Andrej Konchalovskij (adestra)
ReutersQuattro proiezioni a poltrone esaurite, scroscio di applausi e 6 pellicole ancora in programma. È il primo bilancio della decima edizione del cineforum “Incontri con la cultura russa”, in programma ogni lunedì (ore 20.30, ingresso gratuito) fino al 18 marzo al Palazzo della Gran Guardia di Verona e dedicato quest’anno al cinema d’autore di Andrej Konchalovskij, regista, sceneggiatore e produttore moscovita atteso nella città scaligera per l’ultimo appuntamento della rassegna.
In calendario per la prossima settimana (11 febbraio, ore 20.30), “Il proiezionista” (Ближний круг, 1991), che racconta la Russia di Stalin attraverso la storia del suo proiezionista, Ivan, un uomo ingenuo e onesto accecato dalla venerazione per il suo leader. “Mostrare Stalin attraverso gli occhi di una vittima del gulag è facile – spiega il regista –. Io invece volevo mostrarlo dal punto di vista di Ivan, che lo ammira realmente. È molto più interessante esplorare un'idea dall'interno che non dall'esterno: quando la fai vedere dall'interno sei in grado di mostrarne i punti deboli”. E la vita di Ivan diventa quindi un’occasione per studiare non solo la mentalità russa, ma anche la psicologia dell’uomo che si ritrova schiavo delle sue idee. Per Konchalovskij, infatti, questa storia parla anzitutto di libertà: “È più facile liberare fisicamente una persona, ma molto difficile spezzare le catene che circondano la sua mente”.
La decima edizione della rassegna è organizzata e promossa da Consolato Onorario della Federazione Russa a Verona, dall’associazione Conoscere Eurasia, dalla Casa Russa presso il Consolato Onorario della Federazione Russa a Verona, dalla Russkiy Mir Foundation e Gosfilmfond, con il patrocinio del Comune di Verona.
Nato a Mosca nel 1937 in una famiglia di artisti e intellettuali, Andrej Konchalovskij è figlio dello scrittore per ragazzi e autore del testo dell'inno nazionale russo Sergej Mikhalkov, e della poetessa e traduttrice Natalia Konchalovskaja, di cui ha assunto il cognome per differenziarsi dal regista Nikita Mikhalkov. La sua passione per l’arte nasce con la musica - che lo porta a laurearsi in pianoforte nel 1959 – per poi approdare al grande schermo, che impara a conoscere alla scuola di cinema VGIK diretta da Mikhail Romm, dove inizia anche la proficua collaborazione con Andrej Tarkovskij.
In seguito si spinge prima a concentrarsi sulla resa di testi letterari e poi a trasferirsi negli Usa, dove realizza pellicole di successo come “Maria Lover's” (1984) e “A 30 secondi dalla fine” (1985). Tornato in Russia dopo la fine dell’Urss, nel 1991 porta al Festival di Berlino “Il proiezionista”, una critica contro il regime stalinista. Tra i riconoscimenti si contano tre Leoni d'argento per la migliore regia a Venezia con “La casa dei matti”, “Le notti bianche di un postino” (2014) e “Paradiso” (2016), e un Premio speciale della giuria a Cannes con “Siberiade” (1979).
Per conoscere il programma completo delle proiezioni, cliccate qui
In questa intervista Konchalovskij racconta il suo film “Paradiso”, miglior regia al festival di Venezia
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