Questo dramma storico, diretto da Andrej Tarkovskij, racconta in otto episodi la vita nella Russia del XV secolo, lacerata dalle incursioni mongole e dalle faide tra i principi. La figura centrale del film è Andrej Rublev, uno dei più grandi pittori russi di icone. Poiché la sua biografia è ancora oggi in parte sconosciuta, il suo personaggio è stato quasi completamente immaginato.
Il film è stato girato in alcune antiche città russe, come Novgorod, Pskov e Izborsk, in un contesto architettonico composto da edifici e monumenti risalenti al XIV-XV secolo. Alcune scene sono state girate nel monastero di Andronikov a Mosca, dove Rublev ha trascorso i suoi ultimi giorni.
L'idea del film è dell'attore Vasilij Livanov (che successivamente creò una delle migliori versioni di Sherlock Holmes del cinema sovietico, secondo molti appassionati di cinema). Livanov voleva interpretare la parte di Rublev, ma Tarkovskij non ha accettato: una disputa che generò una feroce lotta tra il regista e l'attore.
Dopo il completamento de “La Passione secondo Andrej” (questo il nome originale del film), la censura sovietica lo proibì immediatamente, definendolo "anti-popolare" e "antipatriottico", poiché raffigurava il popolo russo come un'orda di barbari. I diritti d'autore del film furono acquistati da un uomo d'affari francese di origine russa e, nonostante le proteste sovietiche, fu proiettato al festival di Cannes del 1969, dove fu accolto calorosamente. In Unione Sovietica, il film - che nel frattempo cambiò nome, diventando “Andrej Rublev” - è stato proiettato in versione limitata nel 1971, ed è uscito in tutto il paese solo nel 1987.
Considerato uno dei più grandi film della storia del cinema, “La Corazzata Potemkin” di Sergej Ejzenstejn racconta l'ammutinamento del 1905 dei marinai della corazzata contro i loro ufficiali. Realizzato inizialmente come film muto, fu doppiato nel 1930, quindi rimasterizzato e doppiato nuovamente nel 1950.
“La Corazzata Potemkin” è filmato completamente in bianco e nero, ma c'è anche un episodio a colori: il regista infatti ha voluto dipingere di rosso la bandiera innalzata dai marinai rivoluzionari.
Il film è stato elogiato anche da chi non sosteneva affatto l’ideologia dell’URSS: il ministro della propaganda nazista Joseph Goebbels una volta disse: "Un film meraviglioso senza eguali nel cinema... chi non ha una ferma convinzione politica può diventare bolscevico dopo aver visto questo film".
Da allora, “La Corazzata Potemkin” è diventata un film cult ed è stata citata più volte nel cinema mondiale.
Il film (una produzione russo-kazakha-tedesca) racconta i primi anni di vita di Temüjin, prima che diventasse Gengis Khan e cominciassero le sue grandiose conquiste. Nel 2007, il film è stato nominato all'Oscar nella categoria Miglior Film Straniero (la prima volta nella storia del Kazakhistan).
Il film è stato girato in Kazakhistan e nella regione cinese della Mongolia Interna. Alcune località erano talmente lontane e selvagge che è stato necessario costruire delle strade per portarvi le attrezzature di produzione.
Prima del lancio del progetto, il regista Sergej Bodrov ha fatto visita allo sciamano mongolo, considerato un capo a Ulan-Bator, per chiedergli il permesso di girare un film su Gengis Khan. Lo sciamano, sorpreso, ha detto che era la prima volta in vita sua che qualcuno veniva da lui con una tale richiesta.
Le riprese hanno coinvolto persone e attori di moltissime nazionalità: cinesi, russi, tedeschi, kazaki, ucraini, mongoli, giapponesi, ecc. Una varietà di lingue e culture che ha richiesto la presenza continua sul set di 30 traduttori.
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