Quattro muse russe che hanno ispirato grandissimi pittori europei

Alphonse Mucha, dominio pubblico, Getty Images, anrimatiss.ru
Gli artisti le hanno amate, sposate, usate come modelle, e loro non di rado hanno saputo curare alla grande gli aspetti organizzativi, rendendo i loro uomini protagonisti nel mercato dell’arte

Olga Khokhlova (1891-1955) 

Olga Khokhlova arrivò a Parigi nel 1917 come ballerina e a quel tempo Pablo Picasso (1881-1973) stava progettando il set e i costumi per uno degli spettacoli dove si esibiva. Il pittore trentacinquenne si innamorò così tanto di questa bellezza russa accigliata e dai capelli rossi che trascorse la maggior parte dell’anno a corteggiarla. La coppia si sposò un anno dopo, nonostante le obiezioni della madre di Picasso che non voleva per suo figlio una moglie straniera. La mamma cedette quando Picasso le regalò un ritratto della sua promessa sposa in mantiglia. 

Inizialmente, il matrimonio alimentò l’ascesa di Picasso nelle alte sfere della società parigina, e la sua aristocratica moglie si godette il loro status. Sotto molti aspetti, il primo periodo delle loro nozze fu un periodo di stabilità e felicità, aiutato anche dalla nascita del loro figlio Paulo nel 1921. I dipinti di Picasso della Khokhlova dell’epoca sono estremamente amorevoli; tendono a idealizzarla mentre è innocentemente seduta e legge, con un’enfasi pronunciata sul suo naso e sugli occhi perfetti. 

Man mano che il matrimonio andava avanti, le cose peggiorarono per i problemi di salute della Khokhlova e, a partire dal 1927, Picasso iniziò una relazione clandestina con la diciassettenne Marie-Therèse Walter. I rapporti con la moglie peggiorarono in fretta, e Khokhlova e Picasso si separarono nel 1935. 

Gala Dalí (1894-1982) 

Gala Dalí (nata Elena Djakonova) è stata per molti versi una figura misteriosa, proprio come suo marito Salvador Dalí (1904-1989). Sebbene spesso ricordata come musa, Gala era una metà assolutamente indipendente e uguale nel loro matrimonio, e la maggior parte del suo lavoro era svolto fuori dalle luci della ribalta.

Nata a Kazan e cresciuta a Mosca, Gala incontrò per la prima volta Salvador Dalí con il suo allora marito Paul Éluard, il poeta surrealista, nel 1929. Innamoratasi di questo giovane artista spagnolo poco conosciuto, dieci anni più giovane di lei, scappò a Cadaqués per stare con lui nel suo villaggio sul mare, e cinque anni dopo si sposarono. 

La femminilità di Gala divenne uno dei capisaldi delle imprese artistiche di suo marito, e lui avrebbe continuato a immortalarla come una Madonna, un enigma e come un potente simbolo erotico. Tuttavia, la relazione della coppia, pur essendo soggetta a un’estrema ispirazione reciproca, potrebbe non aver avuto risvolti sessuali, a causa della fobia del contatto fisico di Salvador: Gala lo soprannominò “il mio piccolo figlio”. 

Ma Salvador era fortunato ad avere Gala, e lo sapeva. Determinata e vorace, la russa combatté con le unghie e con i denti per promuovere il lavoro del marito, reclamizzando i suoi quadri galleria per galleria. L’intrecciarsi di questo legame creativo fu così stretto che Salvador iniziò a firmare le sue opere “Gala Salvador Dalí”, alludendo alla totale unità della coppia. 

Lidija Delektorskaja (1910-1998) 

Il rapporto platonico di Henri Matisse (1869-1954) con la sua compagna siberiana fu la storia di due persone vulnerabili che dipendevano l’una dall’altra. Senza di lei, la rinnovata produttività vista negli ultimi due decenni della vita del grande artista sarebbe stata praticamente impossibile.

Cresciuta a Tomsk e rimasta orfana di entrambi i genitori nel 1922, Lidija Delektorskaja arrivò a Nizza. Era una rifugiato povera, sopravvisse ballando e facendo la modella, e alla fine divenne assistente dello studio di Matisse. La Delektorskaja fu quindi incaricata di prendersi cura della moglie malata di Matisse, Amélie, ma gradualmente assunse il ruolo di manager di Matisse, supervisionando la gestione dello lo studio, dei modelli e le mostre. Come scrisse il suo biografo Hilary Spurling: “Avrebbe potuto gestire un esercito… Tutto funzionava come un orologio svizzero.” 

Lidija Delektorskaja divenne lei stessa modella per Matisse in “Nudo rosa” (1935), celebre olio conservato nel Museum of Art di Baltimora. Matisse prese così confidenza con il suo corpo che non dipinse nessun altro per i successivi quattro anni. Quando la Delektorskaja fu bandita dalla moglie di Matisse che la sospettava di usurpare il suo posto in casa, la russa tentò di suicidarsi. Ma la coppia si riunì, stavolta per sempre, in seguito alla separazione di Amélie e Henri nel 1939. 

Sonia Terk Delaunay (1885-1979) 

Già artista affermata quando incontrò suo marito Robert Delaunay (1885-1941), Sonia Delaunay (nata Sara Stern) è forse l’unica musa di questa lista ad aver avuto una carriera fiorente tutta sua.

Nata nell’Impero russo nel 1885, Sonia trascorse la sua infanzia a San Pietroburgo dopo essere stata adottata da uno zio ricco. Ebbe un’educazione artistica e poté studiare in Germania e poi a Parigi. Fu lì che incontrò per la prima volta Robert, prima di sposarlo nel 1910.

Dopo la nascita del loro figlio Charles nel 1911, realizzò per lui una trapunta in stile ucraino che “evocava concezioni cubiste”. La fusione di cubismo e neo-impressionismo, tipico dei lavori della coppia, portò a quello che fu definito “simultaneismo”, una dimostrazione che i colori possono essere modificati da quelli che li circondano. Ciò è evidenziato in “Prismes Electriques” di Sonia (1914), o in “Forme circolari” di Robert (1913).

Da lì in poi, Sonia trattò ogni aspetto della sua vita come altrettanto meritevole di vitalità, dichiarando che “il colore è la pelle del mondo”. L’appartamento della coppia divenne una piattaforma di sperimentazione in cui Sonia applicava colori contrastanti alle pareti, ai mobili e anche ai vestiti, che furono presentati alle sfilate del club di tango Bal Bullier di Parigi. Dopo la Prima guerra mondiale, il loro appartamento divenne un salone per le avanguardie globali.

Durante gli anni Venti, Sonia continuò a farsi le ossa come stilista di moda, aprendo un suo studio. Dopo la morte di suo marito nel 1941, la pittura tornò ad essere il mezzo preferito di Sonia, e il lavoro della sua vita le valse una mostra al Louvre nel 1964 (la prima di una donna).

 

Perchéle donne russe sposano gli stranieri? 

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