I colloqui tra i due ministri a Mosca. Fonte: Lucia Bellinello / Rbth
Dall’Ucraina al terrorismo, passando per la Libia e la crisi siriana, senza tralasciare gli arresti avvenuti durante le proteste di ieri, fortemente contestati da Europa e Stati Uniti: sono stati questi i temi al centro del colloquio tra il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov e il suo omologo italiano Angelino Alfano, in visita in questi giorni a Mosca. “La storia delle relazioni tra i nostri due Paesi ha attraversato momenti difficili. Nonostante ciò, siamo sempre riusciti a mantenere rapporti positivi”, ha detto Alfano a inizio di conferenza stampa. La Russia, secondo lui, continua infatti a essere “un partner importante”: oggi più che mai, soprattutto per affrontare minacce come il terrorismo o le crisi che sconvolgono diverse regioni del mondo.
“È impossibile risolvere qualsiasi crisi e rispondere alle minacce globali senza il coinvolgimento di Mosca - ha detto Alfano -. Nonostante le difficoltà, crediamo fortemente nel dialogo con la Russia per risolvere ad esempio la questione ucraina”. Una risoluzione che, secondo Lavrov, deve passare per il rispetto degli accordi di Minsk. “Bisogna costringere le autorità di Kiev ad avviare un dialogo con Donetsk e Lugansk”, ha aggiunto il ministro russo.
E sulle sanzioni occidentali introdotte a seguito della crisi ucraina, Alfano le ha definite “non un risultato da raggiungere” bensì “uno strumento per realizzare gli accordi di Minsk”.
Il ministro italiano degli Esteri Angelino Alfano, a sinistra, con il suo omologo russo Sergej Lavrov. Fonte: Lucia Bellinello / Rbth
Fondamentale il coinvolgimento di Mosca anche per risolvere la questione libica, ha detto il titolare della Farnesina, convinto che sia “importante non dividere” il Paese: “La Russia è sempre stata a favore del mantenimento della stabilità in Libia e anche l’Italia è convinta che si debba mantenere l'integrità e l'unità della Libia. L’Italia, come membro non permanente delle Nazioni Unite, è pronta a collaborare con Mosca”, ha detto Alfano, commentando la decisione di Roma di riaprire l’ambasciata a Tripoli e non escludendo la futura apertura di un consolato nella parte orientale del Paese. Alfano ha quindi sottolineato che la situazione in Libia potrebbe avere delle conseguenze sui flussi migratori e sulla sicurezza nella regione. E a proposito di sicurezza, proprio la lotta al terrorismo è diventata, secondo Alfano, un “importate elemento di unione”.
Rispondendo a una domanda sugli arresti avvenuti durante le manifestazioni di protesta di ieri, Alfano ha detto di riconoscersi nell’appello lanciato dall’Unione Europea a favore della libertà di pensiero e di espressione. “Ogni Paese ha le sue leggi che prevedono anche la libertà di espressione, ma quando c’è in gioco la sicurezza, libertà significa seguire la legge e rispettarla”, ha commentato invece Lavrov, difendendo così l’intervento delle autorità municipali di Mosca che hanno portato al fermo di diverse centinaia di persone.
“I nostri Paesi condividono una storia comune – ha concluso Alfano –. E, nonostante i nostri rapporti in più occasioni siano stati messi a dura prova, siamo sempre riusciti a mantenere ottime relazioni. I nostri primi accordi nel settore dell'energia, ad esempio, sono stati firmati in momenti difficili e anche in quel periodo la Russia era stata considerata un partner affidabile, così come lo è l’Italia".
E oggi come ieri i rapporti bilaterali continuano a fare leva sull’energia: “Abbiamo preso in considerazione la possibilità che l’Italia partecipi alla realizzazione di nuovi gasdotti”, ha fatto sapere il ministro Lavrov.
Il dialogo tra i due Paesi prosegue quindi sulla base di una fiducia reciproca, alimentata anche da una proficua cooperazione in campo commerciale e culturale.
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