La cinquantacinquenne Carrie Bradshaw vive in una casa elegante nella migliore zona di Manhattan, l’Upper East Side. Ora è la vedova di un miliardario. La sua nuova vicina del piano di sotto è, come racconta alla sua amica agente immobiliare, “fica… sempre molto, capisci… una spalla scoperta, con uno stupendo cordino… o gioiello… qualcosa di speciale intorno al collo”. Insomma, una specie di Carrie negli anni Novanta. Esce fino a tardi, si bacia sulle scale d’ingresso con ragazzi molto sexy, ascolta musica ad alto volume… Ma l’unica cosa che Carry vorrebbe sapere è: “Come cavolo si può permettere quel bell’appartamento sotto il mio alla sua età?”. Al che l’amica risponde: “Escort russa?”. E lei: “Come ti viene in mente?”. “È un classico che abbiano case importanti”. “Mmm, non lo sapevo”. Fine della brillante scenetta comica (qui riportata nella traduzione italiana, trasmessa da “Sky”).
Nella versione originale, in inglese, suona così:
– What I wanna know… is how she can afford the good apartment under me at her age?
– Russian hooker!
– What makes you say that?
– It’s a common scenario in high-end real estate.
– Hm. Didn’t know that…
Siamo nell’ottavo episodio di “And Just Like That…” il sequel di “Sex and the City” della Hbo. E, come si scoprirà poco dopo da una telefonata di Carrie all’amica: “Non è né una escort né una russa. È californiana, è super chic, è fica, è famosa, e fa la designer di gioielli. Credo che Scarlett Johansson portasse un suo pezzo una settimana fa”.
Su Instagram, sotto il post di Hbo che annunciava la serie, gli spettatori di lingua russa hanno iniziato a lasciare commenti indignati in massa con l’hashtag #metoorussian, accusando la compagnia statunitense di intolleranza etnica e doppi standard. Gli immigrati russi negli Stati Uniti hanno persino creato una petizione su change.org e chiedono scuse ufficiali, mentre l’azienda, come sottolineano alcuni utenti dei social media, per ora si sta solo limitando a usare la katana della censura, cancellando uno dopo l’altro tutti i commenti negativi.
“Siamo donne di lingua russa che sono state offese e sminuite […] Le donne di lingua russa sono laboriose, istruite e intelligenti. Il messaggio che avete trasmesso è così offensivo, umiliante e irrispettoso! Le donne russe stanno cercando di liberarsi di questo orribile stereotipo. Lavorano duramente, studiano e provvedono alle loro famiglie, mentre voi le chiamate come se nulla fosse ‘escort’ in uno dei vostri show”, è stata la reazione della comunità russa.
La polemica più diffusa nei commenti riguardava l’“inclusività molto selettiva”. Molti hanno sottolineato che il sequel di “Sex and the City” sembra un esempio da manuale della sensibilità contemporanea, con gli autori che sono stati attenti a non offendere inavvertitamente nessun gruppo sociale o etnico, ma dove poi non si sono fatti problemi a usare una battuta così offensiva sulle donne russe.
“Questa ‘tolleranza’ è marcia! Difende ferocemente alcuni, ma si permette di insultare e sminuire altri”, scrive l’utente Sonja Petrova.
“In una serie televisiva che finge di essere femminista, attenta verso tutte le persone di colore e la comunità LGBT avete detto che una giovane donna che vive in un buon appartamento per farlo deve essere una prostituta e usato l’appartenenza nazionale russa, ma siete seri? Nel 2022! Pensate a quello che avete detto, dovreste chiedere scusa ai russi!”, scrive Sandra.
“Vergogna! Dite di lottare per i diritti e le libertà delle donne in tutto il mondo e allo stesso tempo mettete in giro degli stereotipi razzisti sulle donne russe!”, ha commentato bogoslovskaya_k.
Molti commentatori hanno chiesto il boicottaggio dello show e si aspettano che il servizio rimuova l’episodio dalla piattaforma. Alcuni hanno anche notato che i commenti negativi sotto il post scompaiono uno dopo l’altro: “Nascondono davvero tutti i commenti e gli hashtag con #metoorussian. Che disagio… un gigante come la Hbo!”.
Non è la prima volta nell’ultimo mese che le donne slave sono state oggetto di battute e analogie scandalose nei programmi televisivi occidentali. Gli spettatori di “And Just Like That…” hanno ricordato la serie Netflix “Emily in Paris”, dove in un episodio la protagonista va a fare shopping con una donna ucraina che ruba degli abiti. Quando le viene proposto di restituire i vestiti sottratti, la donna ucraina risponde che non lo farà perché teme l’espulsione.
L’incidente è stato anche portato all’attenzione del ministro della cultura e della politica dell’informazione dell’Ucraina Oleksandr Tkachenko alla fine di dicembre 2021, che ha definito l’immagine della donna ucraina di nome Petra una caricatura. Netflix ha risposto a Tkachenko che prendeva atto delle critiche e ha promesso di prevenire casi simili in futuro.
Gli spettatori di lingua russa hanno definito il tutto un “cambio di agenda” degli sceneggiatori: “Negli Stati Uniti non c’è niente su cui ora si possa scherzare liberamente, ma basta cambiare la parola ‘afro-americano/a’, ‘messicano/a’, ‘gay’ con ‘russo/a’ e allora non ci sono più censure. Questo è il problema principale”.
Ci sono, tuttavia, coloro che non hanno visto nulla di offensivo nella battuta della serie tv e credono che l’offendersi continuamente di tutto sia un problema dei nostri tempi.
“Non riesco ancora a capire come sia possibile che diverse generazioni di persone offese da tutto siano cresciute nell’era di ‘South Park’”, scrive Peter Kozlov.
“Che idioti. Ricordate quando nessuno si offendeva per niente? Ogni film aveva un russo cattivo o solo una caricatura, e noi ci ridevamo su”, ricorda l’utente Voennyj mech. “La mafia russa - ok. La prostituta russa - non ok”, scrive Mirzhan Dosymbaev.
L’editorialista di Gazeta.ru Julija Melamed scrive che “si è formato anche tra i russi l’istituto dell’insulto ai sentimenti”, e che questo “a volte raggiunge il punto dell’assurdo. Sogno di vivere abbastanza per vedere il tempo in cui anche le prostitute russe si sentiranno offese. Scriveranno note di protesta all’Onu. Faranno picchetti di protesta davanti alle ambasciate. Terranno conferenze stampa…”.
Hbo Max non commentato in alcun modo lo scandalo, né si è scusata come oggi è comune fare in questi casi. La serie rimane disponibile sul servizio di streaming e i commenti negativi continuano a essere cancellati.
LEGGI ANCHE: I film occidentali sulla Russia e l’Urss? Una macchina di fake news
Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email