Doping, Sharapova dentro la bufera

Maria Sharapova.

Maria Sharapova.

: Reuters
Lo sport russo di nuovo nel caos dopo che la tennista è risultata positiva al meldonium, vietato dalla WADA. Tutto quello che c’è da sapere sulla sostanza proibita che potrebbe costare la squalifica all’atleta

Sarebbe stato il midronato, principio attivo del meldonium (farmaco anti-ischemico) ad aver fatto risultare positivo il test antidoping della tennista russa Maria Sharapova, che lunedì scorso in una conferenza stampa ha annunciato di essere risultata positiva al test. E così, dopo la pattinatrice Ekaterina Bobrova e il ciclista Eduard Vorganov, un altro atleta russo è risultato positivo alla stessa sostanza, dichiara illegale dalla WADA il 1° gennaio di quest’anno. Questa sarebbe stata l’unica sostanza assunta dalla tennista negli ultimi dieci anni.

Il ministro russo dello Sport Vitalij Mutko si è affrettato a definire il meldonium un farmaco “inutile”, che “non dà nulla agli atleti”.

Ma la Wada ha comunque inserito la sostanza nella categoria S4, relativa agli ormoni e ai modulatori metabolici. La sospensione massima prevista è di quattro anni.

Gli effetti collaterali

Il meldonium, diventato ormai una piaga per gli atleti russi, è stato sviluppato nella metà degli anni Settanta in Unione Sovietica presso l’Istituto di Sintesi Organica dell’Accademia delle Scienze della Lettonia (oggi in Lettonia). Nel 1984 si è iniziato a utilizzarlo come farmaco. A partire da quel momento, il suo uso è diventato molto diffuso tra gli atleti professionisti sovietici. 

Il meldonium è stato inizialmente concepito come farmaco per il trattamento delle malattie cardiovascolari. Ma è diventato popolare nel mondo dello sport perché, tra le varie cose, aumenta il metabolismo intracellulare e aiuta il fisico a ottenere una maggiore resistenza allo stress durante l’esercizio fisico e a reggere lo stress neuro-mentale durante le competizioni. Per questo motivo la WADA ha deciso di inserirlo nella lista delle sostanze proibite.

Placebo a buon mercato?

Il midronato, principio attivo del meldonium. Fonte: AP

La maggior parte dei medici definisce discutibili gli effetti del meldonium. “Lo abbiamo utilizzato spesso. Ma la sua efficacia è difficile da valutare”, sostiene Eduard Bezuglov, medico della Nazionale di calcio russa. “Io personalmente non l’ho mai usato perché credo che non apporti alcun beneficio. Il suo effetto teorico lo si può ugualmente ottenere attraverso una buona alimentazione e un riposo adeguato”.

Negli anni Novata questa sostanza è diventata piuttosto diffusa tra gli atleti russi per via del suo costo contenuto: con la crisi economica di quel periodo, non ci si poteva permettere molto altro. “Veniva usata durante i microcicli più difficili - aveva dichiarato in un’intervista a championat.com la nuotatrice russa Galina Shipovalova -. Io stessa ne sentivo gli effetti. Era più facile sopportare lo stress e si percepiva una maggiore capacità di resistenza”.

Negligenza senza scuse

Maria Sharapova ha affermato di non aver sospeso l’uso di questo farmaco per una semplice negligenza, poiché non aveva letto l’elenco aggiornato delle sostanze proibite. Gli specialisti però ritengono difficile credere a una simile giustificazione. Mikhail Vartapetov, capo del dipartimento medico della squadra di calcio moscovita Spartak sostiene che gli atleti dovrebbero dimostrare un atteggiamento più responsabile quando si tratta di informazioni provenienti dalla WADA. “Perché già in autunno la nostra squadra sapeva che il midronato sarebbe stato messo al bando? Cos’è, siamo più intelligenti? No, semplicemente monitoriamo le notizie della WADA”, ha scritto Vartapetov su Twitter.

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