Dalla serie tv "Dostoevskij" (2010) di Vladimir Khotinenko.
kinopoisk.ruNon è difficile osservare come i protagonisti dei romanzi di Dostoevskij spendano molto del loro tempo in discussioni e meditazioni ma, come proprio a causa di ciò, mangino molto poco. Eppure, stando alle testimonianze degli amici e dei familiari dello scrittore, la cucina russa ha sempre occupato un ruolo importante nella vita quotidiana di Dostoevskij, tanto che in casa sua la consumazione di certi piatti comportava dei veri e propri rituali.
Cucina russa e abitudini inusuali
Dalla serie tv di Vladimir Bortko "Idiota" (2003) basato sull'omonimo romanzo di Dostoevskij. Il Principe Myshkin durante il pranzo (Screenshot dal film)
Secondo la testimonianza della seconda moglie dello scrittore, Anna Grigorevna Dostoevskaya, il marito “amava la cucina russa”. Dostoevskij infatti chiedeva spesso che gli venissero preparati piatti all’epoca molto popolari a Pietroburgo, quali la moskovskaya solyanka (una zuppa piuttosto grassa fatta con brodo, salsiccia tagliata a pezzetti, cavolo e cetrioli in salamoia), le scaloppine di vitello (filetto di vitello in crosta), i rasstegai (pasticci al forno con un’apertura superiore e diversi tipi di ripieno) e vari timballi vegetariani ripieni di piselli, rape, funghi in salamoia e altro ancora.
Inoltre, lo scrittore aveva abitudini alimentari piuttosto originali. Stando alle memorie della moglie, amava molto accompagnare il pollo bollito con del latte caldo e prima del dessert era solito bere un bicchierino di cognac. Quando era di umore malinconico, Dostoevskij chiedeva che a tavola gli fossero serviti una tazza di brodo, scaloppine di vitello, tè e vino. Quando invece era di buon umore, lo scrittore preferiva alimenti come formaggio, noci, arance, limone, funghi sanguinelli, caviale e senape.
Vodka a colazione
Dalla serie tv "Dostoevskij" (2010) di Vladimir Khotinenko. Il personaggio di Dostoevskij interpretato dall'attore Evgenij Mironov (Screenshot dal film)
Nell’elenco delle stravaganti abitudini culinarie di Dostoevskij figura anche quella di fare colazione con della vodka di grano (un tipo di vodka distillata in casa a base di lievito di cereali, diffusa nel XIX secolo).
Mikhail Aleksandrovich Aleksandrov, un contemporaneo dello scrittore, descrive così il rituale mattutino di Dostoevskij: “Una volta, arrivai a casa di Fedor Mikhailovich mentre faceva colazione e vidi che beveva solo della vodka di grano: dopo aver addentato un pezzo di pane nero ne bevve un sorso e li consumò insieme. Dostoevskij era solito ripetere che quello era il modo più salutare di bere la vodka.
Una libreria piena di dolci
Dalla serie tv "Dostoevskij" (2010). (Screenshot dal film)
Dostoevskij adorava i dolciumi e li conservava in appositi cassetti nella libreria del suo studio. Annota a tale proposito Liubov Fedorovna Dostoevskaya, figlia dello scrittore, nelle sue memorie: “Mio padre li consumava con piacere durante la giornata e a volte anche di notte”.
Oltre ai dolci, Dostoevskij amava molto anche la frutta. Possiamo immaginare come dovessero apparire i cassetti della sua libreria, pieni di scatole con frutti di bosco, datteri, noci, uvetta e pastila alla frutta (un tipo di dolce che veniva preparato nel XIX secolo in Russia, con purea frullata di mele, zucchero e altri frutti), uvetta di Corinto, marmellata, prugne reali e perfino uva fresca!
La cerimonia del tè
Dalla serie tv "Dostoevskij" (2010). (Screenshot dal film)
Come qualunque artista nevrotico di genio che si rispetti, anche Dostoevskij arrivò ad esasperare alcune delle sue abitudini. Una di queste riguardava la consumazione del tè. Dostoevskij amava il tè nero molto forte ed era solito berne in gran quantità, sedendo alla scrivania del suo studio. Lo scrittore era molto esigente e per quanto riguardava la preparazione del tè aveva l’abitudine di prepararlo lui stesso. Ecco come la figlia descrive, nelle sue memorie, questa procedura:
“Come prima cosa risciacquava la teiera con dell’acqua calda, dopodiché vi metteva tre cucchiaini di tè, riempiva la teiera solo fino a 1/3 e la copriva con un tovagliolo; dopo circa tre minuti aggiungeva altra acqua e la copriva di nuovo. Nel versare il tè, papà ne osservava sempre il colore e accadeva spesso che ne aggiungesse altro, poi lo versava nella tazza e aggiungeva dell’altra acqua bollente. Spesso accadeva che portasse il bicchiere nello studio e tornasse di nuovo ad aggiungere altro tè o a diluirlo ulteriormente, per poi commentare: “Versi il tè, sembra che sia del colore giusto, poi arrivi nello studio e ti accorgi che invece non va bene”.
Per il tè lo scrittore usava il suo personale cucchiaino ed era solito aggiungere nel bicchiere due zollette di zucchero.
*I ricordi della famiglia e degli amici di Dostoevskij sulle sue abitudini alimentari sono stati tratti dal libro di Pavel Fokin Dostoevskij senza lustro, Amfora 2008.
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