Che aspetto avevano i più famosi scrittori russi prima di mettere mano al loro look? (FOTO)

Lev Tolstoj

Lev Tolstoj

Dominio pubblico
I classici della letteratura russa non sono sempre stati come li ricordiamo. Noi abbiamo in testa i ritratti celebri che vediamo sulle copertine dei libri. Ma alcuni di loro hanno avuto notevoli trasformazioni di immagine

1 / Nikolaj Gogol (1809-1852)

Essendosi appena trasferito dalla provincia a San Pietroburgo, il giovane Gogol cercava di seguire la moda. E lo faceva con una sorta di attenzione morbosa, spendendoci un sacco di energia e di soldi (peraltro non ne aveva molti). Scrisse al suo più caro amico, Gerasim Vysotskij: “Permettimi di chiederti ancora una cosa: è possibile ordinare da voi a San Pietroburgo un vestito per me dal miglior sarto della città? Puoi informarti per me su quanto costa confezionare un frac all’ultima moda? […] Per favore, fammi sapere quali tessuti alla moda hanno in città per gilet e pantaloni. Sai quali colori sono di moda per i frac?”.

Un altro dettaglio divertente è stato ricordato dall’insegnante Ivan Kulzhinskij: “Gogol, mentre passeggiava per il ginnasio, allargava costantemente l’orlo della sua giacca con entrambe le mani, come involontariamente, per mostrare la fodera. La fodera era, ovviamente, la più alla moda.”

Inoltre, il giovane Gogol portava sempre i capelli corti. Un ciuffo di capelli gli spuntava dalla testa e, come ricordano gli allievi dello scrittore, nella sua giovinezza era “un mix di opposti, qualcosa tra il dandy e la sciatteria”. Il khokhól (il tipico ciuffo usato a quei tempi in Ucraina) non gli piaceva, così si lasciò crescere i lunghi capelli e i baffi, con i quali è passato alla storia. Alcuni credono che fosse per nascondere il naso lungo e sottile, di cui lo scrittore si sarebbe vergognato. Quanto questo sia vero non si sa per certo, ma c’è un riferimento all’aspetto di Gogol come a un “uomo dalla buffa fisionomia”.

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2 / Lev Tolstoj (1828-1910)

Prima di costruire la carriera di maggior successo della letteratura russa e di diventare una sorta di anarchico, Lev Tolstoj era nell’esercito, e, come ufficiale di artiglieria, combatté nella Guerra di Crimea dal 1854 al 1855. Questo determinò in gran parte il suo aspetto all’epoca: nell’Impero russo, l’aspetto di un ufficiale era governato da una serie di rigide regole. Erano vietati capelli e barba lunga, quindi il giovane Tolstoj era sempre ben rasato e ripulito.

Tuttavia, soffriva la vita da ufficiale, pensava ripetutamente al congedo, e aveva un temperamento ribelle già allora notato dagli altri. Ci furono continui scontri tra Tolstoj e i superiori. Il conte a volte trascurava il fatto che gli ufficiali devono avere tutti i bottoni chiusi. L’ufficiale superiore Ju. Odakhovskij menzionò nelle sue memorie il fatto che di aspetto Tolstoj era “brutto, soprattutto per via delle orecchie enormi e sporgenti ai lati”, ma parlava bene, velocemente e argutamente, cosa che affascinava molti. 

Subito dopo aver lasciato la vita militare, Tolstoj cominciò immediatamente a farsi crescere la barba: una delle barbe più famose della cultura russa. Cambiò anche il suo guardaroba: il conte abbandonò gli abiti da nobile e iniziò a indossare abiti semplici, quasi contadini.

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3 / Fjodor Dostoevskij (1821-1881)

Il giovane Dostoevskij non portava la barba, e in generale differiva fortemente dalla sua immagine da manuale di un asceta pensieroso dall’aria inquieta. Coloro che lo circondavano all’epoca non trovavano alcun tratto aristocratico o “nobile” in lui, e raramente descrivevano il suo aspetto con epiteti positivi. “È magro, piccolo, biondastro, con una carnagione malaticcia”, disse di lui Avdotija Panaeva, la scrittrice di cui il venticinquenne Dostoevskij si era innamorato, non corrisposto.

Dostoevskij stesso era ancora più critico e si definiva “un Quasimodo”. Dopo essersi diplomato in una scuola di ingegneria con il grado di caporale ingegnere di campo, dovette seguire le disposizioni sull’obbligo di barba rasata. Nel 1849 fu esiliato in Siberia dopo il caso del “Circolo dei petrascevichi” (che organizzavano riunioni clandestine di opposizione). Durante l’esilio dovette anche prestare servizio nell’esercito: prima come soldato, poi come sottufficiale, e si rasò i capelli. Dalla Siberia tornò dopo dieci anni. Pietroburgo lo accolse freddamente: Dostoevskij era dimenticato, e i suoi folti baffi da sottufficiale sembravano terribilmente provinciali. E i capelli biondi, che aveva pesantemente impomatato e lisciato, non gli crescevano più sulla fronte.

Decise di ricominciare la vita facendosi crescere la barba. In quegli anni in Russia la presenza della barba era ancora un indicatore che una persona non aveva nulla a che spartire con il sistema statale, visto che le barbe erano vietate per i funzionari di ogni rango. Ma non gli cresceva una barba rigogliosa: gli veniva su a stento, il che rattristava lo scrittore, che aveva iniziato a curare attentamente la sua immagine.

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4 / Ivan Bunin (1870-1953)

La Rivoluzione del 1917 cambiò per sempre non solo la vita dello scrittore Ivan Bunin, ma anche il suo aspetto. Il nuovo look, tra l’altro, era un chiaro riflesso della “fine della Belle Époque”.

Bunin prima della Rivoluzione era già riuscito a farsi un nome nella letteratura russa, a guadagnare fama in Occidente e a diventare parte integrante dell’élite letteraria. Nelle fotografie di quegli anni appare come un dandy assoluto: con il pizzetto curato, gli abiti eleganti, il colletto inamidato, i baffi dalla forma ricercata.Essendo conservatore e nobile, Bunin non accettò la Rivoluzione ed emigrò a Parigi. E questo mise fine a quella bohème e a quello snobismo artificioso che era insito nella sua cerchia. Negli anni Venti in Europa era di moda la semplicità e una certa castigatezza, e lo scrittore seguì i dettami. Rinunciò alla barba di un tempo e ora, come tutti, prese a radersi il viso ogni giorno. Nel 1933 fu il primo russo a ricevere il premio Nobel per la Letteratura. Anche il suo stile letterario, radicato nel XIX secolo, non cambiò, ma nelle sue reminiscenze della vecchia Russia arrivò sempre più al tema dell’amore infelice, della solitudine, della decadenza e della morte. Anche l’aspetto di Bunin cambiò, diventando più cupo.

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5 / Ivan Turgenev (1818-1883)

La lunga vita di Turgenev fu un palcoscenico di passioni culturali e politiche. Questo è probabilmente dovuto al suo carattere mite e indeciso: il giovane Turgenev fu dapprima “vittima” della sua stessa madre, una nobildonna dispotica di vecchia famiglia, e poi di metà della comunità letteraria. Turgenev fu definito a più riprese “bugiardo”, “ipocrita” e “plagiario”. L’aspetto esteriore e le caratteristiche dello scrittore non facevano che incoraggiare questo atteggiamento.

Aveva una voce alta e squillante, che non corrispondeva al suo fisico da bogatyr, un viso liscio e rasato e un mento piccolo e flaccido. Turgenev, per gli standard dell’epoca, aveva un aspetto un po’ di maniera. Il suo guardaroba comprendeva cravatte dai colori vivaci e bottoni d’oro. Si cambiava la biancheria due volte al giorno e si puliva costantemente con una spugna intinta nella colonia.

Cominciò a farsi crescere la barba e i capelli negli anni Quaranta dell’Ottocento. Questo ebbe un effetto positivo sulla sua immagine agli occhi degli altri. Soprattutto quando apparve un po’ di nobile grigiore nei suoi capelli.  

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