L'arte russa trasloca a Firenze

Alcune delle opere in mostra.

Alcune delle opere in mostra.

Alessandro Bartolini
Cinquanta opere. Tra icone sacre, paesaggi e nature morte. L’eredità russa si svela a Palazzo Medici Riccardi, nella mostra allestita dalla Russian Academy of Art fino al 28 dicembre

Un'attrazione reciproca, un filo diretto che non si è mai interrotto quello tra l'arte italiana, fiorentina in particolare, e la Russia. Come testimonia la storia di Carlo e Francesco Rastrelli: il padre, scultore di San Frediano, fu chiamato alla corte di Pietro il Grande all'inizio del 1700, il figlio divenne l'architetto preferito della zarina Elisabetta, progettando, tra l'altro, il primo Palazzo d'Inverno di San Pietroburgo. O ancora Fëdor Dostoevskij che in riva all'Arno, tra il 1868 e il 1869, concluse la stesura de “L'Idiota” in una casa a due passi dalla sede attuale del Consolato russo.

E questo feeling rivive nella mostra organizzata dalla Russian Academy of Art a Palazzo Medici Riccardi, inaugurata venerdì 11 dicembre. Due sale, cinquanta tra dipinti e disegni: un'esposizione che comprende le opere degli studenti, da quelli del primo anno ai lavori per il diploma finale, e dei professori. Una sorta di “antologia”, con ritratti, icone sacre, paesaggi e nature morte, tutti ispirati alla lezione del Rinascimento che ebbe Firenze come capitale. “Sinonimo di arte russa è spiritualità – spiega Natalia Parenko, docente di pittura e tra le protagoniste dell'esposizione con due icone secondo la tradizione classica -. Spiritualità come principio unificatore della società russa tanto da diventare il primo valore su cui si fonda. È la base su cui si è costruita la casa di tutto il periodo d'oro del Settecento, periodo che continua ad avere le sue influenze fino ai nostri giorni. La ricerca della spiritualità si è consolidata anche con delle forti relazioni di scambi culturali ed artistici, con l'Italia in generale e la Toscana in particolare. Come per San Pietroburgo dove hanno contribuito alla maestosità della città architetti come Francesco Rastrelli, Antonio Rinaldi o Nicola Michetti. I russi continuano a tornare in Italia, in Toscana in cerca di ispirazione creativa”.

Alcune delle opere in mostra (Foto: Alessandro Bartolini)

Una mostra che giunge a coronamento di un percorso, relativamente rapido ma non privo di difficoltà logistiche e burocratiche: allievi che arrivano da tutto il mondo, dalla Russia (ovviamente) passando per Francia, Germania, Stati Uniti e Giappone; adesso sono una cinquantina, contro la decina di cinque anni fa, rendendo “inevitabile” una nuova sede di quasi duemila metri quadri. “È una realtà che è cresciuta nel tempo e che ha saputo fondersi bene con il contesto della città”, ha sottolineato il console onorario Girolamo Guicciardini Strozzi, ricordando i problemi degli inizi, quando iniziò la collaborazione con la Russian Academy e la sua direttrice Nadezhda Molugova, “già allora gli spazi erano insufficienti per accogliere tutti gli allievi, che erano una decina ma si stavano moltiplicando” o i visti per i professori che venivano concessi solo per piccoli periodi. A dare un input decisivo per la realizzazione della mostra il presidente del consiglio regionale Eugenio Giani: “Vi è a Firenze una storia russa molto sotto traccia che bisogna conoscere. Ad esempio la più bella delle chiese ortodosse di derivazione spirituale russa in tutta Italia è quella inaugurata nel 1903 in via Leone X, con la sua iconostasi trasportata dalla cappella privata della villa San Donato fatta costruire da Nicola Demidoff”.

L'esposizione “Russian Academy of Art e gli artisti eredi della tradizione classica russa”, Firenze, Palazzo Medici Riccardi via Cavour 3, resterà aperta al pubblico fino al 28 dicembre. Orario: tutti i giorni dalle 10 alle 19, chiuso il mercoledì.

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