Vjazma, la città piegata dai conflitti e rinata

Chiesa della Natività della Vergine, vista sud. In primo piano, il fiume Vjazma. 22 agosto 2012

Chiesa della Natività della Vergine, vista sud. In primo piano, il fiume Vjazma. 22 agosto 2012

William Brumfield
William Brumfield, storico dell'architettura e fotografo, ricorda il suo viaggio nella secolare città medievale devastata dalle guerre, e ripercorre le drammatiche vicende che l’hanno travolta

All’inizio del XX secolo, il chimico e fotografo russo Sergej Prokudin-Gorskij (1863-1944) sviluppò un complesso processo tecnologico per ottenere fotografie a colori (maggiori informazioni alla fine di questo articolo). Gli scatti dei numerosi monumenti architettonici in tutta la Russia testimoniano la sua visione della fotografia come forma di educazione e riflessione.

Tra i luoghi visitati da Prokudin-Gorskij vi fu anche la città di Vjazma, dove egli si recò nell'estate del 1912 nell'ambito di un progetto di documentazione legato al centenario dell'invasione napoleonica in Russia. Sebbene i negativi originali su vetro non siano sopravvissuti nella collezione della Library of Congress (Bibliteca del Congresso), alcune stampe forniscono vari dettagli storici. Le visite a Vjazma dell’autore di questo testo, invece, si sono svolte tra il 1992 e il 2014.  

Tra rovina e rinascita

Vjazma. Cattedrale della Trinità, vista sud-ovest. 22 agosto 2012

Oggi Vjazma è un tranquillo centro regionale con una popolazione di circa 56.000 abitanti, appena fuori dall'autostrada di Minsk, la strada principale che collega Mosca alla parte occidentale del Paese. Amministrativamente appartenente alla provincia di Smolensk, Vjazma si trova quasi a metà strada tra questi due antichi centri della Russia: 210 km a ovest di Mosca e 165 km a est di Smolensk.         

La sua posizione geografica è la chiave per capire la storia drammatica della città, che durante la Seconda Guerra Mondiale ha vissuto momenti drammatici, prima di intraprendere un cammino di rinascita.     

Fortezza di Vjazma. La torre del Salvatore, vista sud-ovest. 22 agosto 2012

La storia della città

La prima menzione attestata di Vjazma risale al 1239, in concomitanza con l'invasione mongola e la distruzione della già frammentata Rus' medievale. La città continuò a far parte del principato di Smolensk fino al 1403, quando fu conquistata dal Granducato di Lituania.

Vjazma. In primo piano: il monastero di San Arkadij con la chiesa dell'icona del Salvatore Misericordioso; le due chiese al centro sono state distrutte nel periodo sovietico. Sullo sfondo destro, la chiesa della Trasfigurazione, ancora esistente, anche se priva del campanile originale. Estate 1912

Alla fine del XV secolo, il controllo di Vjazma passò sotto Mosca, che la annesse nel corso di una serie di guerre di confine con la Lituania. Nel XVI secolo, la città servì come importante punto di difesa occidentale, prima di cadere in mano alla Polonia. Durante il “Periodo dei torbidi”, all'inizio del XVII secolo, la città fu coinvolta in una sconcertante serie di cambiamenti di alleanze, prima di servire la nuova dinastia Romanov.

La città-fortezza

Chiesa dell'Icona del Salvatore Misericordioso, Monastero di San Arkadij. Vista nord-ovest. 22 agosto 2012

Originariamente il centro della città era una fortezza eretta su un'altura che dominava il fiume Vjazma. Dopo le devastanti guerre del XVI e dell'inizio del XVII secolo, Mosca decise di ricostruire il Cremlino, ma senza le costose mura in muratura; solo sei torri dunque furono erette in mattoni, e oggi ne è rimasta una sola: la Torre del Salvatore.       

Chiesa dell'Epifania, vista sud. 22 agosto 2012

Nella fortezza di Vjazma c’era anche una cattedrale, dedicata alla Trinità. Nel 1654-1655, lo zar Aleksej Mikhailovich ricostruì la Cattedrale della Trinità in stile arcaico, che fu poi ulteriormente modificata e ampliata nella metà del XVIII secolo. Il campanile è stato il punto di riferimento più alto della città fino alla costruzione di una grande torre di comunicazione nel tardo periodo sovietico.    

       

Chiesa dell'Epifania. Nuova iconostasi. 22 agosto 2012

La maggior parte delle chiese che si vedono negli scatti di Prokudin-Gorskij realizzati nel centro di Vjazma è stata distrutta nel corso del XX secolo. Fa eccezione la chiesa dedicata all'icona del Salvatore Misericordioso, costruita nel 1786 vicino al monastero di San Arkadij. Unica struttura rimasta di quel monastero, la chiesa funge oggi da biblioteca cittadina.    

La chiesa della Trasfigurazione con un campanile provvisorio (a destra). Vista sud-ovest. 22 agosto 2012

Nelle vicinanze si trovano anche i monumenti alla guerra del 1812: Vjazma cadde in mano ai francesi il 29 agosto. Gran parte della città bruciò in un incendio alla fine di ottobre, quando le forze russe comandate dai generali Miloradovich e Platov avviarono una furiosa battaglia contro un corpo di francesi in ritirata, comandato dal maresciallo Davout.

Il monumento alla Guerra patriottica (invasione napoleonica del 1812) in via Lenin (a sinistra); il monumento ai Granatieri del reggimento Pernovskij, in Piazza del Soviet. 22 agosto 2012

L’eredità architettonica

Oggi il centro della città si chiama Piazza Soviet; la piazza è dominata da una monumentale colonna di granito, eretta nel 2011 in onore della designazione di Vjazma a “Città della gloria militare”. Gravemente danneggiata durante la guerra, questa parte della città è un misto di architettura sovietica del dopoguerra e di edifici del XIX secolo ricostruiti dalle rovine. 

Uno dei palazzi in via Komsomol. 22 agosto 2012

Una pittoresca “superstite” è la Chiesa della Natività della Vergine (1727-1728), che Prokudin-Gorskij ha fotografato da nord-est. Oggi si trova circondata da un parco e la sua facciata meridionale si riflette sulle acque di uno stagno.

Chiesa della Natività della Vergine. Vista sud-est con il campanile. Estate 1912

L'insieme architettonico più imponente di Vjazma è il monastero di Giovanni Battista (oggi adibito a convento), nella parte occidentale della città.

La chiesa della Natività della Vergine, vista sud. In primo piano, il fiume Vjazma. 22 agosto 2012
Monastero di Giovanni Battista, Porta Santa sotto la chiesa dell'Ascensione. Facciata sud. 22 agosto 2012

Fondato nel 1536, il monastero non si è salvato dai vari stravolgimenti che hanno interessato la città: prima fu bruciato dalle forze polacche all'inizio del XVII secolo, poi fu ricostruito negli anni Trenta del XVI secolo, grazie a una donazione dello zar Michele Fjodorovich (il primo Romanov). Bruciò nuovamente durante l'invasione napoleonica del 1812, prima di essere ristrutturato ancora una volta nel 1832-1836. I comunisti lo chiusero e fu ulteriormente danneggiato durante la Seconda Guerra Mondiale.

Le chiese

Monastero di Giovanni Battista. Vista sud-ovest con il refettorio (a sinistra). 14 ottobre 1992

Fortunatamente le chiese erano state ben costruite e sono rimaste strutturalmente solide. Entrando nel territorio del convento, il visitatore può ammirare uno degli edifici monastici più caratteristici di tutta la Russia: la Chiesa dell'Icona Odigitria della Vergine, con annessa cappella dedicata a Giovanni Battista. Questa struttura relativamente piccola, a pianta irregolare, sembra progettata principalmente come base per tre torri riccamente decorate. Ogni torre è coronata da una piccola cupola dorata.       

Chiesa dell'Icona Odigitria, con torri e croci. Vista sud-ovest (a sinistra) e dettaglio decorativo sulla torre (a destra). 22 agosto 2012

Le file di frontoni ornamentali e le pareti imbiancate sono ulteriormente decorate con piastrelle di ceramica verde restaurate.

Chiesa dell'Icona Odigitria. Vista sud-est. 22 agosto 2012

Alcune chiese della città sono ora in fase di restauro dopo decenni di guerra, incuria e persecuzione religiosa durante il periodo sovietico. Altre mantengono la loro “pittoresca rovina”, come la chiesa cimiteriale di Santa Caterina (1770-76). I danni a Vjazma sono stati particolarmente gravi e il processo di recupero è stato fino ad ora graduale.

Chiesa dell'Icona Odigitria, nuova iconostasi. 22 agosto 2012

Un ricordo dell'antica gloria

A Vjazma si trova anche uno straordinario monumento dedicato al generale Mikhail Jefremov, comandante della sfortunata 33° armata, circondata durante la seconda battaglia di Vjazma, nella primavera del 1942. 

Chiesa cimiteriale di Santa Caterina. Vista ovest. 22 agosto 2012

Creata dallo scultore Evgenij Vuchetich (autore del successivo complesso commemorativo di Stalingrado) ed eretta nel 1946 in una Vjazma ancora in rovina, la statua è uno dei migliori esempi di scultura militare eroica della Russia. Lo sfidante Efremov è in piedi con il braccio teso, rivolto verso ovest. È simbolicamente affiancato e protetto da quattro soldati dell'Armata Rossa in pose tese e con le armi pronte. Uno dei soldati, ferito a morte, guarda il generale. Dopo la liberazione definitiva di Vjazma, nel marzo 1943, il corpo di Jefremov fu sepolto nel cimitero adiacente alla chiesa di Santa Caterina.

La regione di Vjazma contiene altri luoghi di interesse facilmente accessibili, tra cui la tenuta di Griboedov a Khmelita, splendidamente restaurata. All'inizio del XIX secolo, la tenuta era strettamente legata all'amato scrittore Aleksandr Griboedov. E merita una visita.

***

Prokudin-Gorskij, il suo metodo e la sua eredità 

Nei primi anni del XX secolo il fotografo russo Sergej Prokudin-Gorskij inventò un complesso procedimento per ottenere fotografie a colori. Tra il 1903 e il 1916 viaggiò per l’Impero Russo e scattò oltre 2.000 foto con il nuovo metodo, che comprendeva tre esposizioni su una lastra di vetro. Nell’agosto del 1918 lasciò la Russia con gran parte della sua collezione di negativi su vetro e si stabilì in Francia. Dopo la sua morte, a Parigi, nel 1944, i suoi eredi vendettero la collezione alla Biblioteca del Congresso Usa. All’inizio del XXI secolo, la Biblioteca del Congresso ha digitalizzato le immagini di Prokudin-Gorskij, rendendo le foto pubblicamente e gratuitamente disponibili al pubblico mondiale. Un gran numero di siti russi ora ha una copia della collezione. Nel 1986 lo storico dell’architettura e fotografo William Brumfield (1944-) organizzò la prima mostra delle foto di Prokudin-Gorskij alla Biblioteca del Congresso. In un lungo periodo di lavoro, cominciato agli inizi degli anni Settanta del Novecento, Brumfield ha rifotografato la gran parte dei luoghi visitati da Prokudin-Gorskij. Questa serie di articoli mette a confronto questi complessi architettonici a circa un secolo di distanza.

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