“Uno scapolone di 36 anni si ubriaca la vigilia di Capodanno e capita per errore nell’appartamento di una ragazza, mandando all’aria i festeggiamenti romantici di lei con il fidanzato. Questa è la trama della commedia russa più amata di Capodanno!”, racconta la voce fuori campo di Ekaterina, commentando uno spezzone del famoso film sovietico “Ironia del destino”.
Un anno fa Katja (diminutivo di Ekaterina) ha lanciato su YouTube il canale “Soviet Movies Explained” (I film sovietici spiegati), dove racconta agli stranieri i film Made in URSS, ovvero quelle pellicole che hanno emozionato, fatto sorridere, riflettere e piangere varie generazioni di russi nati e cresciuti quando ancora esisteva l’Unione Sovietica.
Alcune pellicole, secondo Ekaterina, richiedono più di qualche video esplicativo… in effetti il cinema sovietico non è così facile da capire - sostiene lei - ma può aprire le porte a un mondo troppo spesso visto in modo distorto dagli stranieri.
Katja vive a Berlino da più di sei anni, da quando suo marito ha trovato lavoro lì nel settore informatico; lei invece è una architetta freelance di Mosca, che si definisce “figlia del tardo periodo sovietico”.
“Quando ci siamo trasferiti (a Berlino) pensavo di creare un canale in lingua inglese per raccontare le differenze tra la vita in Russia e in Germania - racconta -. Quel progetto non ha avuto seguito e nel frattempo mi sono imbattuta nei commenti di alcuni conoscenti di Berlino, che dicevano di aver visto il film ‘Ironia del destino’ e di non averci capito niente… Sono sempre stata attratta dalle differenze culturali e mi è sembrato un ottimo spunto per realizzare un video”.
Dopo quel primo video, Ekaterina si è resa conto che quello non era l’unico film considerato “incomprensibile” da parte del pubblico occidentale. In effetti, se ci pensate bene, buona parte dei film sovietici richiedono qualche “nota a piè di pagina”.
“Non racconto la trama, ma utilizzo degli spezzoni dei film per spiegare alcuni aspetti quotidiani della vita sovietica - dice -. Ho notato che tra gli anglofoni c’è un certo interesse per la Russia, che la vedono come qualcosa di esotico, ma ci sono ancora troppi stereotipi causati dalla mancanza di comprensione, dal non capire come viviamo e perché ci comportiamo in un determinato modo”.
Nel corso degli anni Katja ha individuato una lista di cose che risultano sconcertanti per gli stranieri: la scarsità di beni in URSS, la costruzione massiccia di edifici residenziali tutti uguali e i rapporti familiari.
“Nel film ‘La donna preferita del meccanico Gavrilov’ (titolo originale: ‘Ljubimaja zhenshchina mechanika Gavrilova’), c'è una scena in cui la protagonista cammina per strada. Improvvisamente, qualcuno arriva con un pacco con su scritto a lettere cubitali ‘Made in Japan’. Immediatamente, una folla si raduna intorno al pacco, anche se nessuno ha idea di cosa ci sia dentro... Anche lei si unisce alla coda, dove la gente spinge e urla. Dopo aver comprato qualunque cosa fosse in vendita, la scarta e scopre che si tratta di un semplice piatto smaltato. Così prosegue per la sua strada, in abito da sera e tacchi alti, portando con sé quel piatto smaltato…”, dice Ekaterina.
Questa scena illustra molto bene cos’era la penuria di beni, osserva Katja. Non si poteva semplicemente entrare in un negozio e comprare ciò che si voleva.
La gag chiave del film “Ironia del destino” si basa su un altro elemento della realtà sovietica: in qualsiasi parte del Paese si potevano trovare condomini e strade assolutamente identici. Il protagonista del film, Zhenya, dopo aver bevuto un po' troppo con i suoi amici, vola per errore in un’altra città ed entra in quello che crede essere il suo appartamento. “Gli stranieri non capiscono come si possa confondere un condominio ed entrare nell’appartamento di qualcun altro, anche se è identico al tuo. Tuttavia, all'epoca c'era un'economia pianificata, gli alloggi dovevano essere costruiti rapidamente, quindi i condomini erano fatti secondo un progetto standard e venivano assemblati come un set dei Lego, tutti uguali”, spiega Ekaterina.
Ciononostante gli alloggi non sempre erano sufficienti ed era molto difficile ottenere un appartamento tutto per sé, ecco perché il protagonista del film a 36 anni vive ancora con sua madre.
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Non a caso, prima del suo incontro con il leader sovietico Mikhail Gorbaciov, il presidente americano Ronald Reagan guardò più volte il film “Mosca non crede alle lacrime”. Voleva capire “la misteriosa anima russa”... Questo è forse uno dei film che meglio di altri possono aiutare a capire i russi, dice Ekaterina.
“Racconta quel desiderio di ‘conquistare Mosca’ e riflette la grave carenza di alloggi. Elementi in parte presenti ancora oggi - dice -. Ecco perché il cinema sovietico riguarda anche le persone che vivono nella Russia di oggi”.
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Inoltre, il cinema sovietico è interessante di per sé, e non solo per ragioni antropologiche, sostiene Ekaterina. È semplicemente diverso.
“È sicuramente un buon cinema. È unico grazie alla censura (per quanto strano possa sembrare) e al fatto che non era assolutamente commerciale. Mentre in Occidente si faceva a gara per accaparrarsi gli spettatori e per questo un film doveva essere spettacolare o scandaloso; nel nostro Paese invece tutto veniva fatto per ‘amore dell’arte’ o perché lo imponeva il Partito comunista. Prendete le commedie di Leonid Gaidaj o di Eldar Rjazanov: sono meravigliose perché l'umorismo è intelligente e sofisticato, senza alcun accenno di volgarità. Questa è la migliore prova che i russi sanno ridere ed essere anche divertenti”.
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