Quali messaggi nascondono i ricami ciuvasci? (FOTO)

Cultura
ANNA SOROKINA
Questi fiammanti motivi a quadrato e a zig-zag hanno profondi significati simbolici e sono quanto rimane della mitologia di un popolo antico e della sua scrittura runica ormai scomparsa

Terra dei centomila ricami. Così, romanticamente ma in maniera del tutto fondata, è stata soprannominata la Repubblica di Ciuvascia, situata nella regione del Volga. Infatti, ogni distretto di questa repubblica vanta un’infinità di motivi e punti del ricamo. Gli abitanti locali dicono addirittura che il ricamo in Ciuvascia è come il calcio in Brasile; è nel codice genetico del popolo. 

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Il ricamo dei ciuvasci è un fenomeno matematico

Ancora un centinaio d’anni fa (e in alcune località fino alla metà del XX secolo) i ciuvasci indossavano quotidianamente, e non solo nei giorni di grandi feste, come avviene oggi, i loro costumi tradizionali. Si ricamavano in primo luogo gli indumenti femminili: vesti, grembiuli e copricapi “surpan” (lunga fascia che si portava a turbante) e “masmak” (nastro ad anello che cingeva il capo), perché per i ciuvasci il ricamo era un amuleto che proteggeva dalle forze del male, e la donna era la prima a dover essere protetta, in quanto procreatrice e madre. 

La prima cosa che dà nell’occhio è che il ricamo manuale sembra fatto a macchina, tanto sono fini e precisi i punti che coprono il sottile tessuto. Per riuscirci, bisognava saper contare, perché ogni elemento occupava un determinato numero di fori sul tessuto (due fori a sinistra, tre a destra, poi due punti all’indietro, ecc.). Per ogni motivo si usava un proprio schema, e solo di punti ce n’erano più di 30 tipi! Quindi, il ricamo non era un allegro passatempo in compagnia tra amiche, ma un vero compito di matematica. Una concentrazione particolare era richiesta per il ricamo bifronte (a doppia faccia), quando sul rovescio c’era lo stesso disegno.

“Già prima di sposarsi, la donna preparava parecchi ricami che successivamente venivano applicati sul vestito, perché la vita familiare non le avrebbe poi lasciato molto tempo”, spiega la direttrice del Museo del ricamo ciuvascio Nadezhda Selverstrova. “Nel nostro museo ci sono dei ricami, realizzati tra la fine del XVIII e l’inizio del XX secolo, che si tramandavano di generazione in generazione. In base al ricamo si capiva non solo a quale sottogruppo etnico apparteneva la ricamatrice (in Ciuvascia ce ne sono tre: ciuvasci delle colline, ciuvasci della prateria e ciuvasci del sud), ma anche se era sposata e benestante, e quant’era brava”.

Amuleti ricamati

Nella mitologia ciuvascia esistono tre mondi: quello inferiore, il mondo centrale (dove vivono le persone) e il mondo superiore. Gli esseri che popolano questi tre mondi si possono vedere nei ricami. Trattasi di spiriti, animali, quattro elementi.

“Il mondo inferiore, e quindi il passato, è quello che c’è dalla vita in giù”, spiega Nadezhda Selverstrova, “dalla vita fino alle spalle è il nostro mondo, sopra le spalle c’è il legame con l’universo”.

Secondo la mitologia dei ciuvasci, il mondo fu creato dalla divinità superiore Tura, contrastata dalla divinità del mondo inferiore Sciujttan. Dal cielo si staccarono la terra e l’acqua, nella quale cominciarono a nuotare i pesci e le anatre. Nel cielo restarono tre soli, di cui uno divenne poi luna, e un altro esplose accendendo le stelle. I tre mondi solo collegati da un albero della vita. 

Ancora nel periodo sovietico gli studiosi di etnografia erano riusciti a creare una collezione che include praticamente tutti i motivi del ricamo ciuvascio. L’elemento più usato è il quadrato: simboli della terra, sole a otto punte, anatre, cavalli, alberi, “occhi” (“occhio di Tura”), ma sono frequenti anche altre figure geometriche.

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Le rune ricamate

Tra i motivi del ricamo ciuvascio ci sono dei simboli che rievocano l’antica scrittura runica. Le rune erano in uso presso i popoli del Nord europeo, tuttavia, per un periodo abbastanza breve, furono usate anche dagli avi dei ciuvasci che vivevano sul Volga. Nel Medioevo le rune erano usate soprattutto come simboli distintivi, per marcare vari oggetti della famiglia nel modo che si potessero distinguere da quelli che appartenevano ad altre famiglie. 

Col tempo si cominciò a ricamare tali simboli familiari, e oggi essi costituiscono uno dei motivi tradizionali del ricamo ciuvascio.

Per farsi belle, le donne ciuvasce usavano non solo i ricami, ma anche un’enorme quantità di monete d’argento, parte delle quali veniva dall’Europa.

Oggi la schiacciante maggioranza dei ciuvasci è di fede ortodossa. Tuttavia nelle province russe ci sono dei villaggi ciuvasci, dove gli abitanti continuano ad attenersi alle tradizionali credenze pagane e a celebrare dei sacrifici.


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