I sei atti vandalici più clamorosi nei musei russi (FOTO)

Il pittore-restauratore Gennadij Shirokov lavora al dipinto "Danae" di Rembrandt Harmenszoon Van Rijn

Il pittore-restauratore Gennadij Shirokov lavora al dipinto "Danae" di Rembrandt Harmenszoon Van Rijn

Rudolf Kucherov/Sputnik
La maggior parte dei visitatori va al museo per godersi i capolavori dell’arte mondiale. Ma qualcuno ci va per distruggere i quadri…

1 / “Ivan il Terribile e suo figlio Ivan il 16 novembre 1581” di Ilja Repin

Frammento del dipinto “Ivan il Terribile e suo figlio Ivan il 16 novembre 1581” vandalizzato con un coltello nel 1913

Nell’inverno del 1913, i visitatori della Galleria Tretjakov udirono un’esclamazione tonante: “Basta sangue! Abbasso il sangue!”. Con queste parole il Vecchio credente Abram Balashov si slanciò contro il dipinto di Ilja Repin e lo colpì tre volte con un coltello, lacerando i volti dello zar e di suo figlio. Le coltellate furono così forti che la lama rimase incastrata nella traversa del telaio. Il personale della galleria rimase sotto choc: il direttore del museo, l’artista Ilja Ostroukhov, diede le dimissioni, e il sovrintendente, Egor Khruslov, si buttò sotto un treno. Ilja Repin (1844-1930) arrivò in tutta fretta a Mosca e insieme ai restauratori ripristinò il dipinto. All’inizio fu incollato su una nuova tela, e successivamente i frammenti danneggiati furono dipinti ex novo.

Cento anni dopo la storia si è ripetuta: nel 2018 un visitatore ubriaco, Igor Podporin, ha preso un paletto di recinzione e ha colpito con esso la cornice e il vetro che copriva il dipinto. Il capolavoro di Repin è stato danneggiato in tre zone. Per il suo restauro il museo ha creato uno spazio separato dove sulla tela i lavori sono andati avanti per quattro anni.

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2 / “Danae” di Rembrandt 

Il capolavoro danneggiato a seguito dell'atto vandalico

Uno dei più importanti capolavori della collezione dell’Ermitage poteva scomparire del tutto a causa dei terribili danni che Bronius Maigys (in seguito giudicato insano di mente) inflisse alla “Danae” nell’estate del 1985. Il turista lituano chiese ai custodi quale dipinto fosse il più prezioso qui e, dopo aver ricevuto la risposta, si avvicinò alla tela di Rembrandt (1606-1669), lo colpì più volte con un coltello e lo cosparse di acido solforico. Davanti agli occhi dei visitatori la magnifica “Danae” cominciò a coprirsi con bolle. Quasi il trenta per cento della superficie pittorica fu distrutto. I custodi staccarono subito il dipinto dal muro e cominciarono a versarvi sopra l’acqua: se questo non fosse stato fatto, forse il danno sarebbe stato più grave. Il ritorno alla vita di “Danae” durò 12 anni, anche se alcuni frammenti rimasero perduti per sempre. Nel 1997 la tela tornò in esposizione.

 3 / “Tre figure” di Anna Leporskaja

Una visitatrice fotografa il dipinto di Anna Leporskaja

Nel dicembre 2021, Aleksandr Vasiliev, una guardia giurata del Centro Eltsin di Ekaterinburg, con una penna a sfera ha disegnato gli occhi alle due figure astratte sul dipinto dell’artista d’avanguardia Anna Leporskaja (1900-1982) arrivato dalla collezione della Galleria Tretjakov. Secondo il vandalo, lo aveva fatto essendo annoiato e considerando che l’opera dell’allieva di Malevich fosse un disegno fatto da un bambino. La tela, ovviamente, è stata restaurata, ma la corte di appello ha annullato la sentenza a Vasiliev perché non ha considerato le sue azioni un danno intenzionale.

4 / Busto di Petronia Prima

La scultura

In realtà, la “rifinitura” di un’opera d’arte non è un fenomeno così raro. Ad esempio, anche al busto di Petronia Prima, che si trova nel Giardino d’Estate a San Pietroburgo, nell’autunno del 2022 uno sconosciuto ha aggiunto gli occhi. Fortunatamente, a essere “decorata” non è stata l’opera originale di Antonio Corradini (1688-1752), che si trova nel Castello Mikhailovskij, ma solo la sua copia in marmo artificiale.

5 / Linoleografie di Vadim Sidur 

Succede anche che le opinioni religiose diventino motivo di attacco a un’opera d’arte. Nel 2015, gli attivisti ortodossi dell’associazione “Bozhja Volja” (“Volontà di Dio”) hanno attaccato la mostra “Sculture che non vediamo”, tenutasi nel Maneggio di Mosca. Non gradivano le opere dell’anticonformista Vadim Sidur: secondo loro, l’artista raffigurava Dio in una forma oscena. Lo “scambio di opinioni” ha provocato danni a diverse linoleografie dedicate alla crocifissione di Gesù e a una scultura di Giovanni Battista.

6 / “Caprichos” di Francisco Goya e Salvador Dalì

Gli oggetti esposti alla mostra “Il mondo del surrealismo” al Centro internazionale delle arti di Ekaterinburg “Glavnyj prospekt” nel 2018 sono stati danneggiati da alcune patite dei selfie. Tre visitatrici erano così tanto desiderose di immortalarsi sullo sfondo delle opere di Goya e Dalì, che hanno lasciato cadere lo stand su cui si trovava l’acquaforte “Bravissimo!” dalla serie “Caprichos” di Goya e la sua versione surrealista chiamata “No”, creata da Salvador Dalì. L’opera di Goya ha subito danni alla cornice e al vetro, mentre quella di Dalì ha rimediato un buco.

 

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