Questo celebre romanzo in versi è stato definito da vari esperti di letteratura “l’enciclopedia della vita russa”: contiene infatti spettacolari narrazioni della vita dei proprietari terrieri di provincia, racconta dettagliatamente i ricevimenti e i balli, le serate nei teatri della capitale e gli incontri nei circoli dell’alta società. Pushkin descrive con dovizia di particolari le abitudini delle nobildonne e la routine dei giovani dandy.
Il libro segue le vicende storiche avvenute all’epoca della rivolta di Pugachev.
I protagonisti della storia sono il giovane ufficiale Pyotr Andreevich Grinev e la figlia del capitano Maria che, dopo varie disavventure e peripezie, riusciranno a coronare il loro sogno d’amore.
Il libro racconta la vita in una piccola fortezza dove il giovane nobile stava prestando servizio, un amore innocente, una rivolta russa, descritta come "senza senso e spietata", e Caterina la Grande, sovrana severa ma giusta.
È difficile trovare un libro che racconti la vita russa in epoca zarista in modo più completo di questo. In “Guerra e pace” troverete dettagliate descrizioni di Mosca e San Pietroburgo e della vita di campagna.
Lo scrittore sembra conoscere fino in fondo i personaggi del suo romanzo: un universo fatto di proprietari terrieri, contadini, militari, membri dell’alta società...
Tolstoj descrive fin nei particolari la vita della nobiltà dell’epoca, parla di politica e della guerra con Napoleone. Non risparmia le scene di battaglia, che descrive con dettagli straordinari, e riporta le conversazioni dei soldati in trincea.
Con il suo stile visionario e fantasmagorico, Gogol descrive scene di vita della gente comune. Il protagonista di questo racconto è il funzionario Akakij Akakievich Bashmachkin, che vive a San Pietroburgo. Non è difficile immaginare quanto sia modesto il suo salario, visto che usa da molti anni lo stesso cappotto. Un bel giorno il sarto gli fa sapere che ormai non è più possibile ripararlo per l’inverno successivo e Akakij si ritrova a dover acquistare una nuova mantella. Un particolare seguito da una raffica di avventure... Quando il protagonista finalmente ottiene un nuovo cappotto, lo protegge come un bene prezioso.
Immaginate di potervi permettere il lusso di stare sul divano tutto il giorno senza bisogno di lavorare. Ma come può un uomo adulto permettersi di non lavorare? Nell’Impero russo vi erano molte persone così, che trascorrevano la vita senza sapere che cosa fosse il lavoro.
Il romanzo racconta l’ozio e lo scorrere infinito del tempo di un proprietario terriero, che l’autore mette a confronto con persone ben più attive ed energiche.
Il titolo del romanzo non è altro che un aforisma: il “nido di nobili” è infatti una tenuta dove vive una grande famiglia nobiliare, che ne ha ereditato la proprietà. Un luogo dove i bambini “fuggiti dal nido” possono sempre fare ritorno e dove si segue un determinato stile di vita tradizionale. Ma Turgenev nota con una certa tristezza che questo stile di vita è ormai arrivato al tramonto: le nuove generazioni non vogliono più vivere come proprietari terrieri, ma vogliono decidere da sé il proprio destino, liberi dalle cinghie della tradizione familiare.
Dostoevskij in questo libro accende i riflettori su una nuova generazione, ovvero sui giovani cresciuti dopo l'abolizione della schiavitù, nel 1861. Sono rivoluzionari che sfidano gli standard sociali e in questo romanzo le loro idee “dannose” sono viste come “demoni” che si propagano, avvelenando la mente e la vita della gente comune.
Se nel libro "Le tre sorelle" Cechov descrive la rovina dei nobili e la perdita delle loro proprietà, ne "Il giardino dei ciliegi" l’autore racconta un variopinto mondo di nobili, composto da chi segue ancora le vecchie tradizioni e chi invece guarda al nuovo.
Nella letteratura russa del XX secolo i componenti della classe più povera, come i servi, iniziano ad acquisire sempre più importanza nei racconti, fino ad assumere lo stesso spessore dei membri nobili della famiglia.
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