Ecco le parole russe di cui conosciamo il “padre”, e gli scrittori che le hanno inventate

Museo Nazionale di Pushkin; Galleria Tretjakov
Di alcuni termini del vocabolario russo sappiamo chi è stato a pensarli, e in quale romanzo, poesia o testo scientifico hanno fatto il loro debutto, per poi diventare un patrimonio di tutti

1 / Bespristràstnost – Trediakovskij

Ritratto di Vasilij Trediakovskij, olio su tela, autore sconosciuto

Vasìlij Trediakóvskij (1703-1768) è stato uno scrittore e filologo russo che molto ha fatto per la letteratura russa: ha distinto poesia e prosa e ha riformato il sistema poetico russo, pubblicando nel 1735 “Novyj i kratkij sposob k slozheniju rossijskich stichov” (“Nuovo e conciso sistema per comporre i versi russi”), spingendo per l’utilizzo del verso sillabotonico, a imitazione di antiche tradizioni popolari.

Trediakovskij voleva rendere la lingua russa più semplice e ripulirla dalle parole prese in prestito. Così lo scrittore ha inventato molte parole, ad esempio “беспристрастность” (“bespristràstnost”), che vuol dire “imparzialità”, “obiettività”. Inoltre ha introdotto un equivalente con radice slava della parola “arte”: “искусство” (“iskùsstvo”). Trediakovskij ha creato ex novo più di cento parole che si possono trovare nella sua “Telemakhìda”, una traduzione in versi del romanzo “Le avventure di Telemaco” di Fénelon.

2 / Gràdusnik e veschestvó – Mikhail Lomonosov

Mikhail Lomonosov in un’incisione di C.A. Wortmann ed E. Fessard

Mikhaìl Lomonósov (1711-1765) fece molta strada. Nacque figlio di un pescatore e divenne il “Leonardo da Vinci russo”; un incredibile scienziato e un grande linguista; il pioniere russo in molti campi e l’ideatore della prima università moscovita (non a caso, la Statale di Mosca porta il suo nome). I suoi interessi non avevano confini: studiò fisica, chimica, filologia, storia, geografia e molto altro ancora. Ed era anche un raffinato pubblicista.

Lomonosov tradusse in russo molti studi scientifici europei. Ad esempio, il corso di “Fisica sperimentale” del fisico tedesco Christian Wolff (1679-1754), che utilizzava molti termini allora non presenti nella lingua russa. Lomonosov dovette così inventare quelle parole mancanti. Ed è in questo modo che sono comparse le parole “градусник” (“gràdusnik”), ossia “termometro”, “вещество” (“veshchestvó”), ossia “sostanza”, e molti termini geometrici. Sono ancora oggi usati nella lingua russa. Alcune parole di Lomonosov sono un calco di lingue straniere, come “периферия” (“periferìja”), mentre altre altre sono costituite partendo da radici slave, ad esempio “кислород” (“kisloród”) che vuol dire “ossigeno”.

3 / Trógatelnij – Nikolaj Karamzin

Ritratto di Nikolaj Karamzin dipinto da Aleksej Venetsianov

Nikolàj Karamzìn (1776-1826) è un nome molto importante nella letteratura e nella storiografia russa. È il padre della narrativa sentimentale, in cui l’obiettivo principale è toccare i sentimenti del lettore. Ma il suo lavoro principale è stato il trattato storico in dodici volumi “Storia dello Stato russo” (“История государства Российского”; “Istorija gosudarstva Rossijskogo”), pubblicato tra il 1818 e il 1829. Lo scrisse essendo stato scelto come storiografo reale da Alessandro I.

Karamzin è stato il creatore di una parola russa di uso molto comune: “трогательный” (“trógatelnyj”); ossia “toccante” (la ricavò dal verbo “трогать”, “trógat”: “toccare”); “commovente. La si può trovare nel suo primo e più noto romanzo, del 1792, “La povera Lisa” (“Бедная Лиза”; “Bednaja Liza”). In realtà, Karamzin ha contribuito molto allo sviluppo della lingua russa, regalandole più di 50 parole. Alcuni altri esempi sono “впечатление“ (“vpechatlénie”), ossia “impressione”; “промышленность” (“promýshlennost”), ossia “industria”, e “влюблённость” (“vljubljónnost”) cioè “innamoramento”; “infatuazione”.

4 / Zlopykhàtelnij –Mikhail Saltykov-Shchedrin

Ritratto di Mikhail Saltykov-Shchedrin realizzato da Ivan Kramskoj

Mikhaìl Saltykóv-Shchedrìn (1826-1889; vero cognome Saltykov) era famoso tanto tra i suoi contemporanei quanto oggi. Lavorò in riviste letterarie come “Sovremennik” (“Il Contemporaneo”) e “Otechestvennye Zapiski” (“Annali patrii”), e ha scritto molti racconti e romanzi satirici.

Uno dei suoi capolavori per quanto riguarda la creazione di nuove parole è l’aggettivo “злопыхательный” (“zlopykhàtelnyj”), che significa “pieno di malevolenza”. Questa parola può essere, ad esempio, trovata nel famoso romanzo satirico di Saltykov-Shchedrin “Storia di una città” (“История одного города”; “Istorija odnogó goroda”, 1870). Un’altra parola popolare creata da lui è “мягкотелый” (“mjagkotélyj”), che letteralmente vuol dire “dal corpo molle”, ma è traducibile con “smidollato”; “facilmente influenzabile”. Anche altre parole di Saltykov-Shchedrin sono molto inventive. Come “благоглупость” (“blagoglùpost”) che letteralmente significa “qualcosa di stupido fatto con aria seria”, o “sciocchezza solenne”. Molte delle sue nuove parole però non sono diventate di uso comune nella lingua russa, e restano solo nei suoi testi.

5 / Ljótchik – Velimir Khlebnikov

Velimir Khlebnikov

Velimìr Khlébnikov (1885-1922, vero nome Viktor) è stato una delle figure chiave del futurismo russo e della poesia d’avanguardia basata sulla negazione delle antiche tradizioni. Ha scritto molte poesie che consistevano totalmente in neologismi realizzati con radici di parole slave, che sono sfide impossibili per i traduttori, ma a volte sono intuitivamente comprensibili per i madrelingua russi.

Ma il contributo di Khlebnikov alla lingua e alla cultura russa non si limita a poesie innovative e strane parole rimaste solo nei suoi versi. Questo futurista ha inventato un sinonimo delle parole “pilota” e “aviatore” basato su una radice russa: “лётчик”; “ljótchik”. È apparso per la prima volta in una poesia intitolata “Trizna” (“Тризна”; “Banchetto funebre”). Prima di Khlebnikov, i russi usavano solo le due parole prese in prestito dalle  lingue straniere: “пилот” (“pilót”) e “авиатор” (“aviàtor”). Anche un’altra parola inventata dal poeta è entrata nel vocabolario comune: l’aggettivo изнеможённый (“iznemozhjónnyj); “sfinito”, “estenuato”, “spossato”. 

6 / Bézdàr – Igor Severjanin

Igor Severjanin

Ìgor Severjànin (1887-1941, vero nome Igor Lotarjóv) era un poeta futurista. Un commento critico di Lev Tolstoj (“Di cosa si occupano, di cosa si occupano… E questa è letteratura? Tutto attorno patiboli, orde di disoccupati, omicidi, alcolismo dilagante, e nelle loro poesie ‘l’elasticità del sughero’…) lo aiutò a essere scoperto e a diventare famoso tra i suoi contemporanei. Le sue insolite esibizioni dal vivo erano molto popolari. Lui camminava sulla scena a grandi passi e recitava le sue poesie con voce cantilenante, sembrando non notare nemmeno la presenza del pubblico.

A Igor Severjanin piaceva giocare con le parole e inventarne di nuove. In una lodevole poesia dedicata a Valerij Brjusov, un altro grande poeta, Severjanin ha introdotto una nuova parola: бездарь (bezdar) letteralmente qualcuno “senza dono”; “senza talento”, insomma un “mediocre”; una “nullità”. Ora il termine è spesso usato nella lingua russa parlata, ma da allora l’accento si è spostato dalla seconda sillaba “bezdàr” alla prima: “bézdar”. Inoltre, Severjanin ha cambiato l’uso della parola самолёт (samoljót). Letteralmente è “qualcosa che vola da solo” e in precedenza era solo un termine da favola; di fantasia. Severjanin lo ha trasformato nella parola russa per “aereo”; “aeroplano”, ed è quella che si usa ancora oggi.


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