Milano promuove la provincia russa

Il viceministro russo della Cultura e del Turismo Alla Manilova durante il taglio del nastro della nuova sede a Milano.

Il viceministro russo della Cultura e del Turismo Alla Manilova durante il taglio del nastro della nuova sede a Milano.

: Alberto Caspani
All’apertura della seconda sede di Visit Russia, l’agenzia per il turismo, è stata annunciata la volontà di valorizzare ulteriormente le piccole città della Federazione: è qui che si conservano le tradizioni più autentiche. E ora si punta ad alleggerire il regime dei visti

Milano è la nuova testa di ponte della Russia in Italia. A confermare la decisione di aprire un secondo ufficio di rappresentanza turistica della Federazione, dopo quello di Roma, sono giunti Alla Manilova e Sergej Evgenievich Korneev, rispettivamente viceministro russo della Cultura e del Turismo e vicedirettore dell’agenzia federale per il turismo. In loro compagnia, una nutrita squadra di rappresentanze territoriali che hanno arricchito la presentazione svoltasi nei giorni scorsi presso la Triennale di Milano, benché la nuova sede di Visit Russia sarà ospitata negli uffici di The Round Table, in via Omboni 6 (zona Porta Venezia).

Dal Peterhof museum di S. Pietroburgo alla remota repubblica della Khakasiya, al confine con la Mongolia, passando per Kaluga, Tula e Lipetsk, nei pressi della capitale moscovita, senza dimenticare i gioielli nordici di Kizhi e Kaliningrad, o l’intraprendente area mineraria di Sverdlovsk, negli Urali, l’offerta turistica ha scelto di puntare su un tema comune: la valorizzazione delle piccole città. Una forma per allinearsi alla politica italiana che ha dichiarato il 2017 “anno dei piccoli borghi”.

“Protagonista della prossima stagione sarà la provincia - ha ribadito proprio Alla Manilova, introducendo la vicedirettrice dell’Associazione russa Piccole Città Turistiche Gulzada Rudenko -, dal momento che gli aspetti più autentici delle nostre tradizioni culturali e d’ingegno si conservano tuttora fuori dalle grandi metropoli, permettendo di vivere esperienze in linea con le nuove tendenze del turismo internazionale. Sostenibili. Ecologiche. Comunitarie. Prova recente sono stati i viaggi e l’apertura verso le aree della Federazione più remote, come la Riserva di Tofalaria, promosse da Russia Trekking. Questo non significa però dover rinunciare ai grandi eventi come motore attrattivo dei flussi internazionali, tenuto conto che nel 2018 la Russia ospiterà i prossimi Mondiali di calcio nelle sue principali città, mentre già dal prossimo anno il circuito automobilistico di Sochi sarà protagonista del campionato di Formula1. Ogni area della Russia sarà sempre più accessibile, tant’è che il governo ha stanziato circa 144 milioni di euro solo per la creazione di nuove infrastrutture nel biennio 2016/2017”.

Un momento della cerimonia di apertura. Fonte: Alberto CaspaniUn momento della cerimonia di apertura. Fonte: Alberto Caspani

L’accoglienza della delegazione russa da parte del console milanese Aleksander Nurizade e delle autorità italiane è stata entusiastica, vedendo in questa nuova tappa di rafforzamento delle relazioni bilaterali anche un’opportunità di rilancio economico, culturale e per scambi studenteschi.

“I russi si stanno accorgendo che Milano non è solo una città business dove trascorre appena due notti - hanno spiegato Roberta Guaineri e Dorina Bianchi, assessore al turismo di Milano e sottosegretario del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del turismo -, ma la porta d’accesso ai tesori della Brianza dei laghi o per sperimentare l’efficenza dei trasporti lombardi. Nonostante i vincoli dell’Unione Europea, continuiamo a lavorare a Bruxelles affinché il regime di rilascio dei visti venga semplificato, ben comprendendo le ricadute positive che una politica più aperta è in grado di riservare alle nostre nazioni: come ha ricordato Alla Manilova, l’abolizione del regime dei visti fra la Russia e la Corea del Sud è stata in grado di far lievitare il traffico turistico del 70%, mentre le stime riguardanti Russia e Italia parlano di un sensazionale 40%”.

I dati odierni restano promettenti, al di là del mantenimento di sanzioni economiche contro la Russia, sempre più incomprensibili da parte delle imprese e della società civile italiana: i turisti tricolori in visita alla Terra degli Zar sono cresciuti del 4% nel primo semestre del 2016, ma entro la fine dell’anno potrebbero toccare addirittura quota 10%, trainati dalla convenienza del cambio euro-rublo. Un’inversione di tendenza è prevista pure sul fronte degli arrivi russi in Italia, calati sì dell’1% nel primo semestre, ma verosimilmente destinati a segnare un +5% a fine 2016.

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