Gli Stati Uniti hanno bombardato la base militare Khan Shaykun in Siria.
: Mikhail Voskresenskiy/RIA NovostiGli Stati Uniti hanno bombardato la base militare Khan Shaykun in Siria. Fonte: Mikhail Voskresenskiy/RIA Novosti
A detta degli analisti russi, l’improvviso attacco americano contro la base dell’aviazione aerea siriana dopo le accuse lanciate contro il presidente della Siria di aver fatto uso di armi chimiche potrà avere serie ripercussioni sulle relazioni tra Usa e Russia. Vari sono gli scenari ipotizzati, ma il più rischioso è quello di uno scontro militare diretto tra russi e americani.
Primo scenario: il conflitto armato
Gli analisti russi non escludono che la risposta di Mosca all’attacco di Washington contro l’esercito siriano potrebbe essere una dimostrazione della propria forza militare. Aleksej Fenenko, esperto dell’Istituto dei problemi della sicurezza internazionale dell’Accademia delle Scienze russa, ritiene che nel caso dovesse verificarsi un altro attacco degli Usa, la Russia potrebbe decidere di abbattere una parte dei missili Cruise. Per il momento Mosca potenzierà a scopo dimostrativo i suoi contingenti militari in Siria.
A detta di Fenenko, gli Stati Uniti starebbero pianificando dal 2013 un’operazione dei servizi segreti contro le forze lealiste siriane, e per tale ragione l’incursione avvenuta nella notte di venerdì potrebbe rappresentare solo l’inizio di una nuova campagna militare degli Stati Uniti all’estero. Tuttavia, se questa previsione si realizzerà, “presto o tardi la stessa logica del confronto costringerà la Russia a rispondere con la forza”, sostiene l’esperto. In ogni caso lo scontro tra le due superpotenze non dovrebbe trasformarsi necessariamente in un olocausto nucleare globale, ma avrebbe un andamento simile a quello della guerra civile spagnola del 1936-39. Allora l’aviazione sovietica attaccava i militari dell’Italia fascista e della Germania nazista senza una formale dichiarazione di guerra.
Al contempo, nello scenario di una guerra per procura non si può del tutto escludere il ricorso alle armi nucleari. I militari dei due Paesi, a detta dell’analista, potrebbero ritenere necessario l’utilizzo di armi nucleari tattiche.
Secondo scenario: il bilanciamento sull’orlo dell’abisso
Gli esperti rilevano che gli Usa abbiano sferrato l’attacco senza prima consultarsi con la Russia, non considerando che il bombardamento avrebbe potuto ripercuotersi sulla situazione all’interno della Siria e sulle relazioni tra Washington e Mosca. Come ha dichiarato Dmitrij Suslov, esperto di politica internazionale dell’Alta Scuola di Economia di Mosca, nell’intervista concessa a Rbth, quest’azione potrebbe indurre alla conclusione che lo staff di Donald Trump “attuerà una politica brutalmente unilaterale ricorrendo alla forza militare a prescindere dal diritto internazionale, trasformando, in sostanza, l’amministrazione in una versione light di quella di Bush junior”.
Washington, cambiando di punto in bianco il suo atteggiamento verso la figura del Presidente siriano, inevitabilmente ricomincerà a chiederne la destituzione. La Russia, che non intende cedere il suo alleato, incrementerà la sua presenza militare in Siria. A loro volta gli Stati Uniti è improbabile che arretrino sulle loro posizioni poiché il motivo principale che ha spinto Trump ad agire è il desiderio di “non compromettere i propri principi e mostrare la propria forza”.
Con tali presupposti è di gran lunga più probabile che si verifichi una grave escalation dello scontro politico-militare nelle relazioni tra Russia e Stati Uniti in Siria. Suslov non esclude che in un tale contesto diventeremmo testimoni di una “resurrezione della tensione” che si era manifestata durante la crisi caraibica: 55 anni fa le due superpotenze dopo il dispiegamento dei missili sovietici a Cuba si ritrovarono sull’orlo di un conflitto nucleare. Tuttavia, allora si riuscì a scongiurare il rischio di una guerra. Mosca ritirò i suoi missili dall’“Isola della Libertà” e gli americani i loro dalla Turchia.
Terzo scenario: la via diplomatica
Non tutti gli esperti però concordano sul fatto che la Russia stia preparando una controrisposta militare agli Stati Uniti in Siria. Secondo Aleksandr Konovalov, presidente dell’Istituto indipendente di valutazioni strategiche, Mosca si limiterà a perseguire la stessa linea già attuata al momento, vale a dire a non ottemperare al regime del memorandum sulla sicurezza e la gestione dello spazio aereo sulla Siria firmato con i militari americani. L’esperto ritiene che la Russia non potenzierà la sua presenza militare nel Paese poiché gli “Stati Uniti non hanno avviato una guerra in Siria, ma, come hanno dichiarato, si sono limitati a effettuare un singolo intervento”.
La Russia si appellerà in ogni caso alle istituzioni internazionali, sollevando la questione dell’aggressione degli Stati Uniti contro la Siria nell’ambito del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, e proporrà a Washington un confronto in merito all’inchiesta sull’utilizzo di armi chimiche in Siria. Tuttavia, resta ancora aperta la questione di come gli Usa reagiranno a questi gesti della Russia.
Come rileva Vladimir Sotnikov dell’Istituto di Studi orientali dell’Accademia delle Scienze russa, il modo in cui verranno a delinearsi le relazioni bilaterali tra i due Paesi dipenderà dalla visita ufficiale attesa a Mosca del segretario di Stato Usa Rex Tillerson a cui spetta una “missione delicata”. Da un lato Tillerson dovrà spiegare la decisione di Trump di attaccare la base aerea siriana, dall’altro cercare di preservare la cooperazione con Mosca”, afferma l’esperto nell’intervista a Rbth. Essendo coinvolti nella crisi siriana, gli Stati Uniti non possono evitare di avere contatti con la Russia, Paese presente nella regione. Washington è destinata a trovare dei punti di contatto con Mosca in Siria.
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