Daria Pushkova, nuovo direttore del Centro Russo a Roma: “Cresciamo nonostante la pandemia”

Il virus non ferma l’attività del Centro Russo di Scienza e Cultura a Roma, che dallo scorso anno ha cambiato direzione. Tante le attività, perlopiù online, con grandi soddisfazioni: “Abbiamo aumentato notevolmente il bacino di pubblico. Puntiamo a farci conoscere in tutta Italia”

Daria Pushkova

Il covid non ci fermerà. Sembra essere questo lo slogan lanciato dal direttore del Centro Russo di Scienza e Cultura a Roma. Daria Pushkova, una laurea in Pubbliche Relazioni e una lunga carriera di giornalista alle spalle è il nuovo timone di Rossotrudnichestvo in Italia, l’agenzia autonoma del governo federale russo sotto la giurisdizione del ministero degli Esteri, impegnata nel rafforzare i legami culturali e umanitari tra i due paesi. Alla guida del Centro dalla primavera 2019, Daria volge lo sguardo all’indietro e stila un primo bilancio del lavoro svolto fino ad ora. “Sono arrivata in Italia alla fine di maggio dell’anno scorso ma lo scoppio della pandemia e la quarantena hanno divorato buona parte di questo periodo, racconta. Prima di tutto, al momento del mio insediamento ho analizzato le cose fatte in passato dalla direzione precedente; e quando ormai avevo chiaro il quadro di cosa avrei voluto fare io, ci siamo ritrovati come tutti a dover passare alla modalità online per via dell’emergenza covid”. Una situazione straordinaria, che inaspettatamente ha aperto le porte a possibilità del tutto nuove: “Durante il lockdown abbiamo spostato tutto il lavoro online e, nonostante ciò, non abbiamo perso nemmeno uno studente di lingua russa, spiega. –  Siamo riusciti a raddoppiare il pubblico che ci segue su Facebook: adesso abbiamo quasi 10.000 follower, la maggior parte dei quali italiani; su Instagram ci seguono più di 2.000 persone, mentre all’inizio della quarantena erano appena 500: una crescita non indifferente”. 

Studenti alle prese con il Totalnyj Diktant (Dettato Totale) al Centro Russo

I corsi di lingua, infatti, sono solo una delle tante attività portate avanti (ora in modalità online) dal Centro. “Offriamo corsi speciali focalizzati non solo sull’apprendimento del russo, ma anche sullo studio della cultura, della letteratura e del business, rivolti quindi a coloro che lavorano con la Federazione, dice. A settembre è terminato il ciclo ‘Conosciamo la Russia’: ha avuto un grande successo e, cosa ancor più importante, ha attirato una fetta di persone molto variegata: dagli studenti ai pensionati; si è iscritta gente da tutta Italia, dalla Sicilia a Milano”. 

Da sinistra: Giuseppe Rossi (pianoforte), Daria Pushkova e Elena Tsarenko (mezzosoprano)

Fra gli obiettivi principali, infatti, c’è proprio l’ampliamento del bacino di utenti: “Il mio scopo è attirare gente diversa e di diverse generazioni, e fare in modo che il nome del Centro sia conosciuto e riconosciuto in tutta Italia; nei primi anni di attività di questa istituzione (inaugurata nel 2011, ndr), Internet non aveva ancora preso così tanto piede, e le persone che frequentavano le nostre attività erano perlopiù di Roma. Adesso, grazie alla Rete, siamo riusciti a scavalcare i confini della capitale e ad arrivare ben più lontano”. 

Un esempio è la chiacchierata con il cantante Thomas Grazioso, vincitore del Festival musicale internazionale “Road to Yalta”: “Abbiamo organizzato con lui un’intervista video, visualizzata da più di 6.000 persone!”. 

Non solo appuntamenti virtuali, comunque: fra mostre, conferenze e concerti, l’attività del Centro punta a rafforzare i rapporti bilaterali, “indipendentemente da ciò che può accadere sullo scenario europeo dal punto di vista politico”. La base di tutto, dice Pushkova, resta il legame culturale: “Ci sono grandissime prospettive e ancora tanto da fare”.

Fra limitazioni e restrizioni, il programma “offline” del Centro si adatta all’evolversi della crisi sanitaria e alle relative restrizioni. Al momento stiamo operando nel pieno rispetto della normativa anti-covid e per questo il lavoro non è semplice. Nei prossimi mesi pensiamo di ridurre le attività in presenza e di aumentare quelle online, come interviste, video, dirette, conferenze…”.

Inaugurazione della mostra collettiva

Prossimi appuntamenti nella sede del Centro in Piazza Benedetto Cairoli 6: il “Trittico Tarkovskiano” (17-29 ottobre), con la proiezione di tre film documentari dedicati ad Andrej Tarkovskij e realizzati dalla regista Donatella Baglivo e accompagnati da una mostra di fotografie e oggetti appartenuti al maestro. “L’Italia è la patria del cinema e si può fare molto in questo ambito, spiega. – Quando ho conosciuto Donatella abbiamo deciso di intraprendere un percorso insieme: le sue foto di Tarkovskij sono immagini di carattere che raccontano l’anima del regista, un genio del cinema del secolo scorso”. 

Il programma “in presenza” prosegue poi con la proiezione del film “You. Story and glory of a masterpiece” di Nicola Abbatangelo (29 ottobre alle 18.30), dedicato al capolavoro “Madonna Sistina” di Raffaello. Il quadro, ammirato e celebrato anche dai russi Pushkin, Dostoevksij e Grossman, fu dipinto nel 1512 per il monastero di San Sisto a Piacenza e venduto nel 1754 al principe Augusto III, che lo collocò a Dresda; fu poi requisito dall’esercito sovietico ed esposto a Mosca, prima di essere trasferito nuovamente a Dresda.

Serata di gala per celebrare il 180° anniversario della nascita di Petr Chajkovskij

“Sono moltissimi i campi dove vorrei ampliare la collaborazione bilaterale, dice Pushkova. –  Oltre all’organizzazione di mostre ed esposizioni, la scommessa riguarda la sfera umanitaria: un settore che mi interessa e che desidero sviluppare maggiormente”. 

Occhi puntati, poi, al campo scientifico, con un seminario per addetti ai lavori che si terrà la settimana prossima online e coinvolgerà esperti di istituti e università russe e italiane. 

Sessione di pittura ad acquerello condotta da Ekaterina Sava

Un sogno nel cassetto? “Aprire una scuola paritaria russa in Italia, per consentire agli studenti di accedere al sistema di istruzione russo, così come già avviene a Mosca con la Scuola Italiana. I nostri popoli si assomigliano molto: sia i russi sia gli italiani sanno apprezzare la bellezza, sono un popolo molto vicino alla cultura. Si possono fare ancora moltissime cose insieme”.

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