Il signore di San Francesco illustrato da Vereysky
Illustrazione di O.G. Vereysky, 1972Il 22 ottobre si celebrano i 145 anni dalla nascita del primo russo vincitore del Premio Nobel per la Letteratura, Ivan Bunin. Rbth ha selezionato per voi i libri più importanti della sua produzione letteraria.
Il signore di San Francesco (1915)
Durante un viaggio in Italia, un ricco americano viene trovato morto nell’isola di Capri. Il suo corpo diventa un peso per tutti, soprattutto per la sua famiglia, che non sa cosa farne. Al rientro in America, ovviamente la salma non viaggerà comodamente in prima classe, bensì nelle cantine, dove il rumore delle macchine e dei motori della barca rimbomba in maniera insopportabile.
Il critico contemporaneo di Bunin, Abraham Derman, ha detto: “Oltre dieci anni ci separano dalle ultime opere di Cechov. Da allora, scartando le opere postume di Tolstoj, non c’è stato nessuno scritto in lingua russa che possa essere paragonato al Signore di San Francesco per forza e significato”.
L’amore di Mitia (1924)
Quando Katia, di cui Mitia è follemente innamorato, inizia a intraprendere la carriera di attrice, improvvisamente matura e inizia a prendersi gioco della sua immaturità. Mitia, accecato di passione e gelosia, lascia Mosca e se ne va in un paesino, per ritrovare la pace perduta. Lì il giovane si lascia travolgere da un amore passionale per una donna del posto, che lo fa soffrire ancora di più. In questa opera Bunin racconta come le sofferenze amorose pesino profondamente sulla vita del giovane protagonista.
Giorni maledetti (1925-1926)
Bunin, che non ha accettato né il bolscevismo né la salita al potere del governo sovietico, nel 1920 emigrò in Francia. Nei suoi scritti di questo periodo si riflette l’intera storia del Paese.
In Urss quest’opera non è apparsa fino alla Perestrojka, visto che accusava profondamente la rivoluzione e criticava in maniera pesante gli eventi di quel periodo.
La vita di Arsenev (1927-1933)
Secondo Bunin fu proprio quest’opera, pubblicata a Parigi nel 1930, a valergli il premio Nobel per la Letteratura, grazie alla “capacità con la quale ha affrontato la tradizionale prosa classica russa”.
Nell’opera vengono descritte l’infanzia e la giovinezza di Aleksei Arseniev e la sua storia di amore con Lika, sempre contrastata da suo padre. La giovane fugge da Arseniev, il quale cerca di trovarla, anche se il padre continua a tenergli nascosto dove si trova la ragazza.
Anche Bunin, come il suo personaggio, ha avuto un grande amore, Barbara, con la quale ha vissuto senza essere sposati. E questo è solo uno dei tanti riferimenti autobiografici presenti nel libro: luoghi e personaggi che hanno incrociato la vita dell’autore.
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