Anton Frolov (classe 1982) è stato “stregato” dalla fantascienza fin dall’infanzia. Grande appassionato di Stanisław Lem e dei fratelli Strugatskij, restava incantato davanti alle illustrazioni dall'artista Robert Avotin, pubblicate sulle riviste sovietiche. L’immaginazione di Anton fu catturata da “mondi fragili, misteriosi, illusori, stelle che fluttuano in una misteriosa foschia…”.
Ora è diventato lui stesso un artista. E il suo stile ricorda le vecchie icone russe. Anton lavora prevalentemente con il legno, la tempera e la doratura a foglia d'oro.
Ma le sue “icone” non rappresentano santi o soggetti biblici, bensì civiltà immaginarie, enigmatici esseri alieni mossi da intelligenze artificiali e portatori di messaggi da altri universi.
Sperimentando vari stili pittorici, nel 2012 Anton ha realizzato alcuni bozzetti dove ha combinato la plasticità dei manga giapponesi e il laconismo dell’iconografia della vecchia Russia. Da lì sono emersi con forza i tratti futuristici dei suoi lavori.
LEGGI ANCHE: I dieci migliori scrittori sovietici di fantascienza
“Erano una sorta di schizzi di forme di vita aliene che avrebbero visitato il nostro mondo in un lontano passato, dando origine alla vita intelligente”, racconta Anton, che definisce il suo stile “futurismo iconico”: una sintesi tra spiritualità e alta tecnologia. Ecco alcune delle sue opere.
Anton ha confessato di aver lasciato l’opera in sospeso per parecchio tempo, prima di riuscire a trovare quel dettaglio che gli permise di chiudere il lavoro: quella sottile linea rossa. Una linea che simboleggia il punto del “non ritorno”, oltre il quale c'è solo distruzione. E il guardiano blocca la via d'accesso.
Questo dipinto si ispira alla fiaba “Il fiore scarlatto”, variante russa de “La bella e la bestia”. Solo che il fiore è stilizzato come se fosse fatto di protoni, e al posto del sole da dietro i pioppi spunta un “onnipresente” tetraedro.
L’idea era quella di raffigurare i volti delle icone sullo sfondo dei pianeti e del cosmo. Ma durante il processo, Anton ha spostato il focus dal macrocosmo al microcosmo, rappresentando simbolicamente “altri atomi” (il titolo fa riferimento al romanzo di Stephen King “La nebbia”).
In quest’opera Anton utilizza la tecnica del tratteggio in oro, usata in passato dai maestri iconografi e dai pittori della scuola Palekh per realizzare le loro miniature. “Con un pennello sottile si applica la colla e si applica l'oro. Il risultato è che l'oro gioca con diverse angolazioni, enfatizzando il volume della figura”.
Non è la prima volta che i paesaggi di Anton sono ambientati sullo sfondo dell'architettura di ispirazione socialista degli anni Settanta. “Un'immagine di libertà ed energia sullo sfondo di un'architettura bizzarra, che si slancia nell'infinito dorato”, spiega, commentando la sua opera.
Il “fotone” è la luce della conoscenza. In questi volti cosmici c'è un riferimento al Mondo di Mezzogiorno dei fratelli Strugatskij. Il team di ricerca “Jormala” si è tuffato con l'astronave “Darkness” in un buco nero, ma non ha mai fatto ritorno. Anton offre ritratti di fantasia dei partecipanti a questo esperimento.
Questo dipinto allude ai quattro cavalieri dell'Apocalisse e offre una riflessione sui tentativi umani di controllare il nostro mondo. “Il progresso accelererà l'umanità fino a farle perdere il controllo?”, si chiede l'artista.
Un dipinto-fantasy sulla colonizzazione di Marte e sull'“attrazione tra maschio e femmina”, ispirato a una scena del film “Alien” (1979).
Le effimere immagini bizantine sullo sfondo di un’architettura brutalista parlano dell'isolamento e della solitudine del mondo digitale.
Riflettendo su religione e scienza, Anton fantastica su un terzo fenomeno che potrebbe emergere dalla loro fusione.
La fantascienza tratta spesso il tema dell’incontro tra intelligenze umanoidi e non umanoidi. In questo dipinto (piuttosto complesso dal punto di vista compositivo), Anton riflette sul contatto spirituale tra questi due mondi.
Una versione fantascientifica della Madonna.
LEGGI ANCHE: L’URSS tra alieni e creature mitologiche, quando il passato incontra la fantascienza
Cari lettori,
a causa delle attuali circostanze, c’è il rischio che il nostro sito internet e i nostri account sui social network vengano limitati o bloccati. Perciò, se volete continuare a seguirci, vi invitiamo a:
Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email