Dieci libri russi da leggere in dieci precisi casi della vita

Cultura
ALEKSANDRA GUZEVA
Nell’elenco non troverete né “Anna Karenina” né “Delitto e castigo”, ma ci sono comunque grandi capolavori, classici e contemporanei, che possono esservi di grande aiuto e sollievo per trovare risposte alle domande esistenziali o ai desideri di tutti i giorni

1 / Per superare una separazione dolorosa – Ivan Bunin (1870-1953) “Viali oscuri”

In una letteratura russa che quasi non conosce scene di sesso, questa raccolta di racconti rappresenta già l’erotismo spinto. Per ognuno di questi racconti si potrebbe girare un “9 settimane e ½” con un velo mistico, e quello che l’autore lascia splendidamente celato nel non detto, vi costringerà a sognare nuove avventure, senza aver paura delle storielle passeggere, e a vivere la vita al massimo! Tra l’altro, Bunin fu il primo russo a vincere il Premio Nobel per la Letteratura (nel 1933), battendo la concorrenza del più importante scrittore sovietico della sua epoca, Maksim Gorkij.

2 / Per trovare il senso della vita – Lev Tolstoj (1828-1910) “La morte di Ivan Ilich”

Il racconto viviseziona in ogni dettaglio la lenta morte di un magistrato gravemente ammalato. Ha vissuto come persona giusta, non ha avuto una vita spirituale, e di fronte alla morte vede in tutto l’inganno e l’ipocrisia, e capisce di aver vissuto invano. Questo libro parla della paura della morte e del senso del suo avvicinamento.

Lo scrittore Vladimir Nabokov, riteneva che questo fosse il lavoro perfetto di Tolstoj.

3 / Per vivere avventure senza alzarsi dal divano – Aleksandr Pushkin (1799-1837) “La figlia del capitano”

Da questo libro si può trarre una morale: le buone azioni non vengono compiute invano e rendono di gran lunga di più. Sacrificando un cappotto di montone caldo, regalandolo a uno sconosciuto durante una tempesta di neve, Petja Grinev sembra aver fatto qualcosa di stupido, ma alla fine, questo atto gli salva la vita. Non sveleremo di più delle mille avventure di questa opera, ma aggiungeremo solo che è un’incredibile storia di amore, onore e dovere ambientata in uno di periodi più interessanti della storia russa: l’epoca della rivolta contadina guidata da Emelian Pugachev, che si autoproclamò imperatore con il nome di Pietro III.

4 / Se vi siete stufati delle serie tv – Mikhail Sholokhov (1905-1984) “Il placido Don”

Quando nel tranquillo ordine tradizionale di un villaggio cosacco arriva la Rivoluzione d’Ottobre e poi la Guerra Civile tutto si ribalta. Siate pronti a quattro ponderosi tomi di interessante lettura, su come un marito lascia la moglie e poi ritorna da lei, un fratello arriva a uccidere in fratello e le persone si dividono tra comunisti e bianchi, tradendo a volte gli uni a volte gli altri.

Sholokov è un altro dei russi che hanno vinto il Nobel per la Letteratura (nel 1965). Ma ancora oggi gli studiosi discutono sul fatto se abbia davvero scritto lui questo libro, considerando tutte le altre sue opere molto più deboli.

5 / Da portare in spiaggia – Mikhail Lermontov (1814-1841) “Un eroe del nostro tempo”

Qui ci sono e il mare e i monti, e l’amore e il destino, e ovviamente una trama estremamente avvincente. Grigorij Pechorin è ancora giovane, ma ha già visto molto nella vita. Ha già fatto in tempo a stufarsi delle ipocrisie del bel mondo nobiliare, e sembra che il suo cuore si sia ormai raffreddato e che non sia più in grado di provare emozioni forti. Sempre in cerca di adrenalina, una volta decide di andare in guerra e un’altra di rapire la figlia di un principe di montagna del Caucaso, esponendosi al rischio della vendetta di sangue, una volta si mette in mezzo a dei rischiosi affari notturni dei contrabbandieri e un’altra fa invaghire di sé una brava ragazza solo per combattere la noia. È un vero enfant terrible ottocentesco!

6 / Per ridere di tutto cuore – Sergej Dovlatov (1941-1990) “Il parco di Pushkin”

Un uomo divorziato cerca un lavoretto per guadagnare due soldi e si fa assumere come guida in un remoto museo campagnolo, dedicato al poeta Aleksandr Pushkin. Risulta che la gran parte degli assunti sono donne, e queste cercano di attirare le attenzioni del nuovo venuto, contendendoselo l’un l’altra. Riderete di gusto per le brillanti battute del protagonista (anche se furono pensate nel contesto dell’Urss non hanno perso la loro forza) e per le ben riconoscibili figure caricaturali.

7 / Per capire che non vi va poi così male – Maksim Gorkij (1868-1936) “Bassifondi” o “L’albergo dei poveri”

Il figlio del popolo Maksim Gorkij, scrittore proletario per antonomasia, fu uno dei primi a portare sulle pagine della letteratura sovietica bambini abbandonati, poveri e altri emarginati. In questa pièce è descritta la vita di un ricovero notturno popolato da derelitti. Ognuno di loro ha una biografia non ordinaria, ma tutti si sono ritrovati nei bassifondi della società.

A proposito, ancora oggi viene rappresentata sui principali palcoscenici della Russia e dell’Europa e continua a riscuotere grande successo.

8 / Se non riuscite a disfarvi delle vecchie cose – Anton Chekhov (1860-1904) “Il giardino dei ciliegi”

La proprietaria terriera Ljubov Ranevskaja vende la tenuta e viene a sapere che taglieranno il suo giardino di ciliegi. Ne soffre tanto da pensare che senza di esso, la vita stessa perderà ogni senso. Ma qui la questione non sta nel giardino: è che lei non è pronta ai cambiamenti nella vita, è ciecamente legata al passato, che però se n’è andato e non tornerà. Prendete ispirazione dal leggendario lavoro teatrale di Pushkin e fate un po’ di pulizia nella vostra vita, o, quantomeno, nel guardaroba.

9 / Per farvi venire i brividi – Nikolaj Gogol (1809-1852) “Veglie alla fattoria presso Dikanka” e “Mirgorod”

In questo ciclo, i racconti divertenti si alternano con altri degni di un film horror. Non vi consigliamo di leggere a letto “La notte di Maggio o L’annegata”, “Il luogo stregato” oppure “Vij”, o non chiuderete occhio. Qui ci sono morti viventi, forze maligne e creature spaventose. È difficile immaginare che l’autore di queste storie sia quello stesso Gogol che ha scritto uno dei libri più ricchi di satira della letteratura classica russa, “Le anime morte”.

10 / Per innamorarsi per la Sindrome di Stoccolma – Guzel Jachina (1977-) “Zuleika apre gli occhi”

Una giovane donna di un villaggio tataro musulmano vive sotto l’oppressione del marito autoritario e della suocera, che la sfruttano come se fosse una schiava. Ma arriva il potere sovietico, uccidono il marito e la portano in un campo di lavoro. Là lei si sente in un certo qual modo più libera di prima, scopre in sé dei talenti e si avvicina al sorvegliante…

È l’unico libro del XXI secolo incluso in questo elenco, che subito dopo l’uscita nel 2005, come opera prima dell’autrice, è stato tradotto in oltre venti lingue, tra cui l’italiano (è edito da Salani).

Otto libri russi che vi aiuteranno a trovare il senso della vita