È stata la Russia a salvare Erdogan?

Manifestazione pro-governo ad Ankara, in Turchia. Nella foto, un manifestante regge una bandiera con il volto del Presidente Erdogan.

Manifestazione pro-governo ad Ankara, in Turchia. Nella foto, un manifestante regge una bandiera con il volto del Presidente Erdogan.

: Reuters
Secondo alcune indiscrezioni, il Presidente turco sarebbe stato avvertito dai servizi segreti russi del golpe militare che stava maturando il 16 luglio. E proprio questo gli avrebbe consentito di sventare il tentativo dei militari d’impadronirsi del potere

Secondo un’informazione diffusa dai media la sera del 20 luglio, i servizi segreti russi avrebbero avvertito il Presidente della Turchia del golpe militare che stava maturando, cosa che gli avrebbe consentito di salvarsi e di conservare il potere. Tuttavia, è difficile stabilire quanto le notizie sul presunto aiuto fornito dalla Russia a Erdogan possano essere attendibili.

Una rete di fonti

I media hanno diffuso la versione della corresponsabilità della Russia nella vittoria di Erdogan sulla base di notizie diramate da Fars, la principale agenzia d’informazione iraniana, a loro volta provenienti da fonti arabe (in particolare, dall’agenzia sudanese Al Sudan Al Youm). Come fonte i media arabi hanno citato dei diplomatici turchi che hanno preferito rimanere anonimi.

Secondo la versione diffusa dai media, il servizio di intelligence militare russo in Siria nella base di Hmeimym sarebbe riuscito a intercettare e a decodificare i radiocomunicati militari. Gli autori del complotto avevano progettato di inviare degli elicotteri all’hotel in cui alloggiava Erdogan a Marmaris per catturare e uccidere il Presidente. Il Ministero della Difesa russo avrebbe trasmesso questa informativa sui loro piani al Mit, l’intelligence nazionale turca, consentendo a Erdogan di fuggire in tempo e di intervenire.

Il rovesciamento di Erdogan

Quasi contemporaneamente alle notizie diramate dai media sulla corresponsabilità della Russia nella vittoria di Erdogan, lo stesso Presidente turco, in un’intervista rilasciata all’emittente televisiva del Qatar Al Jazeera, ha fornito una versione diversa. Secondo il leader politico, il primo ad avvertirlo del golpe in corso sarebbe stato il genero. Inizialmente Erdogan non avrebbe creduto a questa informazione, ma dopo un colloquio con il capo del Mit avrebbe deciso di intervenire. Quindi, insieme alla famiglia, ha lasciato Marmaris a bordo di un elicottero e si è diretto a Istanbul.

In precedenza l’ufficio stampa delle forze armate turche aveva comunicato che il Mit aveva scoperto i preparativi di un colpo di Stato alle ore 16 del 15 luglio (circa cinque ore prima dell’inizio del golpe stesso). Le fonti di questa informazione sono rimaste anonime e le autorità turche non hanno rilasciato commenti sulla versione di un apporto fornito dalla Russia nella repressione del golpe.

Giochi politici

A detta del turcologo Viktor Nadein-Raevskij, direttore dell’Istituto di Economia mondiale e relazioni internazionali dell’Accademia delle Scienze russa, ora risulta impossibile scoprire se la Russia abbia davvero aiutato Erdogan. “Come è facilmente intuibile, i servizi segreti non parleranno e nessuno può confermare o confutare che siano state trasmesse o meno delle informative”, dice Nadein-Raevskij nell’intervista a Rbth.

Risultino attendibili o meno le voci diffuse dai media, la loro comparsa è importante perché si tratta comunque di un segnale di miglioramento nelle relazioni bilaterali tra Russia e Turchia. “È in atto un gioco politico ed è del tutto possibile che la diffusione di questa notizia rientri nel gioco”, ritiene Nadein-Raevskij. “Diffondere simili voci potrebbe essere una buona mossa per dimostrare che le relazioni stanno migliorando e che si sta già avviando una vera cooperazione tra i due Paesi”.

A detta dell’esperto, Erdogan ha la necessità di migliorare i rapporti con la Russia e sta facendo tutto il possibile in questa direzione: “Erdogan ha già dichiarato che è in corso un’indagine sui due piloti abbattuti dall’aereo turco (il caso del cacciabombardiere Su-24 abbattuto in Siria il 24 novembre 2015, ndr). Si tratta di un passo dimostrativo. Ora che si vede isolato dall’Occidente, Erdogan ha bisogno di cooperare con la Russia”.

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