажется, что кружится голова

Мой мармеладный, я не права

Попробуй муа-муа, попробуй джага-джага

Попробуй у-у, мне это надо, надо

Persino il pubblico russo non ha mai capito a fondo il significato di queste parole. Se con “muah-muah” si possono ipotizzare dei baci, “dzhaga-dzhaga” che cosa significa?

Molti pensavano che fosse un eufemismo per il coito, ma poi la cantante stessa ha spiegato tutto: “Ciascuno pensi quello che vuole: il sesso, la droga… Per me significa semplicemente: Ciao, come stai? Come vanno le cose? Alla grande! Significa amore, tenerezza, gioia di vivere. Tutto quello che c’è di meglio nella vita è dzhaga-dzhaga”.

Riassumendo, in breve, è la canzone di una donna sicura di se stessa e della propria bellezza, la quale però non ha ancora deciso se “passare a un livello nuovo” o continuare a tenere a distanza l’uomo che le fa la corte, anche a prezzo di comportarsi talvolta in maniera parecchio tossica. 

La canzone più importante della sua carriera

Il brano “Moj marmeladnyj”, uscito come singolo il 28 febbraio 2003, fu il più grande successo non solo dell’album “Dzhaga-dzhaga” (3 Aprile 20042004), ma anche di tutta la carriera artistica della cantante. 

Katja Lel (nome d’arte di Ekaterina Chuprinina) esordì alla metà degli anni Novanta, dopo essersi diplomata presso un istituto musicale superiore ed essersi trasferita da Nalchik, nel Caucaso settentrionale, dove è nata, a Mosca. Per un po’ di tempo lavorò come corista del cantante Lev Leshchenko, fino a quando fu notata dall’imprenditore Aleksandr Volkov. I due cominciarono a frequentarsi e fu allora che Katja decise di esibirsi come solista.

All’inizio, come scrive il critico musicale Oleg Karmunin, cantava “musica sincera, ma troppo semplice persino per le masse non esigenti, antiquata e fuori moda, che parlava dell’amore e del dolore di vedersi lasciati dalla persona che si ama”. Poi però capì che le serviva un trampolino di lancio. Allora si rivolse a Max Fadeev, uno dei migliori autori e produttori musicali di quel periodo. Il compito di Fadeev era quello di produrre almeno un album di successo per cambiare l’immagine di Katja Lel e “modernizzare” la cantante. 

È così che comparve la canzone “Moj marmeladnyj”. Per il video del brano Lel dovette dimagrire, scendendo da 53 a 46 kg. Alla cantante, abituata a truccarsi in maniera pesante occhi e labbra, fu dato un look più acqua e sapone.

Il calcolo si rivelò preciso. Katja Lel, che cantava questa canzone con un leggero accento straniero e nel video non faceva altro che stare seduta su un sedile, fece esplodere le hit parade nazionali. Nel 2003, la canzone si poteva sentire letteralmente ovunque. Per un po’ di tempo, la cantante diventò un’icona sexy.

Successivamente fu scritta anche una versione inglese della canzone (“I’m beginning to get thick of this dance / my marmalade, give me a chance…”), presentata durante una puntata del programma umoristico “Ostorozhno, modern!” 

Il produttore sperava che la canzone avrebbe avuto successo anche all’estero, come era già successo con le canzoni del gruppo t.A.T.u. che in quel periodo furoreggiavano in vari Paesi, ma non ci fu nulla di tutto questo. La versione inglese rimase praticamente inosservata.

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In seguito, Katja Lel non ebbe altri successi tangibili. Maks Fadeev, dopo averla lanciata si dedicò ad altri progetti, mentre la cantante continuò la carriera senza il sostegno del produttore. In tutto, Katja Lel ha registrato dieci album che spaziavano da musica pop a brani per i rave party. Tuttavia, non è mai più riuscita a salire ai vertici delle classifiche. A partire dalla seconda metà degli anni Zero del Duemila la si vedeva sempre di meno e fino al “revival” di queste settimane della sua esistenza si ricordavano soltanto ogni tanto per le sue interviste in cui parla di extraterrestri (a quanto pare, ci crede davvero). Secondo la cantante, gli alieni avrebbero più volte salvato la Terra dalle guerre nucleari. Ma non solo. Avrebbero anche rubato… i suoi denti.

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