Il tè delle meraviglie che ha salvato un villaggio

Mikhail Bronskij.

Mikhail Bronskij.

: archivio personale
Fino a pochi anni fa Nizhnezolotilovo, nella regione di Arkhangelsk, era un piccolo centro della campagna russa destinato a scomparire. Ma l’impresa di Mikhail Bronskij, specializzata nella produzione di tè, ha dato nuova vita a questa realtà, creando tanti posti di lavoro

Fino a poco tempo fa Nizhnezolotilovo, nella regione di Arkhangelsk, aveva tutte le caratteristiche di un tipico villaggio morente della remota campagna russa. Era abitato solo da quattro anziani, di cui due andavano a svernare in città, mentre gli altri, muniti di sci, raggiungevano a turno sulla strada innevata il centro abitato più vicino, che dista parecchi chilometri dal villaggio, per procurarsi i generi alimentari.  

Oggi il villaggio è irriconoscibile: si sono insediate giovani famiglie e si costruiscono nuove abitazioni. D’inverno qui vivono stabilmente 16 persone e ogni anno il numero dei residenti aumenta. D’estate il villaggio si riempie di ospiti venuti dalla città, anche per partecipare alla raccolta e alla preparazione del tè.  

L'imprenditore Mikhail Bronskij. Fonte: archivio personale

“Tè della meraviglie” e “Tè Bronskij”

L’imprenditore Mikhail Bronskij ha fatto rinascere il villaggio. Dieci anni fa Bronskij aveva cominciato a occuparsi della produzione di un tè locale, il “tè di Ivan” e col tempo l’hobby di Mikhail si è trasformato in un business di successo. 

“Ho deciso di trasformare una passione in business, soprattutto perché volevo creare dei posti di lavoro per i miei famigliari. I miei genitori e le mie sorelle con le loro famiglie avevano un gran desiderio di vivere in campagna, ma qui non c’era lavoro” racconta Bronskij a Rbth. “Il villaggio stava morendo”.

Mikhail è riuscito a salvare il villaggio e a creare una sessantina di posti di lavoro in due anni. Ha fondato la società “Bronsky & Co” che si occupa della raccolta e della produzione del “tè di Ivan”. Il tè viene commercializzato con i brand di “Tè delle meraviglie” e  “Tè Bronsky”.

I fiori che si usano per la produzione del tè. Fonte: archivio personale

Il lavoro di raccolta e preparazione del tè ha un carattere stagionale per questo Bronskij intende sviluppare i laboratori artigianali e il turismo locali per garantire un’occupazione stabile nel periodo invernale. “Il Nord è il luogo depositario della cultura russa. Presenta molte peculiarità. Sono sicuro che combinando i nostri sforzi potremo salvaguardare i nostri villaggi, resuscitare le attività locali, garantendo a tutti un lavoro” sostiene l’imprenditore.

Un business responsabile

“Bronsky & Co” è un tipico esempio di imprenditoria sociale che mira a risolvere un problema di ordine sociale. In questo caso lo scopo dell’impresa è quello di creare il maggior numero possibile di posti lavorativi nei villaggi della regione di Arkhangelsk che molto spesso i residenti sono costretti ad abbandonare per trasferirsi in città perché manca il lavoro.

La prima impresa sociale è comparsa in Russia nel 1881. Si trattava della “casa del lavoro” fondata dal sacerdote Giovanni di Kronshtadt, in seguito canonizzato. Nelle case del lavoro, che ospitavano anche un dormitorio e una mensa, si offriva lavoro a tutti i bisognosi. Le occupazioni principali consistevano nell’incollamento di francoboli e scatole e nella produzione di corde, amache e reti da vecchie cime nautiche.

Secondo le stime dell’“Agenzia per le iniziative strategiche” a occuparsi in Russia di imprenditoria sociale nelle sue varie forme sarebbe circa l’1% delle società. Benché il business sociale abbia cominciato a svilupparsi già alla fine degli anni '90, è solo negli ultimi anni che sono stati avviati dei progetti. All’estero le imprese sociali hanno diritto a sgravi fiscali e sussidi. In Russia la stessa categoria di impresa sociale non ha ancora avuto una regolamentazione giuridica, tuttavia si sta operando in questa direzione e per il momento questo tipo di imprese può contare su un aiuto da parte dello Stato, per il programma di sostegno alla “piccola impresa”.  

I ragazzi dal villaggio durante la raccolta dei fiori per la produzione di tè. Fonte: archivio personale

Un’altra differenza dell’imprenditoria sociale in Russia rispetto alle altre attività imprenditoriali sono i problemi di cui si fanno carico queste imprese.

Il progetto “Delo zhizni” (Impresa vitale) è stato avviato nel 2015 alla vigilia dell’Anno del Cinema. Prevedeva una serie di 11 cortometraggi sull’imprenditoria sociale realizzati in diverse regioni russe.
“Ora ci stiamo occupando del problema degli orfani e abbiamo dei progetti che riguardano i laureati degli orfanotrofi” racconta Natalya Zvereva, direttore della Fondazione “Nashe budushchee” (Il nostro futuro), creata nel 2007 su iniziativa del presidente della compagnia petrolifera “Lukoil”. Ed esistono anche progetti per risolvere il problema della carenza di posti negli asili nido e della inaccessibilità dei servizi nei territori più remoti” aggiunge la Zvereva.

In otto anni la fondazione ha finanziato 150 progetti. “Nel frattempo le richieste di finanziamenti sono decuplicate” dice Natalya Zvereva. “Si può affermare senza timore di smentite che in Russia esistono migliaia di imprese sociali attive che producono annualmente merci e servizi per miliardi di rubli”.

Secondo i risultati della ricerca effettuata dal Centro per l’imprenditoria sociale dell’Alta Scuola di Economia di Mosca, circa un terzo delle imprese sociali sarebbe concentrato a Mosca e a San Pietroburgo e le altre sarebbero disseminate in tutte le regioni. La ricerca dimostra inoltre che le imprese sociali attive riguardano soprattutto i disabili e i bambini in età prescolare.


 

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