Abbiamo aspettato il ritorno di questa serie tv per tutto l’anno, e finalmente abbiamo ottenuto quello che volevamo: il 5 dicembre TimVision ha iniziato a far uscire ogni giovedì i nuovi episodi della sesta (e conclusiva) stagione dei “Vikings”, appena 24 ore dopo la trasmissione delle puntate in inglese sul canale “History”.
Dopo la visione delle prime puntate della nuova stagione, i molti fan in tutto il mondo hanno avuto reazioni contrastanti. Da un lato, la serie è stata prodotta alla perfezione, come nelle stagioni precedenti: i vecchi amati personaggi ne incontrano di nuovi e interessanti, ci sono intrighi che tengono con il fiato sospeso e ottime sequenze d’azione. Tuttavia, una cosa ha lasciato molti interdetti: la rappresentazione assolutamente assurda della Rus’ di Kiev, lo Stato da cui nei secoli si sono sviluppate Russia, Ucraina e Bielorussia.
È difficile aspettarsi un’accuratezza storica totale da una serie tv che ci parla di personaggi semi-leggendari delle mitiche saghe scandinave. Ecco perché alcuni errori sono stati facilmente perdonati dai fan, se erano fatti per migliorare la narrazione. Abbiamo chiuso un occhio sul fatto che nella serie “Vikings” Rollo e Ragnar fossero fratelli, Sigurd venisse ucciso da Ivar e persino che i soldati del Regno del Wessex indossassero elmetti alla borgognotta tipici del Rinascimento italiano. Ops!
Stavolta non ci sono gli errori critici che si potevano trovare durante le lunghe prime cinque stagioni dello spettacolo. Tuttavia, con la sesta stagione, le incoerenze sono diventate troppo frequenti ed evidenti per essere ignorate. E tutte loro sono collegate al potente Stato della Rus’ di Kiev.
Come sappiamo dal finale della Stagione 5, Ivar ha perso la battaglia per Kattegat con i suoi fratelli ed è fuggito. Ha viaggiato lungo la Via della Seta, ha visto posti meravigliosi, animali esotici e persone insolite, prima che il suo vagabondaggio lo portasse nella Rus’ di Kiev. Ed è qui che chi sa anche solo un minimo di storia e di geografia resta basito per la prima volta.
Kiev è nel periodo invernale, coperta di neve e attanagliata da temperature gelide. Questo ci potrebbe anche stare, se non che la narrazione ci porta, a quanto pare “in contemporanea”, ai fratelli di Ivar a Kattegat, in Scandinavia, dove (che sorpresa!) allo stesso tempo non c’è ombra di neve, ed è un autunno piuttosto mite.
Sarebbe bello se gli sceneggiatori dessero un’occhiata alla mappa e alle previsioni del tempo per vedere che, in effetti, Kiev si trova molto più a sud della Scandinavia, e di solito ha inverni ben più miti. Ciò che vediamo rappresentato qui è l’eterno cliché che là dalle parti della Russia è sempre inverno e nevica. Per completare l’opera manca solo qualche orso. C’è una piccola speranza che gli eventi di Kattegat e della Rus’ di Kiev stiano accadendo in momenti cronologicamente diversi dell’anno? Lo spero davvero. Anche se dal montaggio non sembra.
Attenzione! Quando vedrete i guerrieri della Rus’ di Kiev per la prima volta in “Vikings”, potreste davvero farvi del male con il facepalm più forte della vostra vita, perché dallo sbigottimento non potrete che coprirvi la faccia con la mano. Vestiti con le armature orientali dei nomadi cazari, peceneghi, o dei cavalieri mongoli, eseguono acrobazie in stile cosacco sui cavalli durante l’attacco.
Se avete giocato ad “Assassin Creed”, saprete come appariva la guardia personale del Principe di Kiev (ovviamente applicando la realtà alternativa di “Vikings”). Guerrieri asiatici vestiti di nero, con solo gli occhi visibili. Il principe Oleg, intabarrato in qualcosa che sembra un costume ornato nazionale tataro non è lontano da questa rappresentazione errata. Che sgomento!
In realtà, a quei tempi era difficile riconoscere un guerriero della Scandinavia da quelli del Principato di Kiev. I guerrieri della Rus’ di Kiev erano, in effetti, uomini del Nord. I variaghi (come venivano chiamati i vichinghi nell’Europa dell’Est) fecero irruzione nelle terre slave, vi si insediarono, servirono da mercenari e furono poi scelti come sovrani. Proprio come l’Oleg il Profeta nella sesta stagione, interpretato dall’attore russo Danila Kozlovskij.
È noto che la mongolfiera fu inventata all’inizio del XVIII secolo dai fratelli Montgolfier. Ma non è così nell’universo di “Vikings”.
Qui, osserviamo un pallone aerostatico svolazzare pacificamente su Kiev, e Oleg e Ivar ci fanno persino un giro. E non sarebbe nulla, se questo pallone non fosse anche un posto di osservazione per individuare obiettivi per l’artiglieria slava. Artiglieria??? Nulla è impossibile nel mondo dei “Vikings”!
L’altra inesattezza è il suo conflitto con i principi Askold e Dir, che, secondo quanto mostrato in “Vikings”, governavano nella città settentrionale di Novgorod. In effetti, era Oleg stesso a governare a Novgorod (tanto che è noto anche come Oleg di Novgorod), e poi andò a Kiev, massacrando i principi locali e conquistando la città…
E sento di dover menzionare un’altra topica della serie riguardo a Novgorod. Quell’enorme città, una delle più grandi dell’epoca, è mostrata come un piccolo avamposto nascosto nelle profondità delle foreste…
Ma una cosa è giocare con i fatti storici per questioni di sceneggiatura, un’altra è agire contro la logica. Il principe Oleg dice ad Ivar di aver condotto campagne militari contro Costantinopoli (il che è storicamente corretto), ma gli espone anche il suo nuovo piano “geniale”, di voler spostare le sue intenzioni geopolitiche dall’Oriente (Bisanzio) all’Occidente (la Scandinavia). Il sovrano di Kiev afferma di voler riprendere le terre dei suoi avi.
Sorge solo una domanda: perché mai? Perché, al posto delle ricche e calde terre della costa del Mar Nero, avrebbe dovuto puntare ai freddi, pietrosi e non fertili territori del Nord? Non c’era nulla da guadagnare lì, a parte la carestia e il diventare facile preda dei popoli settentrionali, più abituati a quel clima. I vichinghi (normanni) conquistarono persino la calda isola della Sicilia pur di non tornare mai più nella loro patria ghiacciata. Avrebbero riso forte se gli fosse stato detto che qualcuno voleva prendere le loro terre.
Ma gli sceneggiatori di “Vikings” la pensavano diversamente. Secondo il trailer, ci viene detto di aspettarci sbarchi in stile D-Day con migliaia di guerrieri vestiti alla mongola sulle coste della Scandinavia!
Tali errori lampanti sono davvero quasi offensivi. Ma perché sono stati compiuti? È difficile credere che gli autori della serie tv non siano riusciti a trovare le informazioni corrette. Sicuramente, potevano assumere dei consiglieri esperti e forse sarebbe bastato chiedere qualche consiglio agli attori Danila Kozlovskij o a Katheryn Winnick (Lagertha), che è di origine ucraina.
Sembra che ci siano due spiegazioni plausibili. La prima è politico-culturale. La Rus’ (qui si può leggere “Russia”) è mostrata come un crudele Paese invernale nell’est, completamente diverso dalla civiltà occidentale. I russi sono descritti come spietati per natura. Guardate il Principe Oleg. Gli piace torturare le persone e le fa letteralmente a pezzi. Guardate i russi nella serie “Vikings”, e vedrete orde mongole. È una buona immagine nella “guerra di propaganda” di Hollywood (anche se in questo caso gli autori sono canadesi e irlandesi), che sarà memorizzata nella subcoscienza del pubblico.
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La seconda spiegazione non coinvolge trame sinistre da parte dell’Occidente. L’immagine della Rus’ di Kiev è stata molto probabilmente cambiata solo per rendere più interessante l’ultima stagione. Per cinque stagioni, abbiamo visto come i vichinghi hanno combattuto nemici piuttosto simili: sassoni e franchi (che sembrano gemelli) e altri rivali nordici. E rendere i loro nuovi avversari, quelli della Rus’, simili ai vichinghi (come in realtà erano) non avrebbe portato allo show niente di “nuovo”, ma avrebbe anzi reso la serie noiosa e ripetitiva. Invece, abbiamo davanti un interessante principe orientale misterioso (anche se assurdo) alla guida di un esercito che sembra “georgiano-cinese-mongolo”, a cui piace volare su mongolfiere del XVIII secolo, anche se è morto, secondo le fonti storiche. nel 912 o 922…
Quindi, da serie tv (più o meno) storica, “Vikings” si è trasformata in una sorta di favola fantasy. Ma lasciamo perdere! Dimentichiamoci di tutte queste sciocche imprecisioni storiche e godiamoci lo spettacolo!
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