Era una tenue giornata di marzo del 1837 quando Nikolaj Gogol arriva - via mare - in Italia. Approda a Genova, e da lì partirà alla volta di Firenze, Roma, Napoli. È un anno nero per le sue finanze e la sua salute, durante il quale lavora alla stesura de “Le anime morte”, il capolavoro a tratti grottesco definito da Mikhail Bakhtin “un’allegra marcia carnevalesca nell’inferno”.
Ma perché “Le anime morte”, che doveva illustrare le varie realtà della Russia, fu scritto proprio in Italia? Che ruolo ebbe la capitale italiana nell'opera creativa di Gogol? E ancora: qual è stata l’influenza della cultura italiana sul patrimonio letterario dello scrittore e, in parte, sull'intera letteratura russa? Ne parlerà il 17 febbraio alle 18:30 (ora di Roma) lo storico e critico letterario Pavel Surkov nella conferenza “Nikolaj Gogol: uccello trojka senza frontiere” del ciclo “Legami culturali: Italia – Russia”, organizzata dal Centro russo di scienza e cultura di Roma. Surkov affronterà l'universo del grande scrittore russo, focalizzando l'analisi soprattutto su alcuni quesiti considerati al momento ancora irrisolti.
L’evento si svolgerà in russo con la traduzione simultanea in italiano. Per partecipare all'iniziativa è necessario registrarsi qui
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