Khychin, il sole e l’ospitalità del Caucaso a tavola

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Le origini di questo piatto si perdono nella notte dei tempi. Ma ancora oggi è simbolo di abbondanza e generosità e viene servito a ogni occasione. Non perdetevi questa succulenta ricetta

Il “khychin” non è altro che un pane fino, fatto con una pasta senza lievito, e ripieno di patate bollite, formaggio fatto in casa o carne con erbette fresche. Si tratta di un piatto talmente tanto antico che nemmeno le persone del Caucaso, la regione dove viene prodotto, ricordano esattamente le sue origini.

Nel Caucaso viene interpretato come il simbolo del sole, dell’ospitalità, dell’abbondanza e della generosità. E nessuna festa qui si svolge senza “khychin”: viene cotto a ogni buona occasione, dai matrimoni alla nascita di un figlio, dai funerali all’arrivo di un ospite.

Di solito si preparano numerosi “khychin” e le varietà di questa pietanza sono infinite: ogni famiglia li cucina a modo proprio, anche se i più famosi sono sicuramente i “khychin karachai e balkar”. Si differenziano per il metodo in cui vengono cucinati. I primi vengono fritti nel burro o nell’olio, mentre i secondi vengono cotti su una padella secca e coperti poi con del burro. Vengono poi serviti uno sopra l’altro e le portate vengono tagliate in quattro, in rappresentanza di una croce dentro un cerchio: antico simbolo del sole. Con molta probabilità il termine “khychin” deriva proprio dalla parola “croce” in qualche antica lingua caucasica.

Fonte: Legion MediaFonte: Legion Media

Ecco a voi una delle ricette per cucinare questi squisiti “khychin”.

Preparazione:

1 Mescolate il kefir, il sale e la farina in una tazza grande e mescolate fino a ottenere una pasta elastica

IngredientiPer la pasta:\t500 ml di kefir o ayran\t700 gr di farina\t1/2 cucchiaio di sale
2 Preparate il ripieno realizzando un purè di patate con le patate precedentemente bollite; grattugiate il formaggio e aggiungete il burro fuso. Mescolate bene. Se invece volete preparare dei “khychin” con la carne, allora tagliate le erbette e la cipolla finemente e mescolate il tutto con la carne macinata. Aggiungete il sale.

3 Arrotolate la pasta fino a creare un lungo cordone e tagliatela in varie porzioni

4 Prendete un pezzettino di pasta, fate una pallina e schiacciatela con la mano

IngredientiPer il ripieno:\t400 gr di formaggio suluguni o bryndza\t400 gr di patate bollite\t50 gr di burro\t700 gr di carne di vitello o di agnello\t1 spicchio d’aglio\t1 cipolla\t50 gr di foglie fresche di coriandolo\t50 gr di menta fresca\tsale\tburro per friggere (opzionale)
5 Sistemate il ripieno al centro della pallina e avvolgetelo in modo che non fuoriesca 

6 Quando avrete ottenuto delle palline di pasta con il ripieno all’interno, stendetele prima con le mani e poi con il mattarello. I “khychin” di Balkar misurano circa 3 mm di spessore mentre i Karachai sono più spessi (1 centimetro)

7 Quando i vostri “khychin” saranno pronti, scaldate una pentola e fatevi sciogliere 50 gr di burro. Friggete i “khychin” e disponeteli in pila su un piatto. Copriteli poi con un altro po’ di burro fuso e serviteli.

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