Dieci rielaborazioni di Pepe the Frog uscite dalla penna di fumettisti russi

Gosha Elaev; Andrej Garin
Sulla celebre rana, diventata meme di internet e simbolo dell’alt-right americana, è uscito quest’anno persino un documentario, “Feels good man”

Nell’ambito del festival del film documentario “Beat Film Festival” di Mosca, che si è tenuto dal 1º al 14 agosto, è stato proiettato il film “Feels good man”, su uno dei meme più popolari di Internet, “Pepe the Frog”, la celebre rana antropomorfa verde. L’autore del fumetto originale (“Boy’s Club” del 2005) da cui il personaggio ha avuto origine, l’artista americano Matt Furie, racconta come è apparsa la rana, perché ha guadagnato una simile popolarità e come è successo che dopo 10 anni sia diventata, suo malgrado, un simbolo del movimento dell’alt-right negli Stati Uniti e parte integrante della cultura e della battaglia politica.

L’ondata di popolarità della rana pigra, la cui vita è impossibile senza continue fumate di canne, non ha aggirato la Russia. I giovani fumettisti russi hanno apportato le proprie variazioni alla famosa immagine.

Sulla copertina del libro si legge “Patsanskij klub”, ossia la traduzione in russo di “Boy’s Club”, il fumetto di Matt Furie

“Ciao, ragazzino”

“A proposito, bello spinello”

“Ti vuoi divertire?”

“Vuoi sapere com’è essere me?”

“Ti ricordi come disegnavi i fumetti a scuola?”

“Allora non c’era né Instagram, né internet”

“Ma qualcuno ha deciso di mettere del suo nel tuo lavoro”

“E questo ha deciso tutta la tua vita”

“Grazie per la compagnia. Ciao”


Un’artista russa ha fatto entrare Pepe the Frog, la rana più famosa del web, nella storia dell’arte 

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