“Leto” (“Estate”) di Kirill Serebrennikov
L’ultimo film del regista russo di film e teatro Kirill Serebrennikov, nato nel 1969 a Rostov sul Don, ha aperto il festival Kinotavr. In precedenza, il film, “Leto” era stato proiettato a Cannes, dove ha vinto il premio per la miglior colonna sonora. Descrive la vita dei musicisti russi degli anni Ottanta, incluse le leggende del rock russo Viktor Tsoj e Mike Naumenko, e il triangolo amoroso con la moglie di Naumenko, Natalia.
“Istorija odnogo naznachenija” (“Storia di una nomina”) di Avdotja Smirnova
Questo film premiato (migliore sceneggiatura e premio del pubblico), di Avdotja (Dunja) Smirnova (nata nel 1969 a Mosca) è basato su eventi della vita reale, che mostrano un episodio della biografia del gigante della letteratura russa Lev Tolstoj. Tolstoj è giovane, pieno di passione e intento a cambiare la sua vita per il meglio. Incontra il tenente Grigorij Kolokoltsev e i due stringono un rapporto di amicizia. La traiettoria della carriera di Kolokoltsev e l’influenza di Tolstoj su di essa sono al centro della storia.
“Vojnà Anny”/“Anna’s War” di Aleksej Fedorchenko
In questo film di Aleksej Fedorchenko (classe 1966), la Seconda Guerra Mondiale viene mostrata attraverso gli occhi di una bambina fuggita da un campo di concentramento nazista che si è nascosta nel camino dell’ufficio di un comandante tedesco. Durante la notte, Anna va in cerca di cibo e acqua. Il film consiste in una serie di episodi della sua vita.
“Serdtse mira” (“Cuore del mondo”) di Natalia Meshchaninova
Questo film di Natalia Meshchaninova (nata a Krasnodar nel 1982) racconta la storia della vita del veterinario Egor, che lavora in una stazione di addestramento per cani da caccia nel bel mezzo del nulla. Ha difficoltà ad andare d’accordo con le persone e le uniche creature che lo comprendono sono gli animali: vale a dire cani e volpi, che non hanno un posto dove andare, proprio come lo stesso Egor. Il film ha vinto un Grand Prix al Kinotavr 2018.
“Russkij Bes” (“Il Demone russo”) di Grigorij Konstantinopolskij
Inizia come una storia realistica questo film di Grigorij Konstantinopolskij (nato a Mosca nel 1964) ma si conclude come una distopia sanguinosa, che è difficile prevedere all’inizio. Il protagonista, l’artista Svjatoslav Ivanov, decide di aprire un ristorante a Mosca per impressionare la sua fidanzata. Porta il suo business plan per il “Il Demone Russo” a un influente uomo d’affari, nonché padre della sua sposa, Asja. Cerca di essere un uomo d’affari onesto, ma non è così facile. Il film ha vinto il premio per la migliore regia.
“Van Gogi” (“I Van Gogh”) di Sergej Livnev
Quella del film di Sergej Livnen (moscovita classe 1964) è la storia di un padre e un figlio. Il padre, 79 anni, è un famoso direttore d’orchestra che si crogiola ancora nella sua gloria passata, mentre il figlio è uno sfortunato artista di 53 anni. Vivono molto lontano l’uno dall’altro, e ne sono entrambi contenti. Tuttavia, dopo che al padre viene diagnosticata una malattia terminale, inizia un viaggio dall’odio all’amore.
“Kislotà” (“Acido”) di Aleksandr Gorchilin
Sasha e Petja, entrambi ventenni, vivono la vita folle dei musicisti nella Mosca dominata dalla techno con feste rumorose, alti e bassi personali e relazioni instabili. Nonostante la gioia che mostrano all’esterno, sono pieni di solitudine. Ma un evento improvviso li fa interrogare sulle loro vite e iniziano a guardare a lungo se stessi. Il film, del giovane Aleksandr Gorchilin (classe 1992) ha vinto il premio “Miglior debutto” al Kinotavr, a pari merito con “Glubokie reki” (“Fiumi profondi”) diretto da Vladimir Bitokov (nato nel 1985).
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