
Correva l’anno 1995. James Cameron aveva accettato la proposta di girare il film “Titanic”, ma a una condizione: avrebbe fatto il film soltanto dopo aver visto la nave con i propri occhi. Il problema però era che, all’epoca, nel mondo esistevano soltanto due apparecchi in grado di raggiungere il fondo dell’Atlantico: i batiscafi russi Mir-1 e Mir-2. Quindi, Cameron avrebbe potuto farlo soltanto in compagnia dei russi.
L’impresa era molto rischiosa e assai costosa, tanto più che Cameron voleva non soltanto vedere la nave, ma anche filmare gli interni del “Titanic” per inserirli nel suo film.

Dopo la visita di Cameron in Russia, la nave oceanografica russa “Akademik Mstislav Keldysh”, con a bordo i due sommergibili, si diresse verso il luogo in cui era sepolto il relitto del “Titanic”, in cui sarebbe rimasta per 20 giorni. Durante questa spedizione, il regista fece più di 20 immersioni insieme agli equipaggi dei batiscafi.
Commentando le immersioni, lo scienziato russo Anatolij Sagalevich, in seguito, avrebbe ricordato: “La pressione raggiunge le 500 atmosfere, cioè, sul vetro premeva una forza superiore a 160 tonnellate, vale a dire, qualcosa come quattro carri armati”.

Con le camere telecomandate fu esplorata tutta la nave. “Sapevamo i nomi dei passeggeri di tutte le cabine, abbiamo trovato delle cose che appartenevano a queste persone. Siamo entrati persino dentro la stiva”, avrebbe raccontato Cameron stesso in seguito.
I filmati, girati sott’acqua, furono effettivamente inclusi nella versione finale del film di Cameron, creando un’atmosfera davvero autentica.
A proposito, la profondità massima a cui possono operare i sommergibili “Mir” supera di gran lunga i 6000 metri. Solo a pensarci è impressionante!
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