“Brigada”
Questa è una storia di quattro amici d’infanzia che accidentalmente hanno commesso un omicidio. Indietro non si torna; devono aprirsi la strada al mondo criminale dei “selvaggi anni Novanta”. Ben presto, Sasha Belyj, Kosmos, Pchela e Fil costruiscono l’impero criminale più influente della Russia.
Brigada (15 puntate di 50 minuti) divenne un successo immediato quando uscì nel 2002. All’epoca era la serie tv più costosa della storia russa (200.000 $ per episodio), e creò il personaggio di un affascinante cattivo, capace di guadagnarsi il rispetto e l’ammirazione di uomini, donne e persino bambini. E per questo fu anche criticata.
È una tappa obbligata e un buon inizio per tutti coloro che cercano di familiarizzare con i selvaggi anni Novanta russi. Nel 2006 è stata doppiata in italiano, mantenendo inalterato il titolo.
“Brat” (“Brother”)
Il giovane Danila si congeda dall’esercito e se ne va a San Pietroburgo in cerca di una vita migliore. In una San Pietroburgo colpita dalla povertà, dalla droga e dalla criminalità, il fratello maggiore di Danila non se la passa male, lavorando come killer per un’influente banda criminale. Danila si mette ad aiutarlo e scopre di avere un talento per uccidere.
Il pubblico ha adorato il personaggio di Danila, nonostante la sua sfacciata ksenofobia e la sua discutibile visione della vita. Questo giovane ha affascinato molte generazioni di spettatori con la sua paradossale bontà e i principi incrollabili che lo guidano nei momenti più difficili.
Questo film, prodotto con pochissimi soldi e uscito nel 1997 per la regia di Aleksej Balabanov, ha immediatamente conquistato lo status di cult tra il pubblico russo e ha avuto un sequel nel 2000 con un budget, invece, di tutto rispetto, “Brat 2” (nella versione italiana “Il fratello grande”).
“Voroshilovskij Strelok” (“Voroshilov Sharpshooter”)
Tre privilegiati violentano una giovane ingenua che vive nella casa accanto con suo nonno. La polizia corrotta non punisce i colpevoli e il veterano della Seconda guerra mondiale decide di farsi giustizia da solo.
I “selvaggi anni Novanta” erano caratterizzati da una corruzione dilagante e da leggi deboli che garantivano impunità anche per i crimini più orrendi, se commessi da chi aveva soldi. Non sorprende che il pubblico abbia enfatizzato così tanto il protagonista di questo film del 1999 di Stanislav Govorukhin, che combatte i criminali con le proprie armi.
“Bumer” (“Bimmer”)
Nel 1998 quattro amici sono inseguiti dalla folla e dalla polizia dopo un incidente che si traduce in un omicidio di un agente di polizia sotto copertura. I quattro amici iniziano una pericolosa corsa verso un nascondiglio fuori Mosca. Sulla strada, si incrociano con mafiosi, poliziotti corrotti e camionisti violenti.
Il film, girato nel 2003 dal regista Pjotr Buslov, descrive con precisione l’ambiente disperato in cui alcune persone si ritrovarono negli anni Novanta. È indiscutibilmente il film più pessimista e difficile da guardare di questo elenco.
“Zhmurki” (“Mosca cieca”)
Due gangster inesperti, Simon e Sergej, fanno colpi su commissione per un boss della mafia di una città di provincia. Falliscono un incarico dopo l’altro, finendo per scatenare una faida sanguinosa e pulp.
Questa commedia nera di Aleksej Balabanov del 2005 rientra sicuramente nella categoria trash. Molti spettatori in Russia l’hanno amata per quanto è assurda e per il suo umorismo nero.
Il crollo dell’Urss e quei selvaggi anni Novanta: perché furono tempi così pericolosi?