Scudo antimissile, una minaccia per la Russia?

Un ufficiale rumeno durante la cerimonia di inaugurazione della base antimissile Aegis a Deveselu, in Romania.

Un ufficiale rumeno durante la cerimonia di inaugurazione della base antimissile Aegis a Deveselu, in Romania.

: AP
Il sistema di difesa inaugurato in Romania preoccupa Mosca. E a poco servono le rassicurazioni della Nato. Il Cremlino: “Una minaccia per il nostro Paese”

Una minaccia per la propria sicurezza. È stato definito così da Mosca lo scudo antimissile Usa installato in Romania. Nel frattempo, Washington e Bruxelles assicurano che il sistema antimissile non sia rivolto contro la Russia e che sarebbe totalmente inefficace contro eventuali missili della Federazione.

La prima base del sistema antimissile Usa Aegis è stata inaugurata in Romania lo scorso 12 maggio. Il giorno successivo, nella città polacca di Redzikovo, nel nord del Paese, è iniziata la costruzione di altre installazioni terrestri dello scudo antimissile nell’Europa dell’est.

Nonostante la Nato assicuri che non si tratta di nessuna minaccia per la Russia, tra i dirigenti di Mosca la notizia ha creato un certo nervosismo. “Non c’è alcun dubbio che i sistemi antimissile recentemente installati rappresentino una minaccia reale per la sicurezza del nostro Paese”, ha dichiarato il portavoce del Cremino Dmitrij Peskov. Gli ha fatto seguito la portavoce del Ministero russo degli Esteri Maria Zakharova, secondo la quale si tratta di una violazione degli accordi con la Russia da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati nella Nato.

“Non ascoltano la nostra posizione e danno adito a trucchetti con la difesa antimissile europea, sostenendo che sia rivolta contro l’Iran e non contro la Russia”, ha detto Zakharova, aggiungendo che Mosca, in una simile situazione, si riserva il diritto di rispondere all’Occidente.

Chi versa benzina sul fuoco?

I missili

Da diversi anni gli Usa e la Nato stanno cercando di convincere Mosca che questi missili non siano rivolti contro la Federazione. Washington ha abbandonato un trattato che proibiva lo sviluppo e l’installazione di sistemi antimissili nel 2001. Gli Stati Uniti poi assicurano che il progetto in Europa non faccia altro che parte di un piano per la creazione di un sistema antimissile globale e che non sia pensato per distruggere il potenziale nucleare in Russia. In Occidente sottolineano che il sistema è stato voluto per prevenire potenziali minacce da parte dell’Iran e della Corea del Nord.

Il 12 maggio il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha dichiarato che lo scudo antimissile non può minacciare fisicamente i missili russi. “La situazione geografica e le caratteristiche fisiche non ci permettono di abbattere missili balistici intercontinentali russi, visto che i nostri scudi sono insufficienti e sono situati o troppo lontano o troppo vicino ai suoi confini”, ha spiegato il segretario dell’Alleanza.

“Per quanto riguarda la base situata in Romania, Stoltenberg effettivamente ha ragione – ha spiegato a Rbth Konstantin Bogdanov, esperto militare di Lenta.ru -. Non solo non hanno intenzione di usarla contro la Russia, ma non potrebbero nemmeno”.

Lo scetticismo di Mosca

La base di Deveselu, in Romania, è però solo uno degli elementi del sistema antimissile Aeis: gli altri componenti, agli occhi dei militari russi, sembrano molto meno innocui.

Ad esempio, secondo Mosca lo scudo antimissile di Redzikovo, in Polonia, la cui inaugurazione è prevista per il 2018, potrebbe risultare una potenziale minaccia per i missili balistici intercontinentali russi. Tutto ciò emerse nel 2012 durante il Primo congresso sulla Sicurezza di Mosca.

Usa-Russia, se il trattato
INF collassa

Secondo gli esperti russi, dopo che sono apparsi i missili intercettori statunitensi più moderni, come il SM-3 Block IIA e il Block IIВ, gli Usa potranno attaccare alcuni missili strategici russi. Ciò riguarda i missili presenti a ovest e nord-ovest della Russia, rivolti verso l’America del Nord. I nuovi missili Usa verranno ultimati verso il 2020.

Tuttavia, a inquietare maggiormente i militari russi non sono solamente le basi in Romania e Polonia, ma soprattutto i componenti mobili dell’Aegis, come i missili intercettori installati su navi militari. Così come fanno notare alcuni esperti, in caso di conflitto armato queste navi potrebbero spostarsi sulle coste della Scandinavia, per esempio nel Mare di Norvegia. In questa zona passa la traiettoria dei missili balistici intercontinentali russi rivolti verso l’America del nord.

Il Trattato INF

L’installazione dello scudo nella città rumena di Deveselu ha sollevato non poche proteste a Mosca, e non solo per via delle caratteristiche del sistema. Militari e diplomatici russi assicurano che la base in Romania infrange gli statuti del Trattato Inf (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty) siglato ne 1987. Lo ha affermato anche il Presidente Putin nei giorni scorsi.

Le piattaforme di lancio dei missili dalla base rumena potrebbero essere utilizzate per il lancio da terra di missili da crociera, una mossa vietata dal trattato. Gli Usa assicurano che non è loro intenzione utilizzare le piattaforme in questo modo. Ma, così come indica Konstantin Sivkov, dell’Accademia dei Problemi geopolitici, la stessa creazione di una infrastruttura che consenta tali lanci presuppone una “grave infrazione del trattato”.

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