Chi era Gala, la moglie russa di Salvador Dalí che l’ha reso famoso?

Salvador Dalí (11 maggio 1904–23 gennaio 1989), pittore, scultore, scrittore, fotografo, cineasta, designer, sceneggiatore e mistico spagnolo con la moglie Gala Éluard Dalí, nata Elena Gomberg-Djakonova (7 settembre 1894–10 giugno 1982), modella, artista e mercante d’arte russa

Salvador Dalí (11 maggio 1904–23 gennaio 1989), pittore, scultore, scrittore, fotografo, cineasta, designer, sceneggiatore e mistico spagnolo con la moglie Gala Éluard Dalí, nata Elena Gomberg-Djakonova (7 settembre 1894–10 giugno 1982), modella, artista e mercante d’arte russa

ullstein bild via Getty Images
Il pittore catalano sarebbe diventato celebre anche senza questa donna accanto? Probabilmente no, perché il ruolo di Gala nella sua vita fu unico: non solo musa ma anche risolutissimo agente commerciale, instancabile nelle pubbliche relazioni

Dalla Russia con amore

Quando si parla di Gala, la prima cosa che si ricorda sono le sue origini. Questa ragazza russa, cresciuta a Mosca, divenne la musa del genio surrealista Salvador Dalí (1904-1989). Il suo vero nome è Elena Gomberg-Djakonova. Nata nel 1894 a Kazan, si trasferì in seguito a Mosca insieme a tutta la famiglia.

Gala (Elena Djakonova), prima moglie del poeta francese Paul Éluard (1895-1952), da cui si separò per risposarsi con Salvador Dalí. Foto scattata in Francia attorno al 1930

All’età di 18 anni, Elena si ammalò di tubercolosi. La famiglia, che era abbastanza agiata, la mandò in Svizzera nel sanatorio di Clavadel. In Svizzera conobbe il poeta surrealista Paul Éluard che le diede il soprannome di Gala, che in francese significa “festa”. Per Éluard, Gala divenne una fonte inesauribile di ispirazione e la principale destinataria delle sue poesie d’amore.

In seguito, Gala e Paul si sposarono e nel 1918 ebbero una figlia, Cecile. Il matrimonio durò poco più di 12 anni. Il rapporto tra i coniugi era di estrema libertà: entrambi avevano altri partner sessuali e non lo nascondevano. In quel periodo, l’amante più noto di Gala fu il pittore Max Ernst, che per un certo periodo visse addirittura insieme a Gala ed Éluard nella loro casa.

L’incontro con Dalí

Per Gala, l’incontro con Dalí fu inatteso. Nel 1929, insieme a Éluard, andò a visitare un giovane pittore catalano che si chiamava Salvador. Da questo incontro la donna fu profondamente impressionata, ma anche irritata.

Salvador Dalí dipinge sulla fronte della moglie la testa di Medusa, una delle tre Gorgoni dai capelli serpentini che trasformavano in pietra tutto ciò su cui posavano lo sguardo

“Lei rimase sorpresa dalla logica del mio ragionamento e subito, sotto un platano, mi confessò di avermi preso per un tipo nauseante e insopportabile a causa dei miei capelli imbrillantinati che mi davano l’aspetto di un tanghero argentino”, così Dalí ha ricordato il loro primo incontro nel suo libro autobiografico “La mia vita segreta”.

L’incontro si rivelò fatale: tra i due fu subito amore. Poco dopo, Gala divorziò da Éluard, lasciandogli la loro figlia Cecile che non poté mai amare veramente (persino quando stava per morire, non volle vedere la figlia). Lasciò il marito per un giovane artista ancora sconosciuto, facendo un salto nell’ignoto. 

L’inizio della vita con Dalí fu segnato dalla povertà. Il padre di Dalí lo lasciò senza soldi per le sue sortite eccentriche, mentre i suoi quadri non si vendevano, perché nessuno li capiva.

Salvador Dalí e sua moglie Gala

Tuttavia, avendo intuito il talento di Dalí, Gala cominciò subito a girare le gallerie d’arte, pregando di esporre i dipinti dell’uomo che lei amava. In questo era veramente brava, perché aveva imparato il mestiere di produttore e agente artistico e ciò la aiutò a promuovere l’arte di Dalí, portandola a livelli che procurarono all’artista catalano la fama mondiale. 

Nel loro sodalizio coniugale, lei era l’elemento razionale che equilibrava il talento sfrenato e la natura eccentrica dell’artista: “In mattinata Salvador commette degli errori, e nel pomeriggio io li correggo, stracciando i contratti che egli spensieratamente ha firmato”. 

Per Dalí, Gala era non solo un agente finanziario, ma anche la fedele musa. Fu una delle due donne che l’artista raffigurava nei suoi quadri (la seconda era la sorella di Dalí, Anna-Maria). Per quanto i biografi avessero cercato di cogliere l’essenza della moglie dell’artista, lui stesso, con i suoi dipinti e le sue parole, ne diede la descrizione migliore: “Aveva un corpo tenero, come quello di una bambina. La linea delle spalle era di una rotondità quasi perfetta, mentre i muscoli della vita, in apparenza fragile, erano atleticamente tesi, come quelli di un’adolescente. Tuttavia, la curva del fondoschiena era decisamente di donna. La combinazione, piena di grazia, del suo busto snello ed energico, vitino da vespa e fianchi teneri la rendeva ancora più desiderabile”.

E vissero tutti felici e contenti 

Dopo il matrimonio ufficiale, contratto nel 1934, Gala e Salvador partirono per gli Stati Uniti. Per lei non era semplicemente un viaggio, ma una parte della sua strategia: voleva dimostrare ai ricchi americani il talento di suo marito. Infatti, andò tutto come aveva previsto. Man mano che cresceva la popolarità di Dalí, sorgeva anche l’astro di Gala che accompagnava il marito a tutti gli eventi. Di lei i giornalisti scrivevano: “Ha semplicemente preso l’indifeso e, senza dubbio, dotato Dalí, trasformandolo in una star internazionale”.

26 aprile 1955, Salvador Dalí e sua moglie Gala a un galà a Londra

 Vissero insieme 53 anni. Commentando la loro vita insieme, Dalí osservò che la loro storia era quello che tutti vorrebbero provare almeno una volta nella vita: “un’interminabile luna di miele”. 

Come anche nel matrimonio con Éluard, Gala continuava ad avere relazioni extraconiugali, spesso  con uomini dieci anni più giovani di lei. Anche Dalí faceva altrettanto, frequentando ragazze molto giovani. Malgrado ciò, non si sono mai lasciati ed erano una cosa sola sia nel lavoro, sia nella loro vita privata.

La fine dell’amore

Sempre generoso con la sua musa, nel 1969, Dalí regalò a Gala un vero castello medievale: il Castello di Púbol, in provincia di Gerona, in Catalogna. Per impressionare la donna, l’artista non solo comprò il castello, ma lo fece anche restaurare e lo dipinse con le proprie mani.

 Salvador Dalí e sua moglie Gala a Port Lligat durante le riprese del programma “Close-up” a lui dedicato

Gala accettò il regalo, ponendo però una condizione. Ecco che cosa ne scrisse lo stesso Salvador Dalí nei suoi diari: “Gala mi prese per mano e all’improvviso disse: ‘Grazie ancora, di tutto. Accetto il Castello di Púbol, ma a una condizione: senza la mia autorizzazione scritta, tu non potrai venire qui’”. L’artista fu lusingato da questa decisione della moglie, la quale, come ammetteva Dalí stesso, aveva un qualcosa di sadico. E a lui piaceva quando lei si costruiva attorno una “fortezza inespugnabile”. 

Tuttavia, da quando Gala si trasferì nel castello, la loro passione cominciò gradualmente a spegnersi. Persino in età avanzata lei continuava a incontrarsi con altri uomini. Il senso della propria impotenza portava Dalí alla disperazione, litigavano continuamente. Nel 1980, quando Dalí si ammalò gravemente, la passione che aveva animato il loro rapporto si estinse. Due anni dopo, Gala fu stroncata da una grave forma di influenza. Morì all’età di 88 anni.

Salvador Dalí al St. Regis Hotel di New York City, 6 febbraio 1968

Dalí esaudì l’ultima volontà di sua moglie, seppellendola nel castello di Púbol, dove fece costruire una cripta. Non fu presente alle esequie, ma venne alla tomba della moglie alcune ore dopo, quando non c’era più nessuno. L’artista stesso morì nel 1989, sette anni dopo la scomparsa della sua musa russa.

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