Il rapporto tra gli architetti stranieri e la Russia è di lunghissima data. Quelli italiani, fin dal Medioevo, giocarono un ruolo importante nell’edificazione del Cremlino e delle prime chiese di Mosca. E nel XVIII e XIX secolo, italiani e francesi furono invitati in Russia per la costruzione di San Pietroburgo. Bartolomeo Rastrelli fu “architetto principale di Corte” dal 1730 e i cognomi italiani si accavallano quando leggete chi sono i padri dei monumenti russi: Michetti, Quarenghi, Rossi, Rinaldi, Chiaveri, Angelone… Tra fine Ottocento e inizio Novecento ci fu poi l’ondata degli architetti europei che esportavano il liberty. E persino in Unione Sovietica lavorarono numerose grandi firme dell’architettura mondiale, tra cui Ernst May, Albert Kahn, Le Corbusier, Bruno Taut e Mart Stam. Ma com’è invece la situazione nel XXI secolo? Le principali archistar mondiali hanno un po’ faticato a farsi largo nella Russia del 2000, per due ordini di motivi. Qualche volta perché il loro stile non incontra troppo il gusto dei russi, altre perché, semplicemente, sono troppo cari. In ogni caso ci sono esempi di successo e fantastiche opere di famosi architetti stranieri contemporanei. Ecco la top ten.
Garage Museum of Contemporary Art – Rem Koolhaas
Il noto architetto olandese e il suo studio OMA hanno accettato la sfida di trasformare un vecchio ristorante sovietico di Mosca in un museo di arte contemporanea, il Garage.
Sotto contratto con Dasha Zhukova, la zarina dell’arte russa, Koolhaas, partendo dai ruderi di un palazzo sovietico, ha realizzato una moderna costruzione rettangolare di policarbonato, con una forte enfasi sulla funzionalità. Mentre all’interno ha lasciato gli elementi decorativi d’antan, tra cui piastrelle e mosaici.
“In questo lavoro ho mostrato rispetto per l’epoca e l’atmosfera degli anni Sessanta. I simbolismi sovietici sono ancora tutti nell’edificio”, ha spiegato Koolhaas. L’olandese aveva anche lavorato al progetto di un nuovo quartiere di San Pietroburgo, chiamato “Baltic Pearl”, ma alla fine l’ha spuntata l’architetto Heng Li del Pacific Studio Arсhitecture.
Dominion Tower – Zaha Hadid
La designer e architetto irachena, naturalizzata britannica, che aveva iniziato la sua carriera proprio alla Oma di Koolhaas e che è scomparsa nel 2016, ha firmato due edifici di Mosca.
Il primo è una torre di uffici di 26 piani e 104 metri, la Dominion Tower, realizzata nel suo tipico stile decostruttivista. Il progetto fu ultimato nel 2005 e i lavori iniziarono tre anni dopo. A causa della crisi finanziaria subirono diversi rallentamenti e la torre è stata aperta solo nel settembre del 2015. È un edificio dalle geometrie futuristiche e spicca nel mezzo della zona industriale di via Sharikopodshipnikovskaya.
Altro lavoro di Zaha Hadid è un’abitazione privata nel comprensorio di lusso di Barvikha. Secondo i pettegolezzi, il businessman russo Vladislav Doronin l’avrebbe costruita per la sua allora fidanzata, la supermodella Naomi Campbell. Si chiama Capital Hill Residence e ha la forma di una navetta spaziale. La residenza di Doronin, una penthouse, è invece stata progettata dall’italiano Massimo Iosa Ghini.
Mriya Resort & Spa – Norman Foster
L’architetto britannico, autore anche del Millennium Bridge di Londra, ha disegnato in Crimea, a 25 chilometri da Yalta, un complesso alberghiero di lusso, il Mriya Resort & Spa Hotel.
L’edificio è a forma di petali di loto e ha 422 camere, una sala conferenze, una spa e una zona con ville private.
Foster aveva molti altri progetti in Russia, che non sono andati a buon fine a causa della crisi finanziaria. Per esempio, la “Russia Tower” di Mosca, che doveva essere alta 612 metri e i cui lavori erano iniziati. La parte edificata è stata poi demolita e l’area trasformata in un garage.
Ponte d’oro di Vladivostok – Norman Foster
Il Ponte d’oro (in russo Zolotoj most), inaugurato nel 2012, è già diventato il simbolo di Vladivostok. Con le sue sei corsie attraversa la Baia del Corno d’Oro (Zolotoj Rog) per una lunghezza di oltre 1.300 metri. La costruzione del ponte su questo braccio di mare era un sogno fin da inizio Novecento.
Fonte: Yuri Smityuk/TASS
Foster sta anche lavorando al quartier generale di RMK, Russkaja Mednaja Kompanija, l’azienda di estrazione e lavorazione del rame. Dovrebbe essere ultimato entro il 2019.
Accademia degli scacchi di Chanty-Mansijsk – Erick Van Egeraat
L’architetto olandese Erick Van Egeraat lavora in Russia dai primi anni Duemila e confida nelle grandi potenzialità del Paese.
Ha costruito l’Accademia degli scacchi della città di Chanty-Mansijsk e con questo progetto ha vinto il Best Building Award - Russia nel 2011.
Inizialmente Van Egeraat era stato scelto anche come architetto per le torri del complesso moscovita City of Capitals all’interno del Moscow City International Business Center. Il progetto però è stato ritenuto troppo complesso è il contratto se l’è aggiudicato lo studio americano NBBJ.
Centro commerciale e ricreativo Vershina di Surgut – Erick Van Egeraat
Anche nel 2012 il Best Building Award è andato a un progetto di Van Egeraat: il centro commerciale e ricreativo “Vershina” di Surgut, una città della Siberia.
Fonte: Erick Van Egeraat / Vershina
Van Egeraat si era aggiudicato anche la riprogettazione dello Stadio Dinamo di Mosca (la futura VTB Arena), che inizialmente era nell’elenco degli impianti per il Mondiale del 2018. Ma le sue idee sono state bocciate come troppo innovative dalla Sovrintendenza e il compito è passato di mano.
Nuovo palcoscenico del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo – Studio Diamond-Schmitt
Valerij Gergiev, direttore del prestigioso teatro pietroburghese, nel 1997 se ne venne fuori con l’idea di rinnovare l’edificio progettato dall’architetto veneziano Alberto Cavos nel 1859. Il concorso bandito fu vinto dal francese Dominique Perrault, che però fu poi messo alla porta, consegnando i lavori allo studio canadese Diamond - Schmitt, scelto, a dar credito alle voci di corridoio, da Gergiev in persona.
Il nuovo Mariinskij non è però riuscitissimo. Il critico architettonico Grigorij Revzin l’ha definito “una via di mezzo tra un centro commerciale e un McDonald’s”.
Stadio di San Pietroburgo – Kishō Kurokawa
Si tratta di uno dei più tribolati e costosi progetti della storia recente dell’architettura, con un conto finale lievitato a 43 miliardi di rubli (633 milioni di euro).
Anche il nome di questo impianto faraonico, che sorge sull’Isola Krestovskij, è ancora incerto. Alla Confederation Cup 2017 si è usato il nome di Stadio di San Pietroburgo. In seguito si sceglierà presumibilmente tra Gazprom Arena (l’impianto è di proprietà della società) e Zenit Arena (dal nome della squadra di calcio che qui è di casa, allenata da Roberto Mancini).
L’architetto Kishō Kurokawa è morto nel 2007, quando i lavori erano appena all’inizio.
9. Nuovo terminal dell’Aeroporto Pulkovo di San Pietroburgo – Studio Grimshaw Architects
Il primo terminal dell’unico aeroporto di San Pietroburgo (allora Leningrado) fu costruito tra il 1936 e il 1950 (con la pausa della Seconda Guerra mondiale). Poi nel 1980 venne costruito il secondo Terminal e da allora non ci furono novità. Così tutti i turisti che arrivavano in questa Mecca del turismo russo si trovavano a passare per un aeroporto molto antiquato. Fino a quando, nel 2013, non è stato approvato il progetto dello studio britannico Grimshaw Architects in collaborazione con Ramboll (Danimarca) e Pascall+Watson (Regno Unito) per la costruzione di un nuovo terminal. Pare che il disegno abbia tratto ispirazione dalle chiese, dai palazzi e dal panorama di San Pietroburgo con i suoi ponti e le sue isole.
10. Parco Zarjadje di Mosca – Studio Diller Scofidio + Renfro
Lo studio di design newyorkese si è aggiudicato il concorso per la costruzione di questo parco nel centro di Mosca, subito fuori dal Cremlino e dalla Piazza Rossa, su un territorio di circa 13 ettari, sui quali un tempo sorgeva il gigantesco l’Hotel Rossija, chiuso nel 2006 e poi demolito. Il parco, che ha al suo interno anche una Sala concerti, una passerella pedonale aerea e e un albergo, dovrebbe essere inaugurato a settembre 2017.
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