Chi è Ksenia Rappoport, la star russa del cinema italiano

L’attrice Ksenia Rappoport sul red carpet del film “Mama, ja doma” (“Mamma, sono a casa”) del regista Vladimir Bitokov alla 78ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia

L’attrice Ksenia Rappoport sul red carpet del film “Mama, ja doma” (“Mamma, sono a casa”) del regista Vladimir Bitokov alla 78ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia

Ekaterina Chesnokova/Sputnik
Potete vederla nel nuovo film di Liliana Cavani “L’ordine del tempo”, ma è dal 2006, con “La sconosciuta” di Giuseppe Tornatore, che la sua vita artistica si è legata all’Italia. Ecco tutto quello che c’è da sapere su questa straordinaria attrice

Ksenia Rappoport è la protagonista russa de “L’ordine del tempo”, il nuovo film di Liliana Cavani (1933-), regista allieva di Luchino Visconti e autrice del film cult “Il portiere di notte” del 1974. La Rappaport aveva già conquistato l’Europa con il film del 2006 “La sconosciuta” di Giuseppe Tornatore. In seguito, ha impressionato il regista britannico Bernard Rose, che l’ha chiamata a recitare nella versione inglese di “Anna Karenina” con Sophie Marceau e Sean Bean, ha recitato con Monica Bellucci, e, nel corso della sua carriera, ha ricevuto diverse Aquile d’Oro (Zolotoj Orjol), l’analogo russo degli Oscar.

Ksenia è nata il 25 marzo del 1974 a Leningrado (oggi San Pietroburgo) nella famiglia dell’architetto Aleksandr Rappoport e dell’ingegnera Irina Griner. Suo nonno era uno storico dell’architettura russa antica e sua nonna era un’archeologa. In famiglia erano convinti che Ksenia avrebbe continuato la dinastia e che, dopo essersi laureata, sarebbe andata a progettare edifici. Ma era appassionata di musica e ginnastica ritmica, e al liceo si innamorò del mondo del teatro delle marionette.

È interessante notare che Ksenia ha debuttato al cinema da adolescente. A sedici anni è comparsa nel film diretto da Dmitrij Astrakhan “Izidy!”, in un piccolo ruolo. A quanto racconta, partecipò a quella pellicola per puro caso.

“Una mia amica lavorava come assistente al trucco presso lo studio di produzione. Era appassionata di fotografia e ci fotografavamo sempre a vicenda. Un giorno aveva delle mie foto sulla sua scrivania al lavoro. C’erano dei provini in corso, e qualcuno vide quelle immagini”, ha ricordato. All’inizio Ksenia non prese la cosa sul serio; le sembrava che il mestiere di attrice fosse qualcosa di semplice e divertente.

A quei tempi pensava di diventare insegnante o traduttrice (aveva studiato francese), ma molti dei suoi amici scelsero di entrare all’Accademia di Arti Teatrali di San Pietroburgo, e anche Ksenia volle provare. Iniziò però presto a dubitare di aver scelto la strada giusta, e abbandonò gli studi ben quattro volte.

Ksenia Rappoport ne “Il gabbiano” di Anton Chekhov sul palco del Malyj dramaticheskij teatr - Teatr Evropy (Teatro d’Europa) di San Pietroburgo, nel 2001

“All’inizio tutto sembrava bello, poi noioso, e poi di nuovo bello, così, circolarmente. Mi pareva che questa non fosse per niente la mia vocazione. E quando siamo arrivati a filmare, ero sicura che tutti si sarebbero resi conto che ero un’incapace e che mi avrebbero mandato via”, ha detto l’attrice.

La prima volta Ksenia si è presa un congedo dall’accademia teatrale a causa della gravidanza. Nel 1994 ha avuto dall’imprenditore e uomo d’affari Viktor Tarasov la figlia Aglaja-Darja (oggi in Russia è un’attrice famosa, Darja-Aglaja Tarasova).

L’attrice Ksenia Rappoport con sua figlia Darja-Aglaja Tarasova. Anche lei, nata nel 1994, è una attrice celebre in Russia

Durante la pausa presa dalla formazione accademica, la Rappoport recitò nel suo primo film straniero. Si trattava di “Anna Karenina” con Sophie Marceau e Sean Bean nei ruoli principali. Nel film di Bernard Rose Ksenia ha ottenuto il ruolo di Masha, la convivente di Nikolaj Levin.

Ksenia racconta che anche questo ruolo lo ottenne per caso. Una sua amica lavorava come traduttrice sul set e una volta, in un bar, la Rappoport e i suoi amici si sono imbattuti negli americani che lavoravano a questo progetto.

“Non avevo idea di chi fossero. Hanno iniziato a discutere di ‘Anna Karenina’ e io mi sono lasciata trasportare. Ho cominciato a dire che non capivano nulla della Russia e di Tolstoj. Poi è venuto fuori che quello con cui stavo parlando era il regista, e gli avevo appena detto che non poteva girare nulla perché non conosceva la vita russa, l’anima russa, il destino di una donna. E che era una sciocchezza far interpretare Anna Karenina a Sophie Marceau, e atre cose così…”, ha raccontato.

A sorpresa, qualche giorno dopo, un amico chiamò Ksenia e le propose di fare un provino per il ruolo.

Dopo il diploma, Rappoport è stata invitata a far parte del gruppo di tirocinanti del Teatro MDT di San Pietroburgo. Il suo primo ruolo fu quello di Nina Zarechnaja nel classico di Anton Chekhov “Il gabbiano”. Ben presto Ksenia divenne una delle artiste principali del teatro. Il suo repertorio include ruoli da protagonista nelle messe in scena di “Amleto”, “Zio Vanja”, “Il giardino dei ciliegi”.

Una vera e propria svolta cinematografica è stata il ruolo da protagonista ne “La sconosciuta” di Giuseppe Tornatore. Prima delle riprese Ksenia non parlava italiano. Il regista sbarcò appositamente a Mosca per trovare un’attrice per il suo film.

Ksenia Rappoport in una scena del film “La sconosciuta” di Giuseppe Tornatore (2006), la prima pellicola che l’ha portata in Italia

“La sconosciuta” è stato un dono del destino per lei. È stato un inizio tale che era molto difficile immaginare “un dopo” dello stesso livello. “Ricordo di aver preso l’aereo e di aver capito che avrei girato con Tornatore; non potevo crederci. Poi – fantastico – stavo camminando nello studio di Cinecittà. E poi è successo tutto così in fretta che non ho avuto il tempo di rendermi conto, di prepararmi, di imparare la lingua. Dodici giorni dopo sono iniziate le riprese”, ha raccontato Ksenia.

È stata l’ultima attrice scelta per un ruolo nel film che racconta di una ragazza dal destino difficile, che va in Italia per vendicarsi dei suoi aggressori.

Per la sua interpretazione, nel 2007, la Rappoport è stata insignita del più prestigioso premio italiano: il David di Donatello come migliore attrice.

L’anno successivo, la Rappoport ha aperto la 65ª Mostra del Cinema di Venezia. Divenne la seconda ospite straniera della cerimonia del più antico festival cinematografico internazionale (la prima era stata Romy Schneider). 

Da sinistra a destra: l’attore Michele Alhaique, la regista Maria Sole Tognazzi, gli attori Ksenia Rappoport, Pierfrancesco Favino, Monica Bellucci e Glen Blackhall. Terza edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, anteprima del film “L’uomo che ama”, 23 ottobre 2008

Ksenia ha ammesso di essere molto nervosa, anche perché aveva scritto lei stessa i testi dei suoi discorsi in italiano.

“Mi tremavano le gambe per il fatto di dover condurre la cerimonia in italiano, ho scritto io stessa il discorso e non ero sicura che fosse chiaro. In generale, in effetti, è molto snervante essere l’ospite di un festival del genere”, ha raccontato l’attrice.

I ruoli successivi a “La sconosciuta” non sono stati meno importanti per Ksenia. Ha interpretato una cantante d’opera che perde la voce nel film drammatico di Kirill Serebrennikov “Jurev den” (è stata premiata per il suo ruolo femminile al festival Kinotavr e ha ricevuto il premio “Elefante bianco” dalla Corporazione russa dei critici cinematografici). Nel 2009, la Rappoport ha ricevuto due premi “Aquila d’Oro” per “Jurev den” e per il suo ruolo nella serie poliziesca “Likvidatsija” diretta da Sergej Ursuljak, sulla Odessa degli anni Quaranta.

L’attore Amr Waked, l’attrice Ksenia Rappoport, il regista Ricky Tognazzi e l’attore Alessandro Gassmann alla prima del film “Il Padre e lo Straniero” nel corso della V edizione della Festa del Cinema di Roma, 30 ottobre 2010

Ma la storia italiana di Ksenia non era finita. Per la sua “eccezionale attività civica”, nel 2009 ha ricevuto il premio romano “Simpatia”. Poi ha recitato anche nel thriller “La doppia ora” di Giuseppe Capotondi, per il quale è stata premiata con la “Coppa Volpi” per la migliore attrice al 66° Festival di Venezia. Quattro anni dopo è stata membro della giuria della sezione “Orizzonti” della 70ª Mostra del cinema di Venezia.

Da sinistra a destra: la moglie dell’ambasciatore italiano in Russia Roya Surdo, il regista Giuseppe Tornatore, il direttore del Festival del Cinema “Venezia-Mosca” Marco Muller e l’attrice Ksenia Rappoport durante un ricevimento all’Ambasciata d’Italia nel 2010

Tra gli altri progetti internazionali di Ksenia ci sono stati il franco-russo “Rasputin”, con Gerard Depardieu e Jeanne Ardant (dove interpretava la segretaria del celebre mistico), e “L’uomo che ama" di Maria Sole Tognazzi, con Monica Bellucci e Pierfrancesco Favino.

L’attrice russa Ksenia Rappoport (al centro) come membro della giuria del programma parallelo “Orizzonti” alla cerimonia di apertura della 70ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, con gli altri membri della giuria

Anche nella vita privata della Rappoport ci sono stati dei cambiamenti: dopo la separazione da Viktor Tarasov, Ksenia ha vissuto cinque anni in una unione civile con l’attore Jurij Kolokolnikov, da cui ha avuto una figlia, Sofija. Il successivo marito dell’attrice è diventato il ristoratore Dmitrij Borisov, ma nel maggio 2019 la coppia ha divorziato. Da allora Ksenia non ha più rilasciato dichiarazioni sulla sua vita privata, ma secondo alcune indiscrezioni il suo nuovo prescelto sarebbe il regista Rezo Gigineishvili. 

Alessandro Gassmann, Ksenia Rappoport e Claudia Gerini in una scena del film di Liliana Cavani “L’ordine del tempo” (2023)

Il nuovo film italiano con Ksenia Rappoport, “L’ordine del tempo”, racconta di un gruppo di amici che si riuniscono e improvvisamente vengono a conoscenza dell’avvicinarsi della fine del mondo. Con Ksenia recitano Claudia Gerini, Alessandro Gassmann e Richard Sammel, e la critica ha notato il film per la recitazione e il dramma. È sicuro che Kenia Rappoport apparirà in altri film stranieri.

Una scena del film di Liliana Cavani “L’ordine del tempo” (2023)

“Dentro di me sono una ottimista sofferente. Devo ammettere che mi piace drammatizzare tutto, esagerare, ma allo stesso tempo non smetto di rallegrarmi della vita”, conclude Ksenia.


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