Venezia, cala il sipario sulla Biennale di Architettura: elogi per il padiglione russo restaurato

Marco Cappelletti
Lo storico padiglione ai Giardini, da poco rimesso a nuovo, ha ottenuto una menzione speciale dalla giuria per il lavoro svolto

Sta per calare il sipario sulla Mostra di Architettura di Venezia: il 21 novembre si chiuderà la XVII edizione della Biennale, che quest’anno ha toccato il tema “How can we live together?”.

Anche la Russia ha accolto la sfida, partecipando con un proprio programma nello storico padiglione ai Giardini, costruito più di 100 anni fa su progetto di Aleksej Shchusev e da poco restaurato. 

Il padiglione russo a Venezia è stato costruito nel 1914 dall’architetto Aleksej Shchusev, diventato successivamente famoso per il progetto del mausoleo di Lenin. 

Realizzato in stile russo con elementi di architettura veneziana, fu la prima rappresentazione permanente dell'arte russa all'estero. 

La soluzione architettonica di Aleksej Shchusev prevedeva un collegamento tra lo spazio espositivo e la natura dei Giardini, ma nel corso dei secoli nel luogo sono sorti muri e divisori, che ne hanno modificato la struttura. 

Il compito di ristabilire l’originale connessione tra il padiglione e il paesaggio circostante, giocando con la penetrazione della luce, è stato affidato allo studio russo-giapponese KASA, nato dall’incontro tra Aleksandra Kovaleva (Russia) e Kei Sato (Giappone). Teresa Mavica, già direttrice del fondo V-A-C, è commissario del padiglione; il curatore è invece Ippolito Pestellini Laparelli.

Oggi la porta che conduce alla terrazza, rimasta chiusa per molti anni, si spalanca nuovamente sul paesaggio circostante; all’interno del padiglione è stato organizzato un spazio espositivo a due luci e l'edificio stesso ha recuperato il suo colore verde originale. Il 30 agosto, il padiglione ha ricevuto una menzione speciale da parte della giuria della XVII Biennale di Architettura. 

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