1 / “Anna Karenina” di Lev Tolstoj
Anna Karenina e Aleksej Vronskij si conoscono in una stazione ferroviaria di Mosca. Lei sposata, lui single, si capisce subito che il momento clou erotico tra di loro è inevitabile. E così avviene, circa un anno dopo. Tolstoj non ha però descritto la loro vera prima scena d’amore, perché non aveva certo intenzione di pubblicare un romanzo rosa trash. Scopriamo come Anna Karenina e il suo amante abbiano trascorso la notte insieme da una conversazione, piena di imbarazzo, dopo aver fatto l’amore. La loro prima scena di sesso segna l’inizio della fine di una relazione fatale.
Anna “si sentiva così colpevole e peccatrice che non le restava che prostrarsi e chiedere perdono”.
Aleksej “sentiva quello che deve sentire l’assassino quando vede il corpo da lui privato della vita”.
“E con accanimento, con furore quasi, colui che ha ucciso si getta su questo corpo, e lo trascina e smembra: così anch’egli copriva di baci il viso e le spalle di lei. Ella gli teneva stretta una mano e non si moveva. Ecco, questi baci sono il prezzo di questa vergogna.”
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2 / “La povera Lisa” di Nikolaj Karamzin
Karamzin scrisse “La povera Lisa” nel 1792, poco dopo essere tornato da un lungo viaggio all’estero. Sembrava essere molto in anticipo sui tempi in materia di drammi ed emozioni umane, e ha speziato la letteratura russa, fino ad allora mortalmente seria, con un pizzico di sentimentalismo.
In questo racconto, un ricco aristocratico seduce una bella contadinella diciassettenne di nome Lisa. I due provengono da ambienti di classe completamente diversi, ma l’amore è cieco e ci si abbandonano senza esitazione. Il giovane, Erast, è consumato dall’eccitazione della loro storia d’amore segreta e condannata fin dall’inizio. Il suo bacio rovina la vita di Lisa come una tempesta fatale.
“Erast provò una straordinaria eccitazione nel sangue, mai prima d’allora Lisa gli era sembrata così affascinante, mai prima le sue carezze lo avevano sconvolto così tanto, mai i suoi baci erano stati così infuocati; lei non sapeva nulla, non sospettava nulla, non aveva paura di nulla. L’oscurità della sera alimentava i desideri, non una sola stella brillava nel cielo, nessun raggio poteva illuminare l’illusione”.
3 / “Il dottor Zhivago” di Boris Pasternak
Lara Antipova, del “Dottor Zhivago” di Boris Pasternak, è piena di sex appeal.
“…Questa ragazza fragile e magra è carica, come l’elettricità, al limite, con tutta la femminilità immaginabile al mondo. Se ti avvicini a lei o la tocchi con un dito, una scintilla illuminerà la stanza e ti ucciderà sul colpo, o ti elettrizzerà per tutta la vita…”
Come spesso accade, il protagonista, Jurij Zhivago, è combattuto tra due donne completamente diverse: la tenera e tollerante Tonja, che diventa sua moglie, e l’audace e “bella senza sforzo” Lara, che affascina Zhivago con il suo “fascino regale, mozzafiato”. Naturalmente, Lara diventa il suo amore più grande della vita.
“Non avrebbe mai potuto immaginare che ballasse così bene. Che braccia intelligenti ha, con quanta sicurezza l’ha tenuta per la vita! Ma non permetterà a nessun altro di baciarla in quel modo. Non avrebbe mai potuto immaginare che tanta spudoratezza potesse essere concentrata nelle labbra degli altri quando le premono contro le tue per così tanto tempo”.
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4 / “Viali oscuri” di Ivan Bunin
Ivan Bunin sembra essere il più audace di tutti i romanzieri russi nelle sue descrizioni del sesso. Lo scrittore premio Nobel ha portato la lussuria e l’amore a un livello superiore nella sua famosa raccolta di storie intitolata “Viali oscuri”.
Le passioni aumentano, i baci vengono rubati e poi si finisce sul sofà nel racconto di Bunin “Galja Ganskaja”.
Il protagonista, che è un artista, incontra per strada la giovane figlia di un suo amico. Visitano il suo laboratorio, mangiano cioccolato e si scambiano baci appassionati. L’artista bacia Galja; “il caldo corpo rosa dell’inizio della coscia, poi di nuovo nella bocca semiaperta”.
Le cose si fanno bollenti poco dopo.
“In un attimo, ho tolto la sua camicetta di seta bianca e, sai, i miei occhi si sono oscurati alla vista del suo corpo rosato con l’abbronzatura sulle sue spalle lucenti e la lattiginosità dei suoi seni segnati dal corsetto con i capezzoli sporgenti scarlatti. […] Quando l’ho brutalmente buttata sui cuscini del divano, i suoi occhi sono diventati neri e si sono allargati ancora di più, le sue labbra si sono aperte febbrilmente. Come rivedo tutto questo ora, era insolitamente passionale…”.
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5 / “Il placido Don” di Mikhail Sholokhov
Il dramma storico sulla vita dei cosacchi di Don durante la Prima guerra mondiale è pieno dell’angoscia dell’amore, del tradimento e del dolore. Aksinija e Grigorij vivono vicini e si guardano l’un l’altro con occhio lussurioso. Aksinija è sposata, ma è molto infelice. A 17 anni suo padre l’ha violentata. Poco dopo, è stata data in sposa a Stepan. Il marito l’ha picchiata fin dalla prima notte di nozze, avendo scoperto che non era vergine. Le cose vanno sempre peggio, Stepan la tradisce e anche la nascita di un bambino non può ricucire la loro relazione.
Aksinija e Grigorij sentono la scintilla di una passione impaziente che si agita dentro di loro.
“Il cuore di Grigorij batteva freneticamente; mentre avanzava, gettando indietro metà del cappotto. Abbracciò l’obbediente ragazza, fiammeggiante di calore. Le sue gambe tremavano, tremava da testa a piedi, batteva i denti. Grigorij la prese tra le sue braccia – è così che un lupo si mette sulla schiena una pecora uccisa – stringendola nelle falde del suo cappotto spalancato, e avanzò, senza fiato.
– Oh, Grigooorij…
– Stai zitta!”.
6 / “Acque di primavera” di Ivan Turgenev
Un anziano aristocratico ricorda come, nella sua giovinezza, viaggiando per l’Europa, si era innamorato di una bella donna italiana e voleva sposarla, ma fu poi sfacciatamente sedotto da una ricca signora sposata.
Nel racconto di Turgenev la caldissima Marija Polozova seduce Dmitrij Sanin proprio così, con uno schiocco di dita. In realtà ha fatto una scommessa con suo marito che Sanin sarebbe letteralmente caduto ai suoi piedi.
Marija non era una “bellezza assoluta”, ma quando sorrideva “ben tre fossette apparivano su ogni guancia e i suoi occhi sorridevano più delle sue labbra, delle sue rosse, lunghe e deliziose labbra”.
Un giorno escono a cavallo insieme. Lì, in una piccola capanna nella foresta, Marija vince comodamente la sua scommessa sul sesso senza ulteriori indugi.
“Lei si mosse imperiosamente in avanti, e lui la seguì obbedientemente, senza una scintilla di volontà nel suo cuore che si affievoliva. […]”.
7 / “Il fiume Potudan” di Andrej Platonov
Il racconto di Platonov, scritto nel 1937, è un omaggio alla generazione del primo dopoguerra. Il soldato dell’Armata Rossa Nikita Firsov torna nel suo villaggio natale dopo la Guerra civile russa. Incontra una sua amica d’infanzia, Ljuba, che una volta studiava per diventare medico. Il giovane si prende timidamente cura della ragazza, stremata dalla fame e dalla fatica. Nonostante le difficoltà, sviluppano relazioni basate sui sentimenti e sull’amore reciproco.
“Nikita abbracciò Ljuba con quella forza che cerca di accogliere un’altra persona amata nella propria anima bisognosa; ma presto tornò in sé e si vergognò.
– Ti fa male? - chiese Nikita.
- No! Non sento niente - rispose Ljuba.”
Come per confortarla, lui inizia a desiderarla, e una forza crudele e pietosa si impadronisce di lui. “Ora domina tutto il suo corpo e condivide il suo sangue con un po’ di piacere, povero ma necessario…”
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