Tre spie sovietiche dei film che sono ispirate a personaggi reali

Cultura
NIKOLAJ SHEVCHENKO
Questi agenti segreti hanno dato il loro meglio per sconfiggere il nemico nazista e hanno fatto da spunto, spesso un po’ romanzato, per il cinema

1. “Atto eroico di un agente segreto”
In questo film in bianco e nero (qui sottotitolato in italiano) del 1947, del regista Boris Barnet (titolo originale: “Podvig Razvedchika”), una spia sovietica si infiltra tra le forze naziste in una città dell’Ucraina occupata dai tedeschi. La sua missione è di venire a conoscenza dei messaggi segreti per Berlino del generale nazista che comanda in zona. Ma quando il contatto dell’agente in città viene scoperto, rischiando di mandare tutto a monte, lui non ha altra scelta se non quella di rapire il generale nazista.

L’ispirazione della vita reale per il protagonista del film è stato Nikolaj Kuznetsov (1911-1944), il figlio di un contadino che in seguito sarebbe diventato una famosa spia decorata con la medaglia d’oro di eroe dell’Unione Sovietica, il più alto riconoscimento dell’epoca.
Da giovane, Kuznetsov scoprì il suo talento da poliglotta, imparando molto bene il tedesco, l’ucraino, il polacco e altre lingue. Il giovane non fu però molto aiutato dalle sue abilità uniche e continuò a lavorare nei campi, fino a quando venne arrestato con accuse false durante le purghe di Stalin.
Il suo talento per le lingue, però, lo salvò. Fu notato dall’ufficiale capo del controspionaggio. Cambiarono la sua identità in quella di un tedesco e fu addestrato in un campo di prigionia a Krasnogorsk (una città satellite di Mosca).
Quando la spia sovietica poteva ormai padroneggiare abitudini e maniere dei soldati tedeschi, fu mandato dietro le linee nemiche con l’audace missione di eliminare il Reichskomissar nazista responsabile delle forze di occupazione in Ucraina, Erich Koch.
Sebbene Kuznetsov, noto come Paul Zibert ai nazisti, non riuscisse a eliminare il suo obiettivo principale, la spia sovietica riuscì a far fuori diversi ufficiali nazisti di rango molto vicini a Koch. Tra le sue ultime missioni prima di essere scoperto e ucciso ci fu il rapimento del generale nazista Max IIgen. A differenza del personaggio del film, tuttavia, la vera spia non poté consegnare il generale nazista a Mosca ma dovette giustiziare lui stesso il nemico.

2. “Major Vikhr”
In questa serie di tre film per la tv del regista Evgenij Tashkov, del 1967 (nota all’estero anche con il titolo inglese di “Major Whirlwind”), quando Hitler in persona ordina di annientare la città polacca di Cracovia, il comando maggiore sovietico invia un gruppo di sabotatori per sconvolgere il malefico piano dei nazisti. Il gruppo è guidato da una spia nota come “Major Vikhr”; “Maggiore Vortice”.

Nella realtà storica i sovietici inviarono due gruppi a Cracovia e, di conseguenza, il personaggio di fantasia ha avuto due fonti di ispirazioni nella vita reale: il colonnello Aleksej Botjan (ha compiuto il 10 febbraio scorso 101 anni) ed Evgenij Bereznjak (1914-2013).
Bereznjak, un poco appariscente insegnante di scuola, fu spinto a entrare nel mondo dello spionaggio quando la sua città in Ucraina fu occupata dalle forze naziste. Addestrato a Mosca, fu assegnato alla guida di un gruppo di sabotatori nella Cracovia occupata.
Lo sbarco del gruppo dietro le linee nemiche non ebbe successo e Bereznjak fu arrestato. La sua audace fuga dalla polizia nazista salvò però l’intera città, anche perché dopo essersi ricongiunto con i suoi compagni sabotatori, rapì il maggiore nazista che aveva avuto il compito di minare la città. Grazie alle informazioni ottenute, i piani dei nazisti di distruggere la città al momento della ritirata fallirono. Dopo la guerra, Bereznjak tornò al suo lavoro di insegnante e per molti anni nessuno seppe cosa aveva fatto durante la guerra.
Il colonnello Aleksej Botjan, l’altro ispiratore della vita reale del maggiore “Vortice”, era un ufficiale dell’intelligence. Il suo contributo al salvataggio di Cracovia dalle forze naziste lo dette facendo saltare il magazzino in cui i nazisti tenevano gli esplosivi che intendevano usare per minare il centro della città. Solo nel 2007, 62 anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale, Botjan è stato decorato con la medaglia di Eroe della Russia per il suo ruolo nel salvataggio della città polacca.

3. “17 momenti di primavera”

Film per la tv a puntate (dodici) del 1973, opera della regista Tatjana Lioznova, “Semnadtsat mgnovenij vesny,” “17 momenti di primavera”, con il suo protagonista Max Otto von Stierlitz, è diventato una parte importante della cultura pop sovietica, paragonabile a James Bond in Occidente. Sebbene il personaggio di Stierlitz non abbia un prototipo confermato, alcuni fan della popolare serie di spionaggio ritengono che ce ne sia uno.
Alcuni sostengono che sia il capitano della polizia tedesca Willy Lehmann (1884-1942) ad aver ispirato il famoso personaggio. Figura controversa, Willy Lehmann era probabilmente l’agente sovietico più prezioso infiltrato nelle forze naziste, in particolar modo perché era responsabile delle operazioni di controspionaggio nei confronti delle spie sovietiche (era nella Gestapo fin dal 1933). Comunicò ai sovietici la data esatta dell’invasione nazista (22 giugno 1941) ma Berja e Stalin la ritennero inattendibile, e quest’ultimo scrisse sulla pratica “disinformazione”.

Conoscete la storia della donna russa che fece innamorare Einstein per carpirgli informazioni utili alla costruzione dell’atomica sovietica? Eccola