1 / Nikolaj Stavrogin – “I demoni” di Fjodor Dostoevskij
Stavrogin è la personificazione del lato più oscuro della personalità umana. Probabilmente non c’è nessun personaggio nel romanzo a cui Stavrogin non porti sofferenza, e che non abbia sedotto, insultato, offeso o rovinato. “Mi ha colpito anche il suo viso: sembrava che fosse un bell’uomo, ma, allo stesso tempo, sembrava disgustoso. Dicevano che il suo viso assomigliasse a una maschera”, dice il narratore, descrivendo il protagonista. Il filosofo russo Nikolaj Berdjaev considerava Stavrogin il personaggio immaginario più misterioso della letteratura mondiale.
L’immagine di un “demone affascinante” è stata creata da Dostoevskij con abilità artistica senza pari. Stavrogin ha una mente eccezionale e un’anima offesa. È un antieroe, un uomo dai mille volti, uno psicopatico, un manipolatore e un donnaiolo seriale.
“…Questo è un vero tipo sociale (secondo me), il nostro tipo, russo, di persona indolente che non vuole essere indolente, ma che ha perso tutto quello che una volta amava e, soprattutto, la fede; che è depravato per via della malinconia, ma coscienzioso, e fa sforzi angoscianti per rigenerarsi e ricominciare a credere…”, Dostoevskij scrisse di Stavrogin.
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2 / Viktor Komarovskij – “Dottor Zhivago” di Boris Pasternak
Komarovskij è il paradigma del male. Lussurioso e peccaminoso, questo benestante avvocato moscovita, è una calamita per le donne deboli. Non c’è spazio per argomenti tabù per quest’uomo di mezza età, che viene descritto come una “…persona sicura, solida e arrogante…” Questa descrizione calza a pennello a Komarovskij. Prima seduce la vedova di un ingegnere belga, poi molesta la figlia sedicenne di lei, Lara. Uomo senza principi, Komarovskij usa le persone come le fiche del casinò per raggiungere il suo obiettivo. Dopo che una persona ha adempiuto al proprio “ruolo”, può essere immediatamente scartata. Komarovskij non è solo un avvocato, ma anche un intrigante e un politico, che vuole trarre un guadagno personale da qualsiasi cosa. Durante la Prima guerra mondiale intrattiene buoni rapporti sia con i politici liberali che con i socialisti. Carrierista egocentrico, è disposto a scendere a qualsiasi patto con la sua coscienza pur di ottenere il risultato desiderato.
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3 / Iudushka – “La famiglia Golovljov” di Mikhail Saltykov-Shchedrin
Porfirij Golovljov, alias Iudushka (o “piccolo Giuda”) è uno dei personaggi centrali del romanzo “La famiglia Golovljov” di Mikhail Saltykov-Shchedrin. La sua fama lo precede: uomo vile, traditore, tiranno e parassita, è incapace di empatia ed è pronto a tradire chiunque per tornaconto personale. Gli occhi di Porfirij “esudano un veleno che incanta”, mentre la sua “voce, come un serpente, si insinua nell’anima e paralizza la volontà”. L’uomo ipocrita, soprannominato “Giuda il succhiasangue”, è un membro di una terribile famiglia russa, afflitta dal bere eccessivo, dalla disperazione e dalla follia. Spinto da estrema avidità, odio e crudeltà, “Iudushka” porterà alla morte tutti i suoi parenti più stretti, senza neppure un briciolo di rimorso. “Una illimitata trasandatezza è diventata la caratteristica dominante del suo rapporto con se stesso. Molto tempo fa, è rimasto affascinato da questa completa libertà da qualsiasi costrizione morale…”
4 / Aljona Ivanovna – “Delitto e castigo” di Fjodor Dostoevskij
L’anziana prestatrice a pegno dell’impareggiabile opera di Dostoevskij si guadagna da vivere con l’usura. Aljona Ivanovna, che molto probabilmente soffre di tubercolosi, visto che tossisce continuamente, ha allestito qualcosa di simile a un banco dei pegni a casa sua. Presta denaro a tassi di interesse enormi in cambio di gioielli e cose di valore.
Dostoevskij non nasconde il suo disprezzo mentre la descrive come una “vecchia secca con occhi malvagi e un naso piccolo a punta… I suoi capelli biondi e leggermente grigi erano unti d’olio... Era così piccola e brutta…”
I suoi clienti la odiano. Se qualcuno è in ritardo anche solo di un giorno con il riscatto della proprietà impegnata, la vecchia non ha pietà. Tratta sua sorella minore Lizaveta come uno zerbino. Secondo Rodion Raskolnikov, è la “causa della sofferenza” di molte persone.
5 / Aleksej Shvabrin – “La figlia del capitano” di Aleksandr Pushkin
Aleksej Shvabrin è il contrario di decenza, rettitudine e correttezza. Fa delle avance alla figlia del capitano, Masha Mironova, e le fa pure una proposta di matrimonio, ma rifiuta di accettare un “no” come risposta. Pushkin descrive Shvabrin come un “giovane ufficiale di bassa statura, con una carnagione scura e un viso superbamente brutto, ma estremamente vivace”. Calunniatore, ma anche vendicativo e amaramente meschino, fa battute offensive sulla giovane donna per vendetta. Quando scoppia la rivolta di Pugachjov, Shvabrin, che è un bugiardo nato, si comporta come un traditore e si unisce ai ribelli.
6 / Marfa Kabanova – “L’uragano” di Aleksandr Ostrovskij
Marfa Kabanova potrebbe probabilmente entrare nei libri di storia come la suocera più da incubo mai esistita! È una vecchia megera crudele e senza cuore, gelosa persino dell’amore di suo figlio per la sua giovane e bella moglie Katerina. La ricca vedova è costantemente insoddisfatta di qualcosa e tiene tutta la sua famiglia nel terrore e nella paura. La Kabanova gestisce la casa con il pugno di ferro e offende sia i suoi figli, Tikhon e Varvara, sia la sua povera nuora, che alla fine spinge al suicidio. Del resto lo aveva detto: “Se non avrai paura di me, che ordine ci sarà in casa?”. È fanaticamente religiosa, ma solo di facciata. Gesti di perdono, compassione e misericordia sono totalmente estranei alla sua natura.
7 / Sharikov – “Cuore di cane” di Mikhail Bulgakov
Poligraf Poligrafovich Sharikov non è certo una persona qualunque. Era un cane bastardino malmesso di nome “Sharik” (“Pallino” nella traduzione italiana del romanzo) che ha trovato la sua nuova casa nello spazioso appartamento di Mosca appartenente a un chirurgo di fama mondiale, il professor Preobrazhenskij, che si imbarca in un esperimento simile a Frankenstein e trapianta i testicoli e l’ipofisi di un uomo morto al cane randagio. L’esperimento è un enorme successo, perché il cane si trasforma in uomo, ma la cattiva notizia è che il povero animale si trasforma in un vero bastardo, in grado solo di bere, fumare e dire parolacce. “La cosa più orribile è che non ha più un cuore di cane, ma un cuore umano. E il più schifoso di tutto ciò che esiste in natura”, afferma il professor Preobrazhenskij.
Il compagno Sharikov è basso e “in apparenza antipatico”, e così indecente e imprudente che quasi ti fa rabbrividire. Si comporta come un animale anche dopo essere diventato formalmente un uomo. La sua gamma di interessi è molto prevedibile. Trova la sua vera vocazione estetica come funzionario sovietico incaricato di liberare Mosca dai gatti.
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