“La speranza è la mia bussola sulla terra” è il titolo della canzone più famosa di Anna German (1936-1982). Nata nell'Asia centrale sovietica, visse nella Repubblica Popolare Polacca e si esibì anche in Italia. Fu una delle cantanti più amate dai sovietici.
Una russa tedesca nell'Uzbekistan sovietico
Anna German è nata nella piccola città uzbeka di Urgench, vicino al confine con il Turkmenistan. In quegli anni, la Siberia e l'Asia centrale sovietica ospitavano un gran numero di russi tedeschi, giunti in Russia nella metà del XVIII secolo su invito dell'imperatrice Caterina la Grande (ne abbiamo parlato qui).
I genitori di Anna discendevano da tedeschi e mennoniti olandesi e lei stessa parlava un antico dialetto chiamato “Plautdietsch”.
Suo padre fu ucciso nel 1937 per una falsa denuncia di spionaggio, suo zio morì nei gulag e lei, insieme alla madre e alla nonna, si trasferì prima in Kirghizistan, poi in Kazakistan e infine in Siberia, nel vano tentativo di trovare informazioni sui loro parenti. Alla fine, sua madre sposò un ufficiale polacco, che permise alla famiglia di trasferirsi in Polonia. A Breslavia, Anna studia geologia e partecipa ad attività artistiche amatoriali. Un hobby che in breve tempo si trasforma in una professione.
Come una pop-star italiana
I primi riconoscimenti come cantante arrivarono nel 1963, quando vinse il secondo premio al Festival Internazionale della Canzone di Sopot (analogo all'Eurovision) e, l’anno successivo, il secondo premio al Festival Nazionale della Canzone Polacca di Opole. In seguito, la cantante si recò per la prima volta in tournée in Unione Sovietica con le sue canzoni polacche e la casa discografica sovietica “Melodia” le offrì di produrre il suo primo album.
Nonostante la popolarità, però, lei e la sua famiglia continuavano a vivere in condizioni di ristrettezza economica. E quando nel 1966 le fu offerto un contratto di tre anni in Italia, le sembrò l’occasione giusta per uscire finalmente dalla povertà. Successivamente avrebbe confessato di non amare quei tentativi di farla diventare una pop-star europea, con parrucche e trucco brillante. E fu questo uno degli elementi che la portarono verso la tragedia.
L’incidente
Nel 1967, Anna si esibì al Festival di Sanremo e poi tenne dei concerti in diverse città italiane. Ma il suo produttore cercava di risparmiare su tutto. L'autista era il suo accompagnatore e, durante un viaggio di notte, si addormentò al volante. L'auto uscì di strada e Anna fu sbalzata a 20 metri dal veicolo. Venne ritrovata poche ore dopo in un mucchio di pietre con fratture multiple. Il conducente invece riportò solo ferite minori.
Anna trascorse dodici giorni in coma e sei mesi con un'ingessatura completa, immobile. “Ero ingessata dal collo ai piedi. Ho chiesto con le lacrime agli occhi che mi venisse tolto il gesso”, disse in seguito.
Quando finalmente le tolsero il gesso, passò tre anni a reimparare a camminare e soffrì di mal di testa per il resto della sua vita. Tuttavia, in un'intervista alla televisione di Mosca, parlò di quel lungo periodo di recupero come di un semplice “tempo libero”.
“Le giornate erano molto lunghe, così come le notti - disse -. Cercavo di rispondere a tutte le lettere che ricevevo sia dall'Italia che dall'Unione Sovietica”. Così come ha detto lei stessa, è stato l'amore del pubblico sovietico ad aiutarla a tornare sul palcoscenico.
Un'icona della scena musicale sovietica
Le sue canzoni più famose, scritte da talentuosi compositori sovietici, le ha cantate dopo l’incidente. Tra le melodie più famose si ricordano “La speranza” di Aleksandra Pakhmutova, “And I Like Him” e “When Gardens Bloom” di Vladimir Shainskij, “Echo of Love” di Evgenij Ptichkin, che ha cantato sia da sola sia in coppia con un altro leggendario interprete sovietico, Lev Leshchenko.
In seguito ad Anna furono offerti contratti in Europa e in America, ma lei ha preferito continuare con i concerti in Unione Sovietica: si è esibita persino quando era incinta di cinque mesi.
Anna German era molto alta: 1,85 metri e il suo unico figlio, Zbigniew (nato nel 1975), è diventato un gigante: la sua altezza è di 2,18 metri!
L'ultima canzone
Nel 1980 si sentì male durante un concerto a Mosca. La diagnosi dei medici fu terribile: cancro alle ossa. Le cure furono dure, ma lei continuò a esibirsi, presentandosi in pubblico con gli occhiali da sole per nascondere le lacrime. Nei suoi ultimi giorni, quando ormai non poteva più alzarsi dal letto, registrò i "Salmi di Davide" su un registratore. Si spense nell'estate del 1982.
Una strada nella sua città natale, Urgench, porta oggi il suo nome, così come un giardino a Mosca.
Le canzoni che cantava negli anni '70 sono ancora oggi molto popolari in Russia. “Quanti anni sono passati dalla sua scomparsa, ma il suo ricordo vive nella sua voce unica. Grazie, Anna, per essere sempre stata te stessa!”. Questi sono solo alcuni dei commenti commossi che i russi lasciano sotto il suo video.
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