Un ragazzo serio, pensieroso, con una testa di riccioli chiarissimi e il volto pallido. Ecco com’era da piccolo Fjodor Dostoevskij secondo la descrizione fatta dallo scrittore Vladimir Kachenovskij, suo contemporaneo. Kachenovskij raccontò così il suo primo incontro con i fratelli Dostoevskij: “Ricordo due ragazzi con i riccioli biondi... Quando giocavano, sceglievano dei ragazzini della loro stessa età e interpretavano la parte dei loro leader. Io ero fra quei ragazzini. E loro erano i fratelli Fjodor e Mikhail Dostoevskij”.
Il giovane Fjodor dimostrò la sua inclinazione per la letteratura fin dai tempi della scuola: “Durante la ricreazione, non si separava quasi mai dai libri, e trascorreva il resto del tempo libero chiacchierando con il personale anziano della scuola”.
Fjodor Dostoevskij da bambino
Foto d'archivioKachenovskij frequentò lo stesso collegio. Novellino, lontano dalla famiglia e vittima di bullismo, non aveva nessuno su cui contare… fino a quando conobbe il suo amico d’infanzia Fjodor: “Dopo avermi visto, Fjodor si avvicinò immediatamente, scacciò i miei aggressori e si mise a consolarmi, cosa che avrebbe poi continuato a fare con successo”.
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Il piccolo Fjodor era figlio di Mikhail Fjodorovich Dostoevskij, medico dell'ospedale Mariinskij per i poveri, che in un’ala dell’edificio ospitava un appartamento destinato a ufficio. Fu proprio lì che nel 1821 nacque il futuro genio russo; e lì trascorse buona parte della sua infanzia. In quel luogo, Fjodor visse a tu per tu con la morte e la sofferenza dei pazienti appartenenti alle fasce più povere della società moscovita. Non a caso, il primo romanzo dell’autore si sarebbe intitolato “Povera gente”.
Prima di diventare medico, suo padre, Mikhail Fjodorovich, aveva ricevuto un'educazione religiosa. Fjodor nacque infatti in una famiglie molto devota. “Andavamo a messa ogni domenica e in occasione delle grandi feste religiose”, avrebbe raccontato in seguito Dostoevskij.
Ospedale Mariinskij per i poveri, Mosca
Foto d'archivioAi bambini insegnarono a leggere e a scrivere attraverso il libro “Centoquattro storie sante per i giovani dall'Antico e Nuovo Testamento, selezionate da Johan Gibner” (tradotto dal tedesco). Fu questo infatti il primo libro che il futuro scrittore avrebbe letto interamente da solo. Molto tempo dopo, negli anni ‘70 dell’Ottocento, Fjodor Mikhailovich avrebbe detto che conservava quel volume come una reliquia.
Crescendo, Fjodor e suo fratello maggiore Mikhail svilupparono un grande amore per la lettura. Inizialmente leggevano favole per bambini; poi, con il passare degli anni, si avvicinarono ai classici, che leggevano in compagnia dei genitori: fu così che conobbero autori come Derzhavin, Zhukovskij, Pushkin, oltre a “La storia dello Stato russo” di Nikolaj Karamzin, che Fjodor avrebbe poi ricordato particolarmente bene. “All'età di dieci anni conoscevo quasi tutti gli episodi più importanti della storia russa!”, disse da grande, con vanto.
Mikhail Dostoevskij e Maria Fjodorovna Dostoevskaja, genitori del futuro scrittore
Foto d'archivioOltre alla lettura, i giovani Dostoevskij si appassionarono al gioco delle carte: “Durante le vacanze, specialmente nel periodo natalizio, giocavamo con in nostri genitori al gioco dei ‘Re’. Ed era un tale piacere, un'occasione così gioiosa per noi, che la ricordammo per gli anni a venire!”.
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