Sanzioni: secondo Mosca non saranno annullate

Il centro di Mosca.

Il centro di Mosca.

: Reuters
Le autorità e la Banca Centrale russa hanno smesso di sperare in un annullamento dei provvedimenti. Almeno per il momento

Da tutte e tre le varianti di previsione elaborate dalla Banca Centrale russa si evince che le sanzioni contro la Russia continueranno a essere attive anche nell’immediato futuro. È quanto è stato comunicato dalla presidente della Banca Centrale Elvira Nabiullina alla conferenza stampa che si è tenuta a Mosca il 16 dicembre 2016.

“In tutte e tre le varianti delle nostre previsioni, sia in quelle di rischio e di base che in quelle dove si tiene conto del rincaro delle tariffe petrolifere, non è contemplata alcuna applicazione di annullamento delle sanzioni”, ha dichiarato Elvira Nabiullina. A suo avviso, le preferenze politiche del neoeletto Presidente degli Stati Uniti Donald Trump non avranno alcun effetto su tali previsioni.

Risulta emblematico che il governo russo avesse in precedenza promesso di contestare le sanzioni finanziarie contro la Russia, a causa delle quali la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo aveva smesso di sostenere qualunque progetto nel Paese.

Secondo Morgan Stanley, con l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca, la possibilità che le sanzioni antirusse vengano eliminate nei prossimi due anni è pari al 35%. Lo ha riferito Bloomberg all’interno di un esame analitico della società bancaria. Fonte: ReutersSecondo Morgan Stanley, con l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca, la possibilità che le sanzioni antirusse vengano eliminate nei prossimi due anni è pari al 35%. Lo ha riferito Bloomberg all’interno di un esame analitico della società bancaria. Fonte: Reuters

Il contenzioso statale

Nel 2017, la Russia, in quanto settimo maggior azionista della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers), prevede di sollevare al consiglio la questione dell’illegalità di ogni restrizione finanziaria contro il Paese, è quanto riferisce il quotidiano economico Rbk-Daily, citando fonti governative.

A causa delle sanzioni, ormai da due anni il Paese non può accedere agli investimenti della Bers, che nel 1991 aveva l’obbligo di aiutare gli ex paesi socialisti. Il volume di investimenti annuali della banca in Russia aveva raggiunto i due miliardi di dollari all’anno. Tuttavia, dopo l’introduzione delle sanzioni nel 2014, la banca ha cessato di collaborare a nuovi progetti in Russia per finanziare attivamente progetti in Ucraina. A detta del governo russo, il rifiuto della Bers di cooperare con la Russia non sarebbe però mai stato legalmente formalizzato.

Benché le sanzioni dell’Unione Europea siano limitate solo a certi settori dell’economia russa e mirino a colpire singole persone fisiche e giuridiche, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo ha bloccato l’esecuzione di tutte le nuove operazioni finanziarie in Russia. Secondo il memorandum inviato al consiglio dei direttori della Bers, da Denis Morozov, direttore per la Russia, i diritti russi sarebbero stati violati non solo rispetto ai documenti statutari della banca, ma anche sul piano del diritto internazionale pubblico.

“Il procedimento potrebbe trascinarsi ancora per molto tempo”, dichiara cauto Bogdan Zvarich, analista di “Finam”. A suo avviso, è poco probabile che la Russia riesca a ottenere qualche beneficio sostanziale da una sentenza positiva.

L’esempio di Rotenberg

Tuttavia, a novembre di quest’anno la Corte di giustizia dell’Unione Europea, con sede a Lussemburgo, ha parzialmente risarcito il miliardario russo Arkadij Rotenberg dopo la querela da lui sporta dopo le sanzioni di carattere personale da cui era stato colpito.

A detta della corte, nel 2014 il Consiglio europeo aveva giudicato inadeguati i fondamenti per la sentenza di congelamento dei beni dell’uomo d’affari russo; fondamenti che peraltro, nel 2015, erano stati reputati idonei dalla corte.

Inizialmente Rotenberg era stato incluso nella lista nera dell’Ue perché vicino al Presidente Vladimir Putin. Dai vertici governativi europei l’imprenditore è ritenuto un intimo amico del capo di Stato russo.

“Questa sentenza è importante poiché costituisce di fatto un precedente per gli altri cittadini russi colpiti dalle sanzioni. Con ogni probabilità, la corte emanerà delle sentenze analoghe nei confronti di altri cittadini che si appelleranno per contestare le sanzioni europee”, sostiene Bogdan Zvarich. Ciò nonostante, a suo avviso, “è improbabile che un simile precedente possa avere delle ripercussioni sul regime delle sanzioni contro la Russia nel suo complesso e l’attività imprenditoriale di Rotenberg in particolare, dal momento che i suoi beni per la corte restano congelati”.

“Non ha molto senso sprecare delle energie per lottare contro le sanzioni sul piano giuridico in quanto la corte non può annullare dei provvedimenti politici. Tuttavia, la posizione politica dei fautori delle sanzioni non è così monolitica”, afferma Georgij Vashchenko, responsabile del dipartimento delle operazioni finanziarie sul mercato fondiario russo di “Freedom Finance”. Inoltre, a suo giudizio, le banche statali e le imprese si sarebbero già abituate alle sanzioni. “Sull’estrazione e la vendita del petrolio e del gas le restrizioni non hanno alcun effetto”, puntualizza Vashchenko.

Crisi e inflazione hanno fatto aumentare considerevolmente il costo di alcuni prodotti, mentre altri sono diminuiti inaspettatamente. Ecco come pesano sulle tasche dei russi. Fonte: Ekaterina ChipurenkoCrisi e inflazione hanno fatto aumentare considerevolmente il costo di alcuni prodotti, mentre altri sono diminuiti inaspettatamente. Ecco come pesano sulle tasche dei russi. Fonte: Ekaterina Chipurenko

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