Vasilij Vereshchagin (1842-1904) – “L’Apoteosi della guerra” (1871). Montagne di teste tagliate ai nemici venivano spesso lasciate dalle truppe di Tamerlano durante le loro campagne. Sottolineando gli orrori della guerra, con questo cumulo di teschi, l’artista ha dedicato il dipinto “a tutti i grandi conquistatori, passati, presenti e futuri”.
Pavel Ryzhenko (1970-2014) – “Kalka” (1996). Circa 14 anni prima dell’invasione mongola, i russi ebbero un assaggio del potere dei futuri conquistatori nella Battaglia del fiume Kalka del 31 maggio 1223. Dopo questa schiacciante sconfitta, i principi russi catturati furono buttati vivi in un fossato poco profondo e poi coperti con un pavimento di legno che poggiava direttamente sui loro corpi, su cui i vincitori organizzarono una festa, con banchetto e danze. Le vittime morirono per schiacciamento, con lesioni multiple.
Mikhail Avilov (1882-1954) – “Duello tra Peresvet e Chelubej sul campo di Kulikovo” (1943). Secondo la leggenda, la celebre Battaglia di Kulikovo (1380) tra mongoli e russi fu preceduta da un duello tra i migliori guerrieri delle due parti. Morirono entrambi.
Vasilij Surikov (1848-1916) – “Conquista della Siberia ad opera di Ermak” (1895). Il dipinto raffigura la battaglia decisiva tra le truppe del’atamano cosacco Ermak e le truppe del Khan di Sibir nel 1582. Ermak fu l’iniziatore della conquista della Siberia per conto dello Stato russo.
Alexander von Kotzebue (1815-1889) – “Battaglia di Narva” (1846). Nella battaglia di Narva del 30 novembre 1700, quasi 40.000 uomini delle truppe russe furono schiacciati da un esercito svedese di appena 9.000 persone. Questa fu la sconfitta più umiliante che i russi subirono durante la Grande Guerra del Nord (1700-1721).
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Vasilij Surikov (1848-1916) – “La traversata delle Alpi di Suvorov” (1899). Il dipinto raffigura uno degli episodi più audaci della campagna svizzera condotta dalle truppe al comando del generale Aleksandr Suvorov, il cui obiettivo era distruggere l’esercito francese che occupava la Svizzera: l’attraversamento delle Alpi nel 1799.
Bogdan Willewalde (1819-1903) – “L’impresa del reggimento di cavalleria nella battaglia di Austerlitz del 1805” (1884). È conosciuta anche come la Battaglia dei tre imperatori: Napoleone, Alessandro I di Russia e Francesco II d’Asburgo-Lorena. Con 65.000 uomini, l’imperatore francese sconfisse un esercito russo-austriaco composto da quasi 84.000 uomini. La sconfitta di Austerlitz scioccò la società russa, che considerava invincibile il suo esercito.
Vasilij Vereshchagin (1842-1904) – “Napoleone a Borodinò” (1897). Il dipinto è il primo della serie dell’artista di 20 dipinti dedicati alla campagna russa della Grande Armata napoleonica del 1812.
Ivan Ajvazovskij (1817-1900) – “La Battaglia di Navarino” (1848). Durante la Guerra d’indipendenza greca, la flotta alleata russo-britannica-francese sconfisse la marina ottomana nella battaglia di Navarino (1827), nelle acque del porto del Peloponneso. La vittoria salvò letteralmente i greci, la cui lotta per l’indipendenza era al momento sull’orlo del collasso.
Vasilij Vereshchagin (1842-1904) – “Ferito a morte” (1873). Il dipinto raffigura gli eventi dell’espansione russa nell’Asia centrale nella seconda metà del XIX secolo.
Vasilij Vereshchagin (1842-1904) – “Sconfitto. Requiem” (1879). L’artista, che era presente, dipinse il campo di battaglia dopo la Battaglia di Telish del 3 ottobre 1877, durante la Guerra russo-turca (1877-1878). La vittoria russa portò all’indipendenza di Romania, Serbia e Montenegro.
Nikolaj Dmitrjev-Orenburgskij (1837-1898) – “Assedio di Pleven: La presa del fortino” (1885). L’assedio di Pleven da parte dell’esercito russo si protrasse per cinque mesi e fu un evento chiave nella guerra russo-turca (1877-1878). Dopo la capitolazione ottomana il destino del conflitto fu praticamente deciso.
Mitrofan Grekov (1882-1934) – “Trombettieri della Prima armata di cavalleria” (1934). Questa fu una delle unità migliori e più efficaci dell’Armata Rossa durante la Guerra civile (1917-1922) e la Guerra sovietico-polacca (1919-1921).
Aleksandr Dejneka (1899-1969) – “La difesa di Sebastopoli” (1942). La pittura di Dejneka non è una rappresentazione realistica dell’assedio di Sebastopoli del 1942, ma piuttosto un’immagine simbolica dello scontro di due forze implacabili; tra il male e il bene: una massa oscura senza volto di neri invasori e i sovietici; marinai in abbaglianti costumi bianchi.
Pjotr Krivonogov (1910-1967) – “Vittoria” (1948). Ci volle più di una settimana alle truppe sovietiche, supportate dall’Esercito popolare polacco, per conquistare Berlino. Gli scontri attorno al Reichstag continuarono anche dopo il suicidio di Hitler, il 30 aprile. L’ultima grande fonte di resistenza nella capitale tedesca venne eliminata il 2 maggio, ma degli scontri armati con fanatici nazisti ebbero luogo fino al 7 maggio.
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