Crisi, aumenta il pessimismo?

Il 18% dei russi non avrebbe soldi da parte.

Il 18% dei russi non avrebbe soldi da parte.

: Said Tsarnaev/RIA Novosti
La crisi degli ultimi mesi ha fatto crollare la fiducia dei consumatori e per la nuova stagione estiva non si prevede nessun boom di prenotazioni

In Russia si sta registrando un record di pessimismo. Un livello che non si registrava da 11 anni. Secondo l’indice Nielsen, che monitora la fiducia dei consumatori, il Paese avrebbe raggiunto il livello minimo nel primo trimestre del 2016, toccando un indice di 63 punti. Durante la crisi del 2009 l’indice era pari a 75 punti.

Il 18% dei russi non avrebbe soldi da parte. Un indice che si avvicina pericolosamente ai dati della crisi del 2009, quando la percentuale era pari al 4-7%. La nuova tendenza, secondo l’indice Nielsen, è quella di risparmiare sull’acquisto di nuovi vestiti, di oggetti di elettronica e sulle vacanze. E il 70% degli intervistati non crede che la situazione possa migliorare. 

 

“Esaurimento. Si può descrivere così la sensazione diffusa tra i consumatori”, ha commentato Marina Lapenkova, direttrice del settore per i Clienti Globali di Nielson. E l’arrivo della nuova stagione estiva, secondo Lapenkova, non porterà grandi miglioramenti. “In mancanza di alternative accessibili, i russi o non andranno in vacanza oppure sceglieranno mete poco appetibili”. Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, l’interesse dei russi verso i viaggi all’estero è sceso del 3%, mentre l’interesse verso una vacanza nel proprio Paese è sceso del 16% (dati dell’Associazione dei tour operator russi). Fra le mete più ambite, ci sono la regione di Krasnodar, la Crimea, San Pietroburgo, Cipro, Grecia,  Spagna e Montenegro. La percentuale di russi che decide di risparmiare sulle vacanze in un anno è aumentata di un punto percentuale, arrivando al 31%.

Dilyara Ibraghimova, docente di sociologia economica alla Scuola Superiore di Economia,  sostiene che l’attuale stato dell’attività dei consumatori è differente rispetto a quello della crisi del 2008-2009, a causa del prolungato periodo di pessimismo. 

“Durante la crisi del 2015 si sono registrati stati d’animo piuttosto pessimisti. Tuttavia, alcuni eventi politici e sociali a supporto di uno spirito patriottico hanno favorito un impatto più positivo su come viene percepito il futuro. Oggi però questi fattori non hanno avuto ulteriore effetto e la stanchezza si fa sentire”.

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