La Mosca dei primi anni del potere sovietico negli straordinari scatti di Naum Granovskij (FOTO)

Cultura
RUSSIA BEYOND
Centodieci anni fa nasceva quello che sarebbe diventato il più grande testimone e cronista per immagini dei profondi mutamenti architettonici della capitale dell’Urss e della Russia

Oggi, guardando le fotografie di Naum Granovskij (1910-1984), è possibile capire come sia cambiato l’aspetto di Mosca e come l’architettura della capitale si sia sviluppata dagli anni Venti agli anni Ottanta; dalla città mercantile di inizio Novecento al classicismo socialista dell’epoca staliniana, al modernismo.

Dal 1918, dopo che la capitale fu ritrasferita da San Pietroburgo a Mosca e il governo sovietico vi si insediò, ebbe inizio il processo di ricostruzione della città. Mosca non era solo il cuore della Russia dei Soviet, ma doveva apparire in tutto il suo splendore di capitale del primo Stato socialista al mondo.

Negli anni Venti cominciò così un’attiva riqualificazione della città. Presto appariranno i primi palazzi e le prime case delle cultura, e gli edifici delle redazioni dei giornali. Ma nelle fotografie di Naum Granovskij durante questo periodo non ci sono progetti di costruzione e non c’è quasi nessuna nuova architettura, e vi si può ancora vedere come appariva la città sotto il vecchio regime zarista.

«Ha immortalato la vecchia Mosca mentre stava quasi per scomparire. Quando si guardano queste fotografie, si ha l’impressione che Granovskij stesse scattando delle immagini di riferimento, con le quali sarebbero poi state confrontate tutte le immagini successive”, afferma Elizaveta Likhachjova, direttrice del Museo Statale di Architettura “A.V. Shchusev”.

Negli anni Venti, Granovskij era un giovane corrispondente del servizio di cronaca fotografica dell’agenzia Tass. All’inizio della sua carriera, sperimentava vari tipi di inquadratura. Nel suo archivio si possono trovare scatti realizzati nello stile del costruttivismo.

Negli anni Trenta, l’architettura divenne parte della politica. Nuovi edifici, viali e piazze dovevano diventare l’incarnazione visibile dei successi del giovane Stato sovietico. Granovskij a quel punto inizia esplicitamente a seguire il processo di costruzione della nuova Mosca.

La fama di Naum Granovskij come “cronista di Mosca” inizia nel 1934, durante il suo lavoro come fotografo per la casa editrice “Izogiz”, uno dei cui compiti prioritari era quello di fotografare l’architettura del Paese “in crescita e fiorente”.

A poco a poco, a partire dalla fine degli anni Trenta, si formarono i tratti distintivi della fotografia urbana di Naum Granovskij: una composizione con la prospettiva di un viale che va in lontananza e un’alta linea dell’orizzonte.

La città si trasforma in un enorme cantiere: via Gorkij (oggi via Tverskaja) viene allargata, e compaiono gli edifici dell’hotel “Moskvà”, della Biblioteca Lenin e Casa sul Lungofiume. Al posto dei vecchi quartieri di Okhotnyj Rjad, Kitaj-gorod e Zarjadje, compaiono nuove piazze e strade.

È in corso la costruzione su larga scala della metropolitana. Il culmine di questo processo sarà l’adozione, nel 1935, del Piano generale per la ricostruzione di Mosca, che, con alcuni aggiustamenti, resterà in vigore fino all’inizio degli anni Settanta. Dilaga a Mosca il “Bolshoj stil”, quello che più tardi verrà chiamato “stile staliniano”.

“Quando guardi i progetti degli architetti sovietici, e quello che sottoponevano al giudizio dei committenti, hai una strana impressione: che questi maestosi edifici siano come destinati a qualche altra città. Sono enormi, travolgenti; le automobili, le persone, a volte persino gli aeroplani sembrano giocattoli sullo sfondo di queste enormi strutture”, scrive Elizaveta Likhachjovava nella prefazione alla monografia “Naum Granovskij 1920-1980”. Secondo lei, questa architettura non è umana e pensata per gli uomini, ma per la grandezza e il potere dello Stato.

Ma la fotografia di Granovskij non mostra solo la cosiddetta “architettura totalitaria”, ma immortala anche la città, ne segue lo sviluppo e il mutare d’aspetto. Più e più volte, a distanza di tempo, va a scattare nelle stesse piazze e nelle stesse strade.

E, cosa più importante, Granovskij fotografa i moscoviti. E secondo Elizaveta Likhachjova, è in atto una straordinaria metamorfosi: “Ciò che sembra travolgente sulla carta dei progetti, viene percepito con naturalezza in città; Granovskij porta il mastodontico stile staliniano al livello della percezione umana”.

La retrospettiva “La Mosca di Naum Granovskij 1920-1980”, in occasione del 110° anniversario della nascita del fotografo, si tiene presso il Centro di fotografia “Fratelli Lumière” di Mosca con il sostegno della Still Art Foundation fino al 31 ottobre 2020. Per maggiori info: sito web 


Dieci meraviglie architettoniche di Mosca perdute per sempre: le immagini