1 La corazzata Potemkin è stato definito uno dei più bei capolavori di sempre
Il dramma di Sergej Ejzenstejn è considerato un classico del cinema mondiale. L’iconica scena dei soldati in marcia verso la scalinata di Odessa è stata ripresa e citata più volte in tante opere. E la pellicola è stata inserita nella lista dei più bei film fin dagli anni Cinquanta. Nel 2010 “La corazzata Potemkin” è stata definita il terzo miglior film del cinema mondiale.
2 Ejzenstejn è considerato il “padre del montaggio”
È stato un pioniere e un teorico del montaggio cinematografico ed è passato alla storia come l’inventore del montaggio intellettuale e del montaggio delle attrazioni. Attraverso la sua tecnica di montaggio riusciva a far sviluppare rapidamente le scene sullo schermo, separando l’immagine in frammenti e riunificandola secondo l’ordine necessario.
3 Stalin non riuscì ad accettare il seguito del film “Ivan il Terribile”
L’ultimo film di Ejzenstejn, “Ivan il Terribile” (1944) fu girato su richiesta di Stalin e doveva essere una trilogia. Il regista ottenne il più prestigioso premio di Stato ma venne duramente criticato per il seguito. “È una cosa disgustosa!”, avrebbe commentato Stalin nell’agosto del 1946 durante un incontro con la direzione del Partito Comunista. Il secondo film, intitolato “La congiura dei Boiardi”, fu realizzato nel 1946 ma distribuito solo nel 1958, dopo la morte di Stalin. La terza parte invece restò incompleta.
4 Avrebbe potuto lavorare a Hollywood
Nel 1929, insieme al regista Grigorij Aleksandrov e al direttore della fotografia Eduard Tisse, Ejzenstejn realizzò un viaggio di lavoro prima in Europa occidentale e poi negli Stati Uniti. Tenne lezioni nelle università di Londra, Amsterdam, Bruxelles e Amburgo e partecipò anche a programmi radiofonici tedeschi. Nello stesso anno preparò anche una sceneggiatura per la Paramount Pictures per l’adattamento cinematografico di “An American Tragedy” di Theodore Dreiser. Ma la compagnia rifiutò la sceneggiatura. Secondo alcuni, il “niet” sarebbe stato causato da un sentimento anti-comunista diffuso negli Stati Uniti in quel periodo.
5 È morto quando il cinema stava prendendo colore
Ejzenstejn era solito sperimentare con i colori, nel tentativo di colorare frammenti e addirittura alcune scene dei suoi film. Anche se non è riuscito a vedere la nascita del cinema a colori, è morto l’11 febbraio 1948 mentre lavorava a un articolo dal titolo “Il cinema a colori”.
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